BRACCIANO – “HO SOGNATO UN MONDO SENZA CANCRO”. FRANCO MANDELLI AL MUSEO STORICO DELL’AERONAUTICA.



Grazie all’Associazione italiana contro le leucemie (Ail) e all’associazione Forum Clodii, la sala conferenze del museo storico dell’aeronautica militare di Vigna di Valle ha ospitato l’illustre ematologo e professore universitario Franco Mandelli. L’occasione di incontro con personalità del mondo della cultura e della politica è stata offerta dalla presentazione del libro scritto dallo scienziato di fama internazionale in collaborazione con Roberta Colombo “Ho sognato un mondo senza cancro”. La vita e le battaglie di un uomo che non si è mai arreso di fronte alla malattia sono immortalate nelle 278 pagine di un volume che commuove, ma nello stesso tempo contagia la determinazione necessaria a sperare che tutto sia  possibile se ci si crede veramente. 
Nel fare gli onori casa il comandate Alessandro Gresta ha ricordato l’impegno del professore Mandelli riguardo alla messa in atto di “un buon protocollo di monitoraggio dei nostri militari impegnati in missioni all’estero – dopo che alcuni di loro sono stati colpiti dal morbo di Hodgkin – abbiamo condotto una serie di studi e di visite prima della partenza e  controlli nei cinque anni dopo il rientro”. “In questa società che è improntata sull’io – ha aggiunto il colonnello Massimo Mondini direttore del museo, nonché presidente dell’associazione Forum Clodii  –  Mandelli rompe i canoni e si propone come l’uomo del noi, è una persona che davanti alla propria prospettiva di vita mette in primo piano il rapporto con gli altri, cosa alquanto anomala nella società moderna”.
La presentazione vera e propria della persona che ha dedicato più di mezzo secolo alla cura delle malattie del sangue è stata fornita dal moderatore dell’incontro, il giornalista Fabrizio Paladini. “Ho avuto la possibilità di conoscere Mandelli prima dal punto di vista professionale e poi personale. Il Messaggero mi incaricò di fare una sottoscrizione, scegliemmo il professore Mandelli e da una moratoria di 50 milioni nel 1981ne raccogliemmo 700, tutti contributi di 10mila lire offerti dai romani. Ho conosciuto piano piano questo uomo che mi ha affascinato sempre più – ha continuato Paladini –  non tanto per la sua indiscussa capacità di ricerca, ma per la incredibile forza che ha nel trattare con le persone, siano essi malati, parenti dei malati o volontari. Tanti medici – ha aggiunto – hanno un approccio frettoloso con i pazienti, a volte anche arrogante, per Mandelli i malati non sono delle cartelle cliniche, ma persone con un nome e una storia, sono al centro del progetto e lui semplicemente si mette al servizio di questo progetto. Mandelli è oggi un uomo dell’Italia scientifica, spesso umiliata dal potere dei Governi, che viene invidiato in tutto il mondo perché le sue intuizioni e le sue scoperte sono scritte in centinaia di pubblicazioni tradotte in tutte le lingue”.
Prima della lettura di alcuni brani del libro, l’attore Andrea Giordana ha sottolineato “il confronto di due mondi, quello delle persone sane e quello delle persone malate”. “E’ un mondo che corre – ha detto – c’è poco spazio per la riflessione, ma forse acceleriamo tutto proprio per non pensare all’ipotesi della malattia o a chi soffre”.
“All’inizio della mia carriera come medico – ha esordito Franco Mandelli – venivano i genitori con il bambino malato, io dicevo loro che le cure potevano alleviare la sofferenza, però se credevano in Dio dovevano pregare perché i miracoli non li potevo fare. Oggi quei bambini guariscono nell’80 per cento dei casi e possono avere figli sani, ma non è abbastanza per me, perché ne muoiono ancora 20 su cento.  Non ho mai capito perché la vita non inizia e non finisce senza malattie – ha aggiunto – ho provato a chiederlo a persone molto colte, anche a cardinali, ma le risposte che mi sono state date  non mi hanno mai convinto. Infatti non ho mai accettato l’idea che il paradiso sia accessibile  a chi soffre, e quelli che non soffrono si pentono prima e poi vanno in paradiso lo stesso, la cosa non è che mi convinca molto, se penso a qualcuno non riesco a capire come farà ad entrarci solo pentendosi all’ultimo momento”.
Mandelli, oltre ad impegnarsi nella ricerca per la cura di leucemie, linfomi  e mielomi,  ha dato un incredibile impulso all’assistenza domiciliare “assistenza che oggi ha avuto una crescita del 400 per cento a Roma” ed ha istituito per la prima volta in Italia il day hospital. E’ anche uno dei rarissimi autori che devolvono i proventi della vendita del libro ad associazioni no profit. E il libro di Mandelli in meno di un anno ha già venduto 600mila copie. “Ho distribuito tre mesi fa la prima parte dei proventi dei diritti d’autore – ha annunciato lo scienziato – a tutte le 80 sezioni dell’Ail, sono più di 600 euro a sezione e ne arriveranno altri, faremo anche una edizione tascabile”.
Edito da Sperling & Kupfer “Ho sognato un mondo senza cancro” narra la vita e la missione di un grande ematologo che attraverso i volti e le storie di uomini, donne e bambini da lui curati marca la convinzione che “non possiamo e non dobbiamo sprecare neanche un secondo della nostra vita” e che anche il nemico “più ostico e terribile si può finalmente sconfiggere”.

Iris Novello

Foto gentilmente concesse da Maurizio Moscatelli [foldergallery folder=”cms/file/BLOG/4542/” title=”4542″]

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