Diop (FDI): “Insulti razzisti a Lukaku? Le regole ci sono ma non vengono applicate”



Paolo Diop, responsabile immigrazione di FDI, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Sui buu a Lukaku a Cagliari e il razzismo negli stadi

“Io sono nero, sono arbitro e sono di FDI, sono l’unico che si è messo nelle condizioni di poter essere insultato –ha scherzato Diop-. Per quanto riguarda il caso Lukaku, credo ci siano regole ben precise: gli ispettori di gara dovrebbero fare tre richiami e poi sospendere la partita. Anche l’arbitro avrebbe dovuto fermare il gioco.

Sembra che nessuno si voglia prendere la responsabilità di sospendere una gara di Serie A. Io credo che per qualsiasi tipo di insulto discriminatorio bisognerebbe sospendere la partita, ma nessuno si vuole prendere questa responsabilità, io lo farei sicuramente perché il calcio dovrebbe essere qualcosa di educativo dato che i bambini che vanno allo stadio imparano da quello che vedono.

Secondo me c’è poco coraggio da parte degli arbitri. Preferiscono che si prendano la responsabilità gli ispettori fuori dal campo. Io sono tutto fuor che buonista ma quando ci sono chiari insulti razzisti bisogna intervenire. Sono molto dispiaciuto dalla lettera dei tifosi dell’Inter, penso che la società debba prenderne le distanze.

Io arbitravo in promozione ed eccellenza –ha raccontato Diop-. Adesso sono un po’ fermo. Ogni tanto è capitato qualche insulto, ma niente di pesantissimo.

Una volta mi sono messo anche a ridere perchè a Pesaro una signora ha detto: allora il sole non t’ha bruciato solo fuori ma anche il cervello. Poi c’è un altro aneddoto divertente, ero stato designato con un arbitro donna e un altro guardalinee italiano e un giocatore ha fatto questa battuta: ma che è un film porno?”.

Fonte Radio Cusano Campus

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