Pomezia, CasaPound: “Sulle orme di Enea impera la vostra indifferenza!”



“E’ una situazione paradossale – dichiara Andrea Cincotta, referente di CPI su Pomezia – il fatto che a pochi chilometri dal centro urbano si trovino dei luoghi così importanti, da un punto di vista storico e religioso, come il santuario del Sol Indiges e la Villa Romana di via Siviglia, che ad oggi risultano completamente abbandonate a sé stesse ed essere centri di numerosi furti”.
“Stiamo parlando – prosegue la nota – di Sol Indiges, un santuario posto alla foce del noto fiume Numico, datato all’incirca al IV° secolo A.C. ma, ciò che è più importante, accanto ad esso sono stati ritrovati i due altari, con chiara disposizione solare essendo rivolti l’uno ad oriente e l’altro ad occidente, su cui secondo Dionigi di Alicarnasso, Enea, appena sbarcato, fece i suoi sacrifici di ringraziamento sul suolo Italico. L’altro sito archeologico è invece la villa Romana di via Siviglia, un complesso di terme, giardini e abitazioni appartenute alla famiglia dei Flavi. Una volta giunti sul posto abbiamo constatato il grave stato di abbandono del sito tra: materiali edili, transenne, guaina, solventi, cementi e paraurti di auto varie. E come se non bastasse segni di passaggio di moto da cross, transumanza di ovini all’interno dell’area e molti casi di furti di mosaici a terra e di resti archeologici scomparsi da un giorno all’altro. Tutto ciò agevolato dalla mancanza di sorveglianza e di recinzioni adatte ad un area archeologica di un certo livello che ancora ad oggi si trova sotto gestione privata nonostante lo stanziamento di circa 110.000 euro per l’esproprio di beni culturali come stabilito dal D.L. 22 gennaio 2004 n.42”.
“Troviamo scandaloso – conclude Cincotta – come la nostra storia sia finita nel dimenticatoio da un’amministrazione che ancora non valorizza questi spazi e non protegge quei reperti presenti, ad oggi su terreni privati, di enorme valore storico per il nostro territorio”.

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