Aisom: l’avvocato Giuseppe Giannone spiega il progetto “B2F-Back to the future”

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Da quando si è sviluppata la crisi da Covid-19 molti di voi ci chiedono quali saranno gli scenari futuri, anche alla luce della crisi economica che colpisce ogni settore economico.

 

Dopo il recente accordo UE (grazie al quale l’Italia beneficerà di un numero cospicuo di fondi a sostengo della ripartenza, anche se non è ancora chiaro quando tali fondi potrebbero essere disponibili e con la speranza che lo siano non troppo tardi per l’intero paese) sappiamo che il Recovery Fund non è automatico e non si sa come sarà gestito il periodo di moratoria verso le banche e si tornerà a pagare le tasse (lo Stato, ha le casse vuote dopo i vari interventi di sostegno Aprile–Giugno tra aprile e giugno).

Le ferie estive, inoltre, non risolleveranno un comparto strategico per il paese come il turismo.

 

Quante saranno, inoltre, le PMI ancora aperte se non ci sarà un nuovo sostegno ai cali di fatturati?

 

Con questi dubbi profondi ci siamo mossi per capire come il sistema associativo ha pensato e strutturato i propri piani per il futuro e per la sopravvivenza per le imprese socie; ricordiamo che senza imprese, non c’è lavoro.

Dopo la recente intervista al presidente dell’Aisom (www.asiom.it) Stefano Vergani, abbiamo cercato di conoscere meglio questa associazione che con straordinario dinamismo, modernità e convinzione in Italia e sempre di più al Centro e Sud Italia trova adesioni, anche tra le imprese più scettiche e retrograde.

Abbiamo intervistato, così, l’avvocato Giuseppe Giannone delegato dal Consiglio Direttivo a coordinare il progetto B2F (Back to the future).

 

Progetto nato nel 2018

 

“Si…il progetto B2F è studiato e voluto da AISOM sin dal 2018 per cercare di prevenire o gestire situazioni critiche di aziende socie; ricordiamo che il progetto di rivolge solo ad aziende socie AISOM . In buona sostanza, siccome AISOM crede molto alla socio-solidarietà e visto che in quegli anni non pochi erano i suicidi di imprenditori per crisi aziendali non più risolvibili, il Consiglio Direttivo di AISOM ha elaborato un programma che consente di salvare le imprese prima che la situazione diventi irreversibile oppure che l’imprenditore finisca con il suicidarsi. Soprattutto affinchè l’impresa incontri criticità bancarie, fiscali e lavorative per mancanza della sua guida o in mancanza della sua necessaria serenità per affrontare la crisi, che i lavoratori non perdano il lavoro e che le loro famiglie possano disporre ancora di un reddito, che lo Stato possa rientrare dei suoi ambiti tassativi senza dover rinunciare a sostenere a sua volta il sociale”.

Programma ambizioso

 

“Insomma un programma che salvi da morte certa l’azienda che è stata costruita ed accresciuta in mezzo a tante sofferenze nel corso degli anni. Il mondo finanziario, inizialmente perplesso, ha poi mostrato alcune banche attente e sensibili, proprio partendo dal concetto della solidarietà a cui si è aggiunta la consapevolezza di poter meglio rientrare da prestiti e finanziamenti elargiti in precedenza. Troppo spesso le banche italiane hanno enfatizzato sul loro ruolo sociale mostrandosi, poi, in pratica solo condor su copri agonizzanti. Quante volte le banche (leggi i loro avidi e corrotti direttori) hanno incautamente o fraudolentemente elargito a chi non aveva i requisiti o ad amici di potenti o per reciproca convenienza affaristica? Fortunatamente negli ultimi 10 anni, non pochi istituti, governati da persone sagge e moderne, hanno capito la modernità del loro ruolo ed hanno iniziato a conoscere meglio il fenomeno, soprattutto in prospettiva dopo la crisi pandemica che non è detto che non si ripresenti anche con maggiore crudeltà. Proprio per questo motivo AISOM ha ulteriormente rafforzato il proprio staff e la propria comunicazione per rendere ancor più visibile a valle e a monte questa grande opportunità verso un futuro che si presenta ancora più fosco per i prossimi anni. Soci e manager di azienda possono, così, affrontare con un tutor specializzato e non orientato a pasteggiare su organizzazioni moribonde, sia per salvarle sia per condurle, se è il caso, a piani fallimentari decisamente più morbidi, in tutti i sensi. La globalizzazione ci ha messo al corrente di come in diversi paesi esistano situazioni simili. Diverse dal passato ma più etiche. Così anche noi ci siamo attrezzati per differenziarci dal panorama associativo italiano, spesso fermo a regole e a conduzioni ormai anacronistiche”.

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Informazioni su Alfredo Di Costanzo 27818 Articoli
Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

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