BRACCIANO – “DISPERATA…MENTE”



In questi ultimi giorni sui giornali si leggono notizie agghiaccianti riguardo il gran numero di suicidi da parte di persone disperate. Sui Social Network il fenomeno é stato etichettato come “suicidi di Stato”. Ebbene sì, persone che si tolgono la vita per problemi legati alla crisi economica. Cosa è il suicidio? Il suicidio é l’estremo atto, compiuto da un essere umano, ossia porre fine alla propria sofferenza Psicologica, togliendosi la vita. Il suicido è visto come unica “soluzione” all’angoscia, alla depressione, alla frustrazione, al senso di impotenza, enorme, che pervade queste persone, che, ad un certo punto, si vedono come in un Tunnel, lungo, buio e solitario; l’uscita è rappresentata solo dal cosiddetto “punto di non ritorno” che libera dal dolore e che, soprattutto, risolve anche i problemi dei loro cari. Il suicida, spesso, prova un gran senso di vergogna e rabbia, per il dolore causato a coloro che ama, ma non avendo a disposizione gli strumenti idonei a vincere “l’impasse”, pensa e crede che l’eliminazione fisica possa aiutare a superare il dramma che egli vive e che vivono anche i suoi cari. Estremo atto di amore? No, è rabbia ed aggressività mal canalizzate e rivolte verso se stessi ed ovviamente, per coloro che egli ama, la loro morte, non é certo un sollievo. Le famiglie colpite da questa tragedia sono, profondamente, cariche di dolore e spesso si sentono in colpa per non essere riusciti a capire, in anticipo, le intenzioni di chi stava loro accanto. Cosa fare? È chiaro che il suicidio è una estrema forma di richiesta di aiuto, per porre fine al disagio e alla sofferenza in cui versa il soggetto.
Secondo Shneidman (padre della suicidologia, la disciplina scientifica che studia il fenomeno del suicidio) le domande chiave da rivolgere ad un potenziale suicida sono: “dove senti dolore?”, “come posso aiutarti?”. Queste persone non vanno lasciate sole, invece, devono essere messe in atto strategie di prevenzione, che partano dalla scuola per arrivare, poi, direttamente nelle famiglie. Da tener presente che con il suicidio la soluzione ai propri problemi è definitiva, ma i problemi, per quanto possano ritenersi gravi, sono temporanei e soprattutto, facendosi aiutare, parlandone con qualcuno, si può scoprire che non sono così “insormontabili”: l’importante è non rimanere soli e chiusi in se stessi, cercare, invece, aiuto da familiari, amici o persone professionalmente idonee (psicologi, medici, centri di prevenzione al suicidio).

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