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Di Battista accusa Israele e avverte: “La guerra alimenta nuovo terrorismo”

di battista

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Le parole pubblicate da Alessandro Di Battista sul suo profilo Instagram hanno riacceso il dibattito sul conflitto israelo-palestinese e sulle sue conseguenze a livello globale. In un lungo intervento dai toni duri, l’ex parlamentare sostiene che l’offensiva israeliana e le violenze nei territori occupati non solo non ridurrebbero il terrorismo, ma contribuirebbero ad alimentarlo, con effetti destinati a manifestarsi ben oltre il Medio Oriente.

Secondo Di Battista, quanto sta accadendo a Gaza e in Cisgiordania era “prevedibile” nelle sue conseguenze. L’assenza di giustizia e di un’effettiva applicazione del diritto internazionale, a suo avviso, creerebbe le condizioni perché singoli o gruppi estremisti arrivino a giustificare azioni violente contro civili innocenti, innescando una spirale di odio e ritorsioni.

“La violenza genera altra violenza”

Nel suo intervento, Di Battista afferma di aver ripetuto più volte negli ultimi mesi che la strategia adottata da Israele, presentata come una lotta al terrorismo, finirebbe per produrre l’effetto opposto. L’intensificarsi delle operazioni militari e il comportamento dei coloni israeliani in Cisgiordania vengono descritti come fattori che aggravano il conflitto e moltiplicano i focolai di tensione.

L’ex deputato parla apertamente di una situazione in cui, in mancanza di una risposta internazionale efficace, alcuni individui “folli e criminali” possono arrivare a convincersi di farsi giustizia da soli. Un’interpretazione che, pur condannando gli atti terroristici, ne individua le radici nel contesto di violenza e impunità.

Il tema del genocidio e il ruolo dei media

Uno dei passaggi più controversi riguarda l’uso del termine “genocidio” per descrivere l’azione militare israeliana. Di Battista rivendica di aver utilizzato questa definizione fin dall’inizio, nonostante le accuse di antisemitismo che, a suo dire, sarebbero state rivolte a chi adottava questo linguaggio.

Nel post, l’ex parlamentare sottolinea anche una presunta disparità nel trattamento mediatico delle vittime, sostenendo che le morti palestinesi non riceverebbero lo stesso spazio e la stessa attenzione riservati ad altre vittime civili del conflitto. Un punto che alimenta ulteriormente la polarizzazione del dibattito pubblico.

Antisemitismo e antisionismo, una distinzione controversa

Un altro nodo centrale dell’intervento riguarda la distinzione tra antisemitismo e antisionismo. Di Battista denuncia il rischio, a suo avviso concreto, di un’equiparazione tra le due posizioni, che finirebbe per delegittimare ogni critica al sionismo e alle politiche dello Stato di Israele.

Nel suo messaggio, richiama anche le posizioni di alcuni intellettuali ed esponenti ebrei che criticano il sionismo, definendolo una dottrina che, nella sua forma attuale, promuoverebbe occupazione, razzismo e suprematismo, con conseguenze negative sia per i palestinesi sia per gli stessi ebrei.

Un monito sul futuro del conflitto

Il post si chiude con un avvertimento sul futuro. Secondo Di Battista, la prosecuzione delle politiche attuali non potrà che aggravare la situazione internazionale, aumentando il rischio di nuovi episodi di terrorismo negli anni a venire. Una previsione che si inserisce in una narrazione fortemente critica verso Israele, gli Stati Uniti e l’Unione Europea, accusati di aver indebolito il diritto internazionale e i diritti umani.

Le dichiarazioni hanno già suscitato reazioni contrastanti, tra chi le considera una denuncia necessaria e chi le giudica eccessive o ideologiche. Resta il fatto che l’intervento di Di Battista si aggiunge a un dibattito sempre più acceso, in cui il conflitto mediorientale continua a dividere l’opinione pubblica anche in Europa.

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