Anguillara – Paolessi a tutto campo



Anguillara - Paolessi a tutto campoLa situazione politica nazionale è in fermento. Gli schieramenti tradizionali sono in trasformazione, e se nel centrosinistra bisogna attendere le primarie di domenica prossima per conoscere il segretario del Partito Democratico, la divisione tra Nuovo Centro Destra e Forza Italia ha già modificato gli assetti nel centrodestra.
A livello locale, se nel PD i comitati pro Renzi e Cuperlo sono attivi sul territorio per la campagna elettorale dell’otto dicembre (non sembra avere adepti molto attivi Civati, che non ha visto rappresentata ad Anguillara la propria posizione nel congresso del circolo sabatino), nello schieramento contrapposto i politici locali stanno apparentandosi chi Forza Italia, chi al Nuovo Centro Destra.
Tra quest’ultimi c’è l’ex vicesindaco e attuale consigliere comunale Stefano Paolessi, che ci ha rilasciato un’intervista con la quale esprime la sua posizione su diversi temi.
La scelta di aderire al Nuovo Centro Destra è legata a dinamiche politiche locali o hanno avuto influenza le scelte dei leader nazionali?
Angelino Alfano, è il punto di riferimento di chi ha aderito, come me e il consigliere regionale Di Paolo, a questo Nuovo Centro Destra. Il nome è momentaneo perché poi ce ne sarà un altro definitivo. E questo perché Alfano ha posto due ordini di motivi importanti, distinguendo la posizione personale, che è un fatto privato, da quella governativa. Riguardo a quest’ultima, c’è da considerare che noi abbiamo cinque ministri, tra l’altro tutti provenienti da Forza Italia e nessuno tra questi proviene da Alleanza Nazionale. Nel momento drammatico che sta passando il nostro Paese, Alfano ha dichiarato che è doveroso provare a uscire da questa crisi e che effettivamente anche il governo potrebbe fare di più. Su questo io sono pienamente d’accordo. Ma ha detto un’altra cosa importante Alfano: fermo restando che non è messa in discussione la leadership di Berlusconi, a differenza di ciò che fece Fini – e infatti non troverete mai una volta che Alfano abbia messo in discussione Berlusconi – ha ragionato con un gruppo di deputati e senatori per un progetto futuro, perché comunque anche per una questione anagrafica si deve pensare al dopo Berlusconi. Alfano, insomma, ha cercato di dare una struttura al partito.
Giusto, parliamo di partito. Una volta Alleanza Nazionale era un partito strutturato, quando è confluito nel Popolo della Libertà questa organizzazione un po’ si è persa. Non è stato un peccato?
È stato un grandissimo peccato, come è stato un peccato abbandonare la formazione che facevano i partiti tradizionali. Il Movimento Sociale prima, e Alleanza Nazionale poi, organizzavano dei corsi per far crescere una nuova classe dirigente. MSI e AN avevano in tutti i comuni italiani almeno una sezione, con l’avvento di Berlusconi questa situazione è andata scemando sino a perdersi. E questo anche per un altro motivo: perché siamo diventati forza di governo. 
Però la DC quando governava non aveva mai perso il contatto col territorio
È vero. C’è stato un periodo in cui abbiamo amministrato governo, regioni, molti comuni, ed era proprio lì che avremmo dovuto radicarci meglio nel territorio, invece abbiamo fatto lo sbaglio di non strutturarci, di non fare i congressi.
In ogni caso alcuni personaggi che sono usciti dal Popolo della Libertà: Storace prima, Fini poi, da posizioni diverse, questo allarme l’hanno lanciato. Avevano ragione loro?
Forse tutti lo intuivano ma nessuno immaginava questa grande crisi, perché non solo nella politica ma anche nella quotidianità della vita – anche se c’erano dei campanelli d’allarme molto importanti – nessuno sei o sette anni fa, si aspettava un fenomeno di tale portata. E così è avvenuto anche a livello di partito, perché comunque sia Berlusconi, nel bene e nel male, è un personaggio. Quando scende in campo le campagne elettorali le vince. E se Fini e Casini nel 2008 avessero creduto in quello che dicevano i sondaggi di Berlusconi, noi avremmo vinto le elezioni, perché le abbiamo perse per lo 0,3%. Ma il discorso dei partiti è stata la pecca più grande, come è stata una pecca il tesseramento del PDL. E’ vero che abbiamo fatto molte tessere, ma poi non abbiamo dato corso ai congressi provinciali, comunali e regionali. Questo è stato un enorme sbaglio che oggi paghiamo. Per quanto mi riguarda spero, e per questo ho aderito alla nuova formazione che sta nascendo, di poter rivedere attivate le sezioni nei territori che sono un importante punto di riferimento. Forza Italia prima e il PDL dopo, erano troppo incentrati sulla figura di Berlusconi. Il risultato era: se lui va bene vinciamo le elezioni, se lui va male le perdiamo.
A questo punto, vorrei fare una ipotesi di fantapolitica. Se Berlusconi in qualche modo dovesse ritirarsi, probabilmente Forza Italia si dissolve. A questo punto voi diventerete un punto di riferimento nel centrodestra. Vedi più possibile un’alleanza con Fratelli D’Italia e La Destra o con l’UDC?
Io alcune settimane fa ho partecipato ad una riunione con tutti i quadri che fanno riferimento nella provincia al consigliere Di Paolo. C’era anche Barbara Saltamartini, che è il nostro deputato di riferimento, figura molto importante in questo Nuovo Centro Destra perché è stata una delle prime, con Alfano, a dire: non mettiamo in discussione Berlusconi, però dobbiamo strutturarci. È venuto anche il ministro Lupi, eravamo circa centocinquanta persone e abbiamo ribadito che non devono essere confusi i piani personali di Berlusconi col governo.
Ma vi sentite più vicini alla Meloni e Storace o a Casini?
Il rapporto è quello che ci lega in tante battaglie con Fratelli d’Italia, un po’ meno a Storace. Casini invece è un democristiano, forse potrebbe essere più vicino al PD.
Nelle ultime divisioni con Scelta Civica però, sembra che se una parte può andare verso il PD non è l’UDC che sembra guardare più verso destra.
Io immagino che Casini, da buon democristiano, abbia anche approcciato il centrodestra. Credo però che l’assonanza, le battaglie che possono porre su problemi seri ci vedono più vicini a Fratelli d’Italia, diciamo a quella parte più di centrodestra, che di centro.
In ogni caso il partito si dovrà guardare intorno a 360°, faremo presto una struttura coi coordinatori comunali e regionali e con capigruppo. In questi giorni si è creato un gruppo alla Regione con quattro consiglieri, di cui è capogruppo Di Paolo. Piano piano si formerà la struttura, perché tanti ex di Alleanza Nazionale hanno aderito al Nuovo Centro Destra, quindi siamo già in qualche modo radicati nel territorio. 
Passiamo ai parlamentari che sono entrati nel Nuovo Centro Destra. Chi è che ha sorpreso di più per questa scelta? Qualcuno che credevi potesse rimanere legato a Berlusconi e invece ha scelto di seguire Alfano?
Certamente Schifani mi ha sorpreso. Lui è stato Presidente del Senato, con questa scelta si è dimostrato uomo delle istituzioni, è rimasto coerente, e il suo arrivo è di quelle situazioni che ti danno più forza per dire: abbiamo fatto la scelta giusta.
Invece qui ad Anguillara, come si sta organizzando lo schieramento di Centrodestra? 
La situazione geopolitica in linea di massima vede me nel Nuovo Centro Destra, Enrico Serami che è passato a Fratelli d’Italia, e l’ex consigliere Tosi che ha deciso di rimanere in Forza Italia.
E Pizzigallo? Può ripartire un dialogo con lui?
Antonio Pizzigallo attualmente ha una lista civica. Però proviene da Forza Italia e certamente fa riferimento sempre alla stessa area politica. Non saprei dirti con certezza, anche se penso un giorno possa tornare di nuovo in Forza Italia. Certamente la prossima volta il centrodestra si presenterà unito alle elezioni comunali. Metterò tutto il mio impegno per riunire il centrodestra. In passato abbiamo fatto degli errori, anche se in buona fede. Io comunque una cosa la vorrei precisare: quando ci sono posizioni diverse nel centrosinistra sui giornali si legge che è normale dialettica; quando accade nel centrodestra, invece, si parla di falchi e colombe, di divisioni. Su questo non ci sto. In questo caso, Angelino Alfano ha posto una discussione sulla sostituzione di Berlusconi e sul radicamento del partito. Non ci siamo fatti ammaliare da nessuno, abbiamo posto una discussione non un litigio, e sono convinto che si tornerà insieme.
Dice che non è un litigio, però la maggior parte dei falchi vi da dei traditori
Noi non ci sentiamo assolutamente traditori, noi abbiamo fatto una scelta, una scelta che abbiamo discusso fino all’ultimo momento utile, il tradimento non esiste. Noi rimaniamo sempre con Berlusconi leader, non abbiamo tradito nessuno, abbiamo agito alla luce del sole.

Silvio Rossi

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