Dopo il furto della sedia a rotelle Claudio Palmulli non si arrende



L’8 dicembre inizierà a Roma il Giubileo straordinario, voluto fortemente da Papa Francesco. Saranno attesi oltre venti milioni di fedeli provenienti da tutto il mondo. Nella capitale, alla faccia dei soldi spesi per quello del 2000, esistono ancora barriere architettoniche nella metropolitana. La caput mundi che in passato ha civilizzato l’occidente, oggi, purtroppo, fa vivere pagine d’inciviltà ai suoi cittadini. Vi raccontiamo la storia di Claudio Palmulli, un ragazzo di Dragoncello, periferia romana, impegnato ogni giorno in una battaglia di civiltà, per vincere la sfida dell’abbattimento delle barriere architettoniche e permettere davvero a tutti di vivere le meraviglie che da millenni adornano la capitale. 

Tutto nasce l’estate scorsa.

Mi trovavo a casa per qualche giorno di vacanza. Decisi di fare un giro per il centro di Roma. Piano piano sono riuscito a prendere la metro per arrivare alla fermata di Piazza di Spagna. All’uscita del treno una spiacevole sorpresa; non c’erano i trasportatori per le carrozzine tantomeno gli ascensori. Ho chiesto così al personale di servizio una soluzione, ma la risposta è stata <devi fare le scale perché non ci sono ne ascensori ne montacarichi>. Fortunatamente nei dintorni c’era un mio carissimo amico, Simone, il quale mi ha soccorso prendendomi letteralmente di peso per portarmi su. Lì è nata l’idea di cambiare le cose e abbiamo cominciato a correre, o meglio Simone corre spingendo la mia carrozzina”. 

Barriere architettoniche, nonostante il Giubileo del 2000 e quello di quest’anno.

Esatto! Non solo quelle fisiche ma anche quelle mentali. In Italia oltre ad una classe politica che non si assume le proprie responsabilità, il popolo, la gente, le persone, hanno dimenticato cosa significa essere civili. Un’amministrazione comunale che dimentica di fare uno scivolo per accedere in un ufficio è un conto, ma quelli sani che parcheggiano le proprie auto sulle strisce per gli invalidi? Le auto ferme davanti agli scivoli dei marciapiedi? Questa purtroppo è mancanza di civiltà non solo questione politica. Noi combattiamo anche per sensibilizzare le persone, per far capire che un diversamente abile è anche una signora anziana con il bastone, una mamma con il passeggino non solo il disabile in carrozzina. Il Giubileo del 2000 doveva portare un cambiamento, ma questo non c’è stato. Adesso ne arriverà uno straordinario e sono convinto che l’8 dicembre le stazioni non saranno a misura di disabile, perché dal mio punto di vista manca la voglia di farlo. Purtroppo le opere pubbliche da noi durano un’infinità. Pensiamo all’Expò; ho letto che i lavori, a poche settimane dall’inaugurazione, sono fermi al 18% circa. La vedo davvero dura…..”.

Sei stato ricevuto dal sindaco Marino, ma……

Con Simone sono stato ricevuto dopo la prima maratona, quella da Dragoncello a Montecitorio. Il sindaco in quell’occasione ci ha promesso l’installazione dei montacarichi nelle stazioni del centro; purtroppo ad oggi non è cambiato molto. Questo ci spinge a continuare a correre. E’ il nostro modo di protestare pacificamente contro questo sistema”. Parlaci delle maratone. “Al momento ne abbiamo fatte cinque. La prima ci ha portato da casa mia a Montecitorio, un’impresa da pazzi perché siamo partiti senza dire niente a nessuno e abbiamo percorso strade che percorrono solo le auto senza marciapiedi; gli automobilisti ci guardavano esterrefatti. Ad un certo punto ci ha intercettato una macchina dei vigili. Da quel momento è nata una sorta di collaborazione; ci hanno scortato fino all’arrivo e oggi ad ogni nostra maratona godiamo del loro appoggio logistico”.

Per queste maratone utilizzi una carrozzina ad hoc: che caratteristiche ha?

“Per queste maratone avevo una carrozzina particolare, modificata per essere più manovrabile e leggera, ed evitare che Simone debba fare una fatica enorme. C’è un sistema di cuscinetti più fluidi, le ruote sono più leggere ed anche la struttura è alleggerita”. Cosa è successo alla vigilia della maratona Roma-Ostia? “Arriva il tasto dolente. Prima della Roma-Ostia, una mattina vado nell’androne del palazzo dove tutti sanno chi sono e dove da sempre tengo la mia carrozzina, e non la trovo. Lì per lì pensai ad uno scherzo di qualche amico. Invece era stata rubata. Il furto di per se è davvero un atto vile ma rubare una carrozzina ad un disabile non so come definirla; ignobile sarebbe già troppo. Comunque non ci siamo abbattuti. Nel box avevo una vecchissima carrozzina, davvero messa male. Con Simone l’ho tirata fuori e con una piccola sistematina abbiamo fatto la Roma-Ostia. Abbiamo impiegato 2 ore e 40 minuti; una sorta di il record del mondo specialmente con quella carrozzina, che tra l’altro butta tutto a sinistra perché completamente decentrata. Come dico sempre con Simone: <Uniti vinciamo noi>”. 

All’Asl ti hanno risposto che consegnano una carrozzina ogni quattro anni….

“Questo è un altro capitolo che purtroppo ci rende meno civili di altri paesi. È possibile richiedere alla ASL una carrozzina, ma te ne danno una ogni quattro anni. Per carità capisco che ci possa essere il furbetto, ma è pur vero che questo poi va a discapito delle persone oneste. La Asl, poi, non tiene conto delle esigenze del paziente, nel senso che la carrozzina che viene fornita è quella ospedaliera. Per chi come me ci sta sopra buona parte della giornata è uno strazio, lascio poi da parte la mia esigenza di averne una più performante per le maratone quella è una mia scelta, una scelta dettata dalla voglia di arrivare ad una meta”.

Qual è il tuo rapporto con l’handicap e cosa chiedi in particolare alle istituzioni?

“Sto sulla carrozzina da sempre, quindi per me è normale. Di solito sono gli altri a pensare che io non lo sia e che abbia dei problemi. Ho sempre pensato che siamo tutti uguali, e che ognuno di noi ha le sue caratteristiche; prima si accettano le proprie, poi quelle degli altri. Per questo io e Simone ci battiamo per la mobilità, perché ci rendiamo conto che gli ostacoli materiali ci rendono diversi. Diversi perché siamo di peso ad altre persone, perché attualmente non sono libero di muovermi come un normodotato ed è proprio questa condizione che mi ha reso diverso agli occhi degli altri, il non essere libero, ed io invece lo voglio essere!”.

Per rimanere in contatto con le iniziative di Claudio potete farlo attraverso il sito internet: www.noallebarriere.it o sula pagina facebook: L’Italia a misura di disabile

Inoltre per coloro che vogliono contribuire alla donazione per acquistare la nuova carrozzina può utilizzare i seguenti canali:

Paypal: associazioneimd@gmail.com

IBAN: IT49D0306234210000001366727

POSTPAY: 4030350643796845 (cod. fisc. PLMCLD86L21H501O Scadenza: 12/2018)

Per una stampa libera


sostieni il nostro lavoro con una donazione

Dopo il furto della sedia a rotelle Claudio Palmulli non si arrende

Le donazioni con PAYPAL sono sicure al 100%



Informazioni su Alfredo Di Costanzo 27859 Articoli
Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.