ANGUILLARA – MEGLIO CONCILIARE CHE ANDARE IN CAUSA



Con il patrocinio del Comune, in data 16 dicembre presso l’Aula Consiliare si è svolto un convegno avente per oggetto “Mediazione, Obbligatorietà e Opportunità”, durante il quale sono stati illustrati i nuovi scenari socio economici prodotti dall’introduzione della ‘conciliazione’.
Dal 20 marzo 2011 infatti, in seguito al D.Lgs 28/2010 firmato dal Guardsigilli Alfano saranno obbligatorie le «camere di conciliazione e di mediazione» per cui  il giudice potrà invitare le parti a rinunciare al processo in controversie di carattere civile e commerciale, invitandole a rivolgersi a un organismo di conciliazione.
Si userà in buona sostanza un filtro per ridurre la litigiosita’ giudiziaria, con tutto quello che consegue in termini economici e di tempo.
Fino ad oggi, ricorrere alla ‘conciliazione’ rappresentava solo un’opzione abbastanza conveniente perché chi non la sceglieva rischiava poi di pagare le spese processuali anche in caso di vittoria  in tribunale. Dal 20 marzo di quest’anno invece,  chi fa causa in sede civile dovrà necessariamente tentare prima una via d’uscita davanti al conciliatore. Si tratta infatti di  un percorso obbligatorio se il contenzioso riguarda l’Rc auto, il danno per colpa medica, le beghe di condominio, la diffamazione a mezzo stampa, i diritti reali e la responsabilità civile.
L’obiettivo primario è quello di iniziare a ridurre l’arretrato civile che ormai tocca la stratosferica cifra dei 5,4 milioni di cause pendenti.
Per cercare di avere qualche notizia in più, abbiamo incontrato la Dottoressa Emanuela Ripani e la dottoressa Sandra Germogli, rispettivamente esperta nel recupero danni stragiudiziale e consulente fiscale e tributario, che hanno appena aperto proprio ad Anguillara una società di servizi, la Global Resolution, impegnata in materia di conciliazione, mediazione e soluzioni alternative.
“ Con il nuovo ddl si inserisce un’importante innovazione in quello che è il normale ambiente della cause civili – esordisce la dottoressa Ripani -. Questa precisazione amministrativa  prevede la possibilità per i cittadini di rivolgersi facoltativamente all’organismo di  conciliazione per qualsiasi materia di diritto civile, e obbligatoriamente invece per una serie di materie che lo stesso decreto indica precisamente, quali ad esempio di natura condominiale, il risarcimento danni derivanti da responsabilità medica ed altri ancora”.
Lei sta dicendo quindi che per certi tipi di controversie non saremo più necessariamente obbligati a ricorrere in giudizio, ma sarà sufficiente rivolgersi ad un organismo di conciliazione come ‘Global Resolutions’?
“La mediazione/conciliazione elimina le lungaggini di un giudizio civile e contiene in maniera decisa i costi. I tempi previsti infatti per far raggiungere un accordo alle parti non possono superare i 120 giorni, mentre il costo della mediazione è estremamente trasparente e riportato su tabelle tariffarie definite per legge e proporzionate al cosiddetto valore della lite. Tra l’altro c’è da sottolineare che in caso di successo della mediazione, alle parti sarà riconosciuto un credito d’imposta fino a concorrenza di 500 euro. Mentre in caso di insuccesso della mediazione, il suddetto credito  è ridotto della metà”
Fermo restando che arrivare ad una conciliazione è sempre subordinataoalla volontà delle due controparti, che percentuale di successo hanno le attività di mediazione?
“In Europa, dove esiste già da molti anni, la percentuale di successo e quindi di non dover ricorre in giudizio è molto alta, più del 50% – interviene la dottoressa Germogli – Questo ci induce a pensare che anche da noi si ripeterà lo stesso trend. Molto dipende anche dalla figura del conciliatore/mediatore e dalla sua abilità evidentemente”.
Il mediatore diventa così una specie di giudice?
“Assolutamente no, è una persona in possesso di competenze specifiche che svolge la sua attività di mediazione escludendo il potere di giudicare  o di prendere decisioni vincolanti per i  destinatari del servizio.”
Che tipo di figura è quindi quella del conciliatore/mediatore?
“Parliamo di un professionista, terzo ed imparziale, esperto in tecniche di conciliazione, che assiste le parti in conflitto guidandole a trovare una soluzione condivisa che naturalmente non violi la Legge. Proprio il raggiungimento dell’accordo tra le parti, ogniqualvolta ciò risulti possibile è l’obiettivo primario del conciliatore. Viene scelto dallo sportello di conciliazione a seconda delle sue specifiche esperienze nella singola controversia all’interno di una lista di conciliatori. L’accesso in questa lista è subordinato alla frequenza con esito positivo ad un corso di formazione riconosciuto dalle Camere di Commercio”.
Il conciliatore/mediatore interviene solo con le parti oppure anche con i loro legali?
“Il ruolo delle parti è attivo: devono essere sempre presenti personalmente anche se possono farsi assistere da un soggetto professionista Sostanzialmente però il conciliatore tratta direttamente con le parti portate a riconoscersi come ‘avversari’ e non come ‘nemici’. In ogni caso la controversia è risolta sempre dalle parti”
Scusi la domanda provocatoria. Se il conciliatore funziona, di fatto gli avvocati potrebbero temere una riduzione dei loro spazi professionali. Non rischiate di contrapporvi agli  studi legali?
“Assolutamente no – risponde la dotttoressa Ripani -in quanto noi siamo un loro supporto per forme di collaborazione di qualunque genere proprio per l’obbligatorietà di usare questo organismo di riferimento”.
Una volta raggiunta la conciliazione tra le parti, cosa avviene?
“L’accordo raggiunto con la collaborazione del mediatore viene omologato dal giudice e diventa esecutivo. E’ interessante sottolineare che nel caso di mancato accordo,  il conciliatore/ mediatore può fare una proposta per risolvere il contenzioso che le parti possono decidere di accettare o meno. Se la proposta non viene accettata e il processo si conclude con una sentenza uguale, le spese del processo saranno addebitate a quella parte che senza giustificato motivo ha rifiutato la soluzione conciliativa. Questa è una sensibilizzazione ulteriore nei confronti delle parti affinché evitino, nei limiti del possibile, le aule dei tribunali”.
Quanti sono attualmente in Italia gli organismi di conciliazione?
“Sono poco più di un centinaio. La maggior parte hanno un’unica sede. L’organismo da cui dipende invece la nostra sede di Global Resolution, che copre un’area che include anche Viterbo e Civitavecchia, è Ar Net che opera in tutto il territorio nazionale”
E’ previsto a breve termine un secondo incontro con la cittadinanza per illustrare la novità di questo utile servizio ai cittadini e nel frattempo sarà possibile ottenere ulteriori informazioni rivolgendosi direttamente alla Global Resolution – 06 998051 – 338 4671306 – g.resolution@libero.it

Renato Magrelli

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