ANGUILLARA ELEZIONI – MANIFESTO SELVAGGIO: TRE ATTORI, UN SOLO GIUDICE



Sopportiamo da tempo l’arrogante impunibilità del ‘manifesto selvaggio’ e la cosa dovrebbe indurci alla resa e a sotterrare definitivamente l’ascia di guerra, se non altro per la nostra manifesta incapacità di far valere normali diritti del cittadino. Aver scoperto invece che una strada da percorrere ancora c’è, ci stimola ad intraprenderla.
Con il titolo abbiamo citato tre attori nella ‘sceneggiata’ (anzi tragedia) del manifesto selvaggio: classe politica, istituzioni, società civile.
In effetti ci sarebbe anche un quarto attore: l’attacchino, ma essendo praticamente telecomandato dai singoli candidati, quasi quasi lo giustifichiamo perché in evidente affanno economico. Tra l’altro non c’è bisogno di ricordare l’inchiesta delle Iene che ne svelava i trucchi, così come per assolvere gli attacchini, non c’è bisogno di dimostrare particolare intelligenza nel rifiutare l’infantile scusa del furto di materiale e successivo “gratuito attacchinaggio’ in posti strategici.
I destinatari dei nostri strali sono, e questo è veramente grottesco, proprio coloro che pretendono di candidarsi alla guida del nostro territorio; anziché diffondere serietà e sicurezza non disdegnano invece, devastando il decoro delle nostre strade, di irridere al senso civico nel pieno disprezzo delle norme più basilari, ignorando legalità e comune decenza. E magari in campagna elettorale sentiremo anche qualcuno che ci parlerà di moralità….
C’è da dire che la ‘classe politica’ a tutto pone rimedio fuorché ai propri interessi, ed è così che per l’ennesima volta nel decreto nazionale ‘milleproroghe’ troviamo la brillante idea bipartizan di non poter punire una certa classe sociale in un certo periodo per una certa serie di attività illegali.
Alla faccia dell’uguaglianza sbandierata nella nostra costituzione che evidentemente tanto giusta non è se tutela e protegge  illeciti partitici!
Se ad imbrattare è un semplice scostumato cittadino, si becca una multa da 400 euro in su (purtroppo non sempre), se lo fa un politico per farsi conoscere (pensate, proprio per farsi conoscere!..), dobbiamo perdonarlo!
Certo, una sanzione se la sono prevista di fronte al reato di affissioni abusive, ma è così ridicola che risulta essere ancora più offensiva che una totale assoluzione.
Dimentichiamoci quindi di poter infilare le mani nelle tasche dei candidati sporcaccioni, e parliamo invece del secondo attore: le istituzioni: l’Amministrazione Comunale  cioè e la Polizia Municipale.
Alla prima chiediamo solo di predisporre, e per tempo, sufficienti spazi per la pubblicità elettorale, segnalando chiaramente le aree di spettanza di ciascun partito o raggruppamento politico; considerato che quest’anno le compagini sembrano essere più numerose di quelle degli anni trascorsi, di certo ci sarà da prevedere maggiori spazi.
Alla seconda non abbiamo invece il coraggio di chiedere (anche se invece potremmo e dovremmo), quegli interventi tempestivi atti a scoraggiare sin dall’inizio della campagna elettorale comportamenti illeciti, affinché si possa riportare il confronto politico all’interno della legalità.
Non abbiamo il coraggio perché conosciamo la quantità di risorse umane di cui dispone il Comando della Municipale di Anguillara e perché non saremmo affatto contenti di vedere i suoi uomini sbattersi di qua e di là a redigere verbali, a coprire manifesti illegali, a notificarlo al prefetto, a procedere al distacco degli stessi, per vedersi poi ridicolizzati da un fazioso decreto governativo a mortificazione della loro attività.
Lungi da noi pertanto, l’ingenua idea di pretendere quanto di loro competenza per impedire la deplorevole attività di ‘manifesto selvaggio’.
Al termine delle consultazioni tuttavia, chiederemo di vedere le multe pari a mille euro comminate alle formazioni politiche colpevoli di aver imbrattato spazi non consentiti. Questo sì che lo pretenderemo, eccome se lo pretenderemo!
Resta un ultimo attore quindi, l’elettorato, cioè noi, e qui fortunatamente il compito si fa incredibilmente facile anche perché noi siamo “il giudice”.
E’ molto facile infatti dare delle indicazioni a noi stessi e soprattutto è molto facile fare in modo di ubbidire. Così abbiamo semplicemente deciso, quando saremo di fronte ad un manifesto elettorale abusivo di farci una semplice domanda: “Daremo la nostra fiducia a chi disprezza le regole? Daremo il nostro voto a chi dovrebbe pensare al nostro futuro e lo fa degradando la nostra città? E’ credibile chi ci parla di ordine e ne ignora volutamente le regole basilari?
Noi risponderemo di no, e non voteremo l’arroganza di chi crede sia nella penetrazione dei messaggi subliminali sia che l’ottenimento dei voti sia direttamente proporzionale ai metri quadri imbrattati; e siccome dicendo di no stiamo sostanzialmente prendendo un impegno con noi stessi, i candidati alle prossime consultazioni, almeno quelli che imbratteranno, possono stare tranquilli che lo manterremo, e nel frattempo, con lo stesso impegno arricchiremo la sezione ‘manifesto selvaggio’ di questo giornale con tutti gli scatti fotografici che riusciremo a fare o che ci verranno spediti dai lettori.

Renato Magrelli

Ps suggeriamo ai nostri lettori di non cercare di sostituirsi alle autorità nel tentativo di coprire manifesti abusivi (vedi esempio fotografico). Secondo noi, coprire un manifesto elettorale non è propriamente legale ed inoltre quello che viene usato per evidenziare l’illeceità potrebbe essere considerato esso stesso un ‘manifesto abusivo’.

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