Roma – XX municipio. Le primarie di periferia



Domenica 7 aprile oltre alle primarie per la candidatura a sindaco di Roma Capitale, si svolgeranno le analoghe consultazioni, nei gazebo del centrosinistra, anche per i candidati a Presidente di Municipio.
Nella nuova organizzazione capitolina, la suddivisione amministrativa prevede alcuni accorpamenti (I e XVII, II e III), per cui dagli attuali diciannove i territori diventeranno quindici. Nell’attuale XX municipio (che diventerà XV), il capogruppo PD al consiglio municipale, primo firmatario della mozione di sfiducia che ha anticipato di alcuni mesi il termine naturale del mandato Giacomini, è uno degli sfidanti (l’altro è Simone Ombuen) per la carica di Presidente. Nato e residente a Cesano, 28 anni, Torquati rappresenta la “nuova leva” del partito, molto attivo nel campo del sociale, nonostante la giovane età, vanta già una notevole esperienza politica. Gli abbiamo rivolto alcune domande. 

Si è sentito parlare molto delle primarie per il Campidoglio, mentre pochi organi di informazione hanno dedicato spazio ai Municipi. Non crede che ciò possa far giungere i sostenitori del centrosinistra ai seggi senza che conoscano chi siano i candidati nei Municipi?

Il nostro obiettivo non è solo quello di sfidarci, ma anche, e soprattutto, quello di far conoscere il Municipio come Amministrazione autonoma e non come appendice del Comune di Roma. In questi giorni ho incontrato molti cittadini che sanno dell’esistenza del Municipio solo per il tempo perso all’interno degli uffici, non per colpa dei dipendenti, ma per i meccanismi complicati e per la burocrazia che subiscono quando si interfacciano con i servizi. Questa è una delle prime sfide: i Municipi devono essere macchine efficienti con standard di servizio che possano essere verificati e confrontati tra loro attraverso criteri di quantità e qualità delle prestazioni. 

Nella contesa per il Campidoglio i candidati a sindaco sono sei, di cui quattro del PD. Lei chi sostiene?

In realtà non ci sono accoppiate candidati Presidente-Sindaco e anche questo è un buon segnale. Io come amministratore credo nell’autonomia dei Municipi, come politico confido nelle primarie e mi fido della scelta cittadini romani. Abbiamo una sfida difficile davanti e non possiamo permetterci inutili settarismi, abbiamo il dovere di parlare alla Città e ai cittadini dei problemi reali e dei contenuti e non dei candidati. 

Il XX municipio è stato da sempre un feudo del centrodestra. Quale è la sua ricetta per vincere, nell’eventualità di essere nominato candidato presidente?

15 anni di governo di centrodestra rendono necessaria una rivoluzione. Vorrei essere il Presidente dei cittadini, dialogare con le associazioni e con i comitati cercando di non promettere la luna, ma assicurare il mio impegno sui temi che ritengo più importanti: darei la priorità al problema della mancanza di asili nido (il 55% dei nostri bambini rimane fuori). Comincerei con quelle iniziative che abbiamo messo in campo come opposizione: dirette web delle sedute di Consiglio finanziate con i fondi di Presidenza, attivazione della consulta della scuola e dell’handicap, rifinanziamento totale dell’assistenza dei bambini disabili nelle scuole e riutilizzo degli spazi della stazione della FM3. 
Silvio Rossi

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