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Occidente: the end

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Non è sufficiente dire che viviamo tempi di trasformazione: siamo testimoni del crepuscolo di un mondo che si dissolve per lasciare spazio a una configurazione del tutto nuova. Non si tratta del semplice alternarsi di epoche storiche, ma della comparsa di una realtà che recide, in modo irreversibile, i legami con le forme e le abitudini che hanno dominato i secoli passati. La novità, amara e già preannunciata, è che l’Occidente, ossia la nostra matrice culturale e antropologica, non è soltanto in declinom avviato verso una scomparsa definitiva e questa dissoluzione sta già plasmando un nuovo ordine globale. Tale tramonto non avviene per caso, non è frutto deldestino cinico e baro, quanto il risultato di un lento smantellamento delle fondamenta sulle quali l’Occidente si era edificato.

Dalla scienza allo scientismo

Abbiamo generato la scienza e ci ritroviamo lo scientismo, maschera grottesca della conoscenza, al punto che in tempo di pandemia si invocava una sorta di “fede” nella scienza, espressione che avrebbe fatto rabbrividire Galileo e Karl Popper.

Abbiamo codificato il metodo del sapere e ora siamo soggiogati dalla tirannia degli algoritmi, ai quali il sapere stesso è stato subordinato. Abbiamo istituito il diritto e la giustizia e oggi siamo sommersi da milioni di norme che ne hanno smarrito l’anima.

Abbiamo concepito il sublime del “Giudizio universale” e siamo giunti alla banana di Cattelan, dove un ingenuo concettualismo proclama la morte della Musa.

Abbiamo proclamato la libertà e ci ritroviamo il capitalismo della sorveglianza: la libertà non muore solo perché siamo osservati, ma perché veniamo indotti a non trasgredire per mezzo di una preventiva dissuasione che tutti applaudono ingenuamente; chi non ha la libertà di fare il male perde anche la possibilità di compiere il bene.

Abbiamo inventato l’economia e ora la finanza globale, con fondi anonimi e speculazioni, cancella la nobiltà del lavoro, l’ingegno e la capacità.

Abbiamo dato forma al Cristianesimo e ci ritroviamo una confusa mescolanza di culti che seppelliscono il Dio personale in una tomba senza nome né futuro.

Abbiamo fondato la Chiesa e oggi essa appare come una rete di servizi sociali e psicologici in cui dello Spirito resta solo una nostalgia.

Abbiamo proclamato la persona umana e assistiamo alla proliferazione di soggetti senza identità, per i quali sesso, nome e ruolo appaiono intercambiabili.

Abbiamo coltivato la filosofia, il dubbio e il senso critico e ci troviamo invece di fronte all’ideologia del pensiero unico, al dogmatismo del politicamente corretto.

Abbiamo esaltato la tolleranza e siamo precipitati nella dittatura del relativismo che sfocia nel nichilismo.

La profezia di Spengler

Oswald Spengler aveva profetizzato questo oblio, richiamando la lezione di Goethe: guardarsi dalla trappola mortale dell’ideologia del progresso scientista e dalla retorica nichilista che ne è l’altra faccia.

In questa prospettiva vanno forse lette le figure di Trump e Putin, diverse certo, ma ambedue segnali della crisi occidentale. In ambedue i casi si può scorgere, oltre le ragioni contingenti, la conseguenza della morte annunciata dell’Occidente. Putin invade l’Ucraina non unicamente per “la Nato che abbaia alle porte di casa”, ma per ragioni antropologiche: tenta con la forza di recuperare ciò che l’Occidente ha scartato. Trump trionfa non solo per l’inflazione o il malcontento, quanto perché incarna un desiderio di scardinare la gabbia dell’ideologia conformista che ancora opprime larghe fasce dell’elettorato.

Il nuovo ordine mondiale non opporrà più semplicemente Oriente e Occidente, ma nord e sud: non tanto per ragioni economiche quanto per esigenze antropologiche. America e Russia saranno accomunate da un bisogno di recupero identitario, mentre Cina, India, Africa e il mondo islamico, per ragioni opposte, si porranno in antagonismo.

L’Europa che non c’è più

Nel mezzo resterà l’Europa, occupata a discutere dettagli futili e farneticare su continue prescrizioni, eppur convinta di essere ancora il cuore dell’Occidente, ma che avendo tradito i padri fondatori quali Adenauer, De Gasperi, Schuman, non esiste più come soggetto unitario.

Putin la rifiuta come tale e Trump ha già detto che tratterà con i singoli capi di Stato, non con rappresentanti europei. È questa la realtà che si ostinano a non voler vedere: l’Europa e con essa l’Occidente, sta scomparendo, come musica di sottofondo di scarsa qualità.

E mentre il mondo si rimodella, noi continuiamo a misurare la lunghezza delle zucchine come se la storia fosse un orto da curare. Avanti così duqnue, ma, alla fine, il raccolto sarà un mucchio di frutti perfetti e insipidi e qualcuno, con un sorriso di plastica, ci venderà la buccia come filosofia.

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