La follia delle guerre, il “silenzio degli innocenti”

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Viviamo un periodo che definire incubo è un eufemismo. Neanche il tempo di iniziare ad uscire dalle conseguenze nefaste di una pandemia che l’orrore della guerra entra nelle nostre case.

Il conflitto tra Russia e Ucraina ha evidenziato che la guerra non si può umanizzare ma si deve solo abolire.

Purtroppo, però, per il main stream la guerra sembra far schifo a corrente alternata e non sempre.

Le guerre africane

La maggioranza di quelli che oggi inorridiscono, giustamente, di fronte alle immagini di Kiev, non sa che nella sola Africa ci sono 31 stati coinvolti in sanguinose guerre locali. Guerre che non risparmiano bambini e civili, di cui nessuno preferisce parlarne.

Ho trovato al tempo stesso commoventi ed ipocrite le immagini del Colosseo e del Maschio Angioino illuminati con i colori che richiamano quelli della bandiera ucraina. La commozione ha lasciato spazio all’ipocrisia perché nelle scorse settimane non ho visto questi monumenti illuminati con i colori delle bandiere della Nigeria o della Repubblica democratica del Congo. Il messaggio che ne esce fuori è che la dignità degli uomini è diversa a seconda della guerra di cui è vittima.

Ipocrisia che vedo anche nella maggioranza della stampa nostrana la quale non ha mai dedicato lo spazio riservato a quanto accade in Ucraina ad altri conflitti. Come ha detto Alessandro Di Battista “Le nefandezze dei potenti vanno raccontate sempre e non solo quando conviene e la stampa non dovrebbe mai fare figli e figliastri o mostrare solo le violenze dei “nemici” oscurando quelle degli “amici”. Mostrare TUTTE le vittime delle guerre è il miglior modo per lavorare per la pace. Una pace che non si otterrà mai se alcune guerre verranno condannate ed altre giustificate o peggio ancora dimenticate”.

Industria bellica

Mi sono chiesto, allora, il perché di tali distrazioni e subito mi è venuto in mente che il nostro paese è tra i principali produttori europei di armi e munizioni. Le nostre industrie belliche vendono armi praticamente a tutti e deteniamo il triste record di essere il primo paese europeo per la fornitura di armamenti al governo siriano. Per intenderci quel governo che bombarda i civili.

Tra i nostri principali clienti, poi, c’è l’Egitto i cui apparati di sicurezza (procura di Roma e Parlamento in questo sono concordi) hanno responsabilità del sequestro, della tortura e dell’uccisione di Giulio Regeni.

Altra ipocrisia la vedo in personaggetti che ieri sbraitavano no ai corridoi umanitari per gli africani che scappano dalla guerra ed oggi, invece, scodinzolano per portare in Italia i profughi ucraini.

Il denaro e gli interessi, pertanto, sono in grado di manipolare l’opinione pubblica la quale non sempre viene informata e invogliata ad informarsi dettagliatamente; si passa solo ciò che conviene al convento.

Faccio, infine, una premessa: sono contrario ad ogni guerra e lo dico da obiettore di coscienza che ha dovuto affrontare un procedimento militare per far valere il proprio diritto ad espletare il servizio civile invece di quello militare.

Sicuri che sia solo Putin il cattivo?

Diplomazia unica vera via per la pace

Un pensiero, infine, sull’UE. Nata per affrancarsi dalle politiche di Washington, sembra non avere un’autonomia decisionale in merito.

Trovo sconsiderato il voler inviare armi all’Ucraina da parte di Germania e Francia; così facendo si renderanno (coinvolgendo tutta l’Europa) ostili agli occhi della Russia.

C’è, per caso, lo zampino degli esportatori di democrazia?

Se si vuole davvero la pace occorrono diplomazia e pazienza e non isterici aut aut. La via del dialogo non dovrebbe mai cessare anche perché l’Ucraina e la Russia (almeno fino agli Urali) si trovano nel vecchio continente. I russi, poi, si considerano da sempre europei e non asiatici. Orbene, l’isolamento della Russia da parte dell’Europa, oltre a danneggiare la nostra economia, non farà che spingerla nelle braccia della Cina.

Cui prodest?
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Informazioni su Alfredo Di Costanzo 27803 Articoli
Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

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