Violenza sulle donne, Bo Guerreschi: “Ylenia deve staccarsi dal fidanzato se non vuole morire”



Bo Guerreschi, economista di fama internazionale e presidentessa dell’associazione “Bont’Worry Onlus”, è intervenuta ai microfoni di Legge o Giustizia su Radio Cusano Campus per commentare quanto accaduto ad Ylenia Grazia Bonavera, ragazza che, secondo gli inquirenti, è stata aggredita e bruciata dall’ex fidanzato Alessio Mantineo. Ylenia, nonostante alcune evidenze, continua  a difendere Alessio: “Sembra una donna con la sindrome di Stoccolma – dice la Guerreschi – c’è l’incapacità di comprendere il male. Non si riesce a vedere l’effettiva aggressione perché, mentalmente, si pensa ad un atteggiamento d’amore. In realtà lei è succube di questo uomo. Le donne che sono vittime spesso non vogliono essere classificate come tali perché sembrerebbero stupide, senza voglia di reagire”. Anche Bo Guerreschi è stata vittima di violenze da parte dell’ex marito. Ti è mai successo di pensare che certe cose accadessero per “colpa tua”? “Io l’ho fatto a scoppio ritardato. Quando ero col mio ex marito mi mandava delle persone per picchiarmi. Lì non dicevo che era colpa mia, andavo dai carabinieri gonfia come un pallone e denunciavo tutto. Quando vivevo con lui dicevo: “forse sbaglio”. A distanza di anni ho capito che c’erano errori, come in tutti i rapporti, ma nulla giustifica simile violenze. Ylenia dovrà staccarsi da questo ragazzo, se è stato lui come sembra.  Dovrà farlo perché alla prossima occasione la troveremo morta”. Secondo la Guerreschi Ylenia “deve essere curata, è da ricovero.  Far ammettere ad una donna che è la vittima è la cosa più difficile che ci sia. Molte donne che si rivolgono a noi, dal momento della denuncia a quello in cui vanno in udienza di primo grado, si interrogano se effettivamente quanto è accadute fosse veramente colpa loro. Le posso capire, io ricevo minacce quotidianamente ma vado avanti”. La Guerreschi e Bon’t Worry hanno lanciato un guanto di sfida anche all’ISIS: “Ad agosto abbiamo depositato una denuncia nei confronti di un membro donna dell’ISIS, Aqsa Mahmood, scozzese. In Siria ha sposato uno jihadista, è una delle 35 ricercate più pericolose al mondo. Reclutava gente su internet ed ha fatto partire per la Siria donne e ragazze minorenni, francesi, spagnole ed italiane. Aqsa Mahmood è a capo dei bordelli. I jihadisti vogliono sposare donne europee. Il reclutamento, quindi, serve per i bordelli ma anche per sposare donne giovani. Quando riescono a portare le ragazze in Siria, tramite promesse di un mondo fantastico, si prospettano tre alternative per queste persone: sposare uno jihadista, finire in un bordello o essere bruciata viva.  Ci siamo rivolti all’Aia, tramite un avvocato olandese, ma la firma è la mia”.

Fonte: Radio Cusano Campus

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