SANTA MARINELLA – VII EDIZIONE DEL FILM FESTIVAL



Il giardino de “Le due Palme” riempie il suo verde con la luce artificiale del proiettore. Sta per cominciare la sesta serata del  Festival cinematografico di Santa Marinella, la cui location si è spostata, in occasione della settima edizione, dall’Arena all’albergo sito sul Lungomare Guglielmo Marconi numero 9.
L’asterisco del calendario stasera- ieri ndr- è posto su “LA PRIMA NOTTE DELLA LUNA” e “LA MISURA DEL CONFINE”, creazioni su pellicola, rispettivamente, dei registi Massimo Guglielmi ed Andrea Papini.  Diversi nel confezionare le loro opere- perfette nel tradurre gli stili e gli umori dei due cineasti- ma simili nel trasmettere una qualità altamente didattica ai propri spettatori.
Massimo Guglielmi ne LA PRIMA NOTTE DELLA LUNA descrive “coraggiosamente” le nette differenze, che si frapponevano alla fine degli anni ’60, tra l’ex U.R.S.S., dal regime severo ma orgoglioso, e gli Stati Uniti avanguardistici ma tracotanti. Protagonista principale la complessità di Tanja (Lyanka Gryu), una giovane e bella russa con il sogno di diventare cosmonauta e la realtà di capire la vita. Eccellente l’interpretazione di Giancarlo Giannini, un vecchio e trasandato reduce da un Gulag, con la passione per la scrittura da romanziere.
Il lungometraggio di Andrea Papini, “LA MISURA DEL CONFINE”, è ambientato totalmente in un rifugio montano, il Vigevano, a tremila metri di quota. In cui s’intrecciano dettagliate lezioni topografiche e comiche situazioni tra i protagonisti. Il ritrovamento di un cadavere mummificato è il leit motiv su cui si sviluppa il film. Le note musicali, invece, sono il frutto dell’ estro di Nuda Petra Magoni e Ferruccio Spinetti.
Tra un film e l’altro c’è spazio per discutere con i due registi, invitati a salire sul palco dal Patròn della manifestazione, Ernesto Nicosia, moderatore della serata nonché decano  da cui attingere ogni curiosità cinematografica di qualsiasi genere.
Gli interventi dei registi, oltre a vertere sulle proprie pellicole,toccano anche il problema di un’approssimativa, se non addirittura pessima, attenzione che i produttori italiani concedono ai talenti nostrani. “La rete di distribuzione per alcune idee cinematografiche è assente. Spesso si premiano soliti format ad appannaggio di interessanti novità”. Affermano all’unisono i due.
In attesa che la speranza, oltre a non morire, si concretizzi,un  Festival come quello di Santa Marinella offre a spettatori d’elite- in senso di piccola ma appassionata comunità- l’opportunità di conoscere altre realtà di espressione cinematografica.
Archiviata la sesta serata il cine-Festival continua. Ciak si gira!

                                      
                                                                                                                             Raffaele Caldarelli [foldergallery folder=”cms/file/BLOG/4418/” title=”4418″]

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