Napoli, in Consiglio Comunale il dibattito sul Welfare



Molti i consiglieri di maggioranza e di opposizione intervenuti nel corso del dibattito che oggi, in prosecuzione della seduta del 30 novembre, ha affrontato i temi del Welfare.

Prima dell’inizio del dibattito, il consigliere Rinaldi (Sinistra Napoli in Comune a Sinistra), intervenuto sull’ordine dei lavori, ha voluto precisare che nella seduta sul Welfare del 30 novembre la maggioranza continuò i lavori per responsabilità nei confronti della città ed ha espresso perplessità sulla richiesta (avanzata dalla consigliera Valente) di proiettare nel corso del dibattito un filmato, chiedendo che la Conferenza dei Capigruppo dirima la questione. Precisata, da parte del presidente Fucito, l’eccezionalità del ricorso a proiezioni per il dibattito (mentre sono utili a corredo di relazioni da parte degli assessori), con l’invito a evitarlo in futuro, lo stesso presidente ha dato la parola all’assessora Robera Gaeta per il completamento della propria relazione.
Da un aggiornamento in merito all’incontro in Regione sull’assistenza scolastica agli alunni è partita la relazione l’assistenza scolastica nelle scuole: in concerto con la Regione e l’Ufficio Scolastico Regionale, nella riunione si è registrato l’impegno dell’Ufficio scolastico regionale a trasferire al Comune i risultati dell’analisi dei singoli bisogni educativi degli alunni disabili, nella comune condivisione della necessità che tutti i servizi siano riattivati al più presto. In generale, ha voluto precisare che i tagli al sociale non sono stati fatti dall’amministrazione come dimostrano dati e grafici che sono pubblici e leggibili da tutti. L’assessora ha poi presentato una ulteriore relazione con dati relativi al FUA (Fondo Unico di Ambito) nell’ambito del Piano Sociale di Zona, del valore di oltre 75milioni di euro. A partire dai “fatti” registrati fin dal 2012, ad oggi, a fronte delle critiche situazioni esistenti, i dati mostrano che i fondi comunali sono stati aumentati, per arrivare, per quest’anno, a 53 milioni di euro. Non sono quindi fondate le accuse all’amministrazione, mentre alta è stata l’incidenza dei tagli ai fondi nazionali per le politiche sociali e altri fondi pubblici, anzi, il Comune è comunque riuscito a garantire stanziamenti, appostando di anno in anno più fondi, nonostante l’esistenza di crediti da incassare per il periodo 2012 – 2016. In un contesto “destrutturato e dispersivo” si è proceduto a fornire continuità e coerenza delle misure per la fuoriuscita dal disagio, riorganizzando i servizi, istituendo l’ufficio di piano, omologando le procedure di rendicontazione e le procedure per la presentazione del Piano di Zona. Abbattuti i debiti fuori bilancio, è stato avviato un processo di rinnovamento del sistema del Welfare da parte di una amministrazione che è stata “seria e attenta” alle istanze del sociale in città, scardinando logiche di potere radicate in nome dell’interesse pubblico e dei diritti dei più deboli. Un lavoro congiunto tra maggioranza e opposizione, ha concluso, è necessario per far affermare la “community” di una città della rinascita, dell’accoglienza e del cambiamento, che agisce per il rispetto dei diritti costituzionali.
Il primo intervento nel dibattito è stato quello della presidente della Commissione Welfare, Maria Caniglia, che, citando la Costituzione, i suoi principi fondamentali, e in particolare la necessità di rimuovere gli ostacoli di ordine economico che impediscono una concreta uguaglianza tra i cittadini, ha voluto affermare, rivolta alle opposizioni, che non si può fare politica speculando sul disagio delle persone; guardando alle medie di spesa impiegate per le politiche sociali nei vari comuni regionali, ha ricordato che molto è stato fatto a Napoli, malgrado i ritardi regionali e nazionali: la programmazione regionale per il 2016 è stata resa operativa, attraverso le linee guida, solo nel mese di ottobre. E’ necessario, ha concluso, perché il Comune riconquisti il proprio ruolo sulle politiche sociali, rinegoziare in appositi tavoli con ASL e Regione, le competenze comunali.
La consigliera Valente (Partito Democratico) è intervenuta nel dibattito innanzitutto rispondendo all’accusa di speculazione politica mossa all’opposizione, ed ha spiegato le ragioni che hanno spinto a le opposizioni a richiedere la proiezione in Aula di un video, spiegandone i contenuti: il video proiettato, con testimonianze di cittadini, ha avuto per oggetto le problematiche di due servizi già forniti dall’Amministrazione Comunale, e cioè l’assistentato materiale e il trasporto scolastico, servizi interamente finanziati da fondi comunali e ora venuti meno, e ciò per smentire la tesi che i tagli siano dovuti al venir meno di risorse regionali e nazionali.
La discussione è proseguita con un intervento del consigliere Andrea Santoro (Napoli Capitale) che, in riferimento ai dati con i quali l’assessora ha integrato la precedente relazione, ha parlato di ulteriori perplessità; alla luce dei contenuti del video, che raccontano la città reale con i suoi problemi concreti, ha auspicato un rapporto leale su temi come questo, considerando i disagi effettivi della famiglie dei ragazzi con disabilità, che aspettano risposte sui servizi mancanti; facendo riferimento anche all’annosa vicenda di Napoli Sociale e Napoli Servizi, e delle molte persone appartenenti alle cooperative sociali che ora non lavorano più, ha concluso ricordando che emergenza sociale sono anche la dispersione scolastica, il degrado di alcuni quartieri, di diffusione della criminalità minorile, della tossicodipendenza, tutti problemi rispetto ai quali è importante offrire nuove e adeguate risposte.
La consigliera Francesca Menna (Movimento 5 Stelle) ha richiamato l’attenzione su una serie di aspetti che ostacolano un vero welfare cittadino, dalle condizioni delle strade di Napoli alle barriere architettoniche; anche l’iniziativa “nati per leggere” al Pan, fiore all’occhiello dell’Amministrazione, non è stato assicurato per inagibilità della stanza dedicata. L’impossibilità per i bambini disabili di andare a scuola, per mancanza del servizio di assistentato materiale e di quello di trasporto, ed anche il mancato accompagnamento dei bambini Rom, hanno creato un grave disagio che avrà conseguenze future. Manca uno sguardo di tipo programmatico, i piani sociali sono belli in teoria ma assolutamente distaccati dal piano pratico.
Il consigliere Salvatore Pace (Dema) ha ricordato che le spese in materia di assistentato scolastico materiale spettano al Ministero dell’Istruzione. Ha ricordato che il Comune da solo provvede per il 70% alle spese del comparto sociale, mentre la Regione solo il per il 20 per cento, con un accumulo dal 2012 di 16 milioni di euro da attribuire alla città, e con un decremento del Fondo nazionale politiche sociali del 50 per cento; gli errori sono riconducibili all’introduzione del pareggio di bilancio nella Costituzione, alla scelta politica della spending review, mentre l’amministrazione de Magistris ha mantenuto i livelli di spesa; tutti questi sono temi sui quali il Consiglio deve confrontarsi con serenità, anche oltre il dibattito in Aula.
La consigliera Mara Carfagna (Forza Italia) si è detta d’accordo a sgomberare il campo della discussione da polemiche sterili: la scelta delle opposizioni di abbandonare la precedente seduta era nata dal rifiuto di una relazione che proiettava dati lontani dalle sofferenze reali delle famiglie a cui l’amministrazione non riesce a dare risposte concrete. Anche i dati forniti oggi non spiegano, ad esempio, l’ammontare della quota di compartecipazione dell’utenza. I servizi sono assicurati solo per il 3 per cento della popolazione, sa dal confronto con Comuni di popolazione analoga emergono differenze macroscopiche. Perché non si investe sul miglioramento della capacità di riscossione o sulla valorizzazione del patrimonio comunale così da avere più risorse a disposizione per le politiche sociali? Stessa perplessità suscita la mancanza di programmazione che porta ogni anno a scelte improvvisate: sull’assistenza domiciliare, sull’assistentato materiale, sui 106 operatori socio assistenziali che ancora aspettano risposte, sul trasporto disabili è doveroso dire una parola chiara. Attenzione, infine, ha sollecitato a non perdere l’occasione del Pon inclusione 2014-2020 con 17 milioni disponibili proprio per le politiche sociali.
Il consigliere Aniello Esposito (Partito Democratico) è intervenuto stigmatizzando ancora l’assenza del Sindaco dall’Aula su un argomento come quello dei diritti dei diversamente abili, su cui servono spiegazioni e ragionamenti politici, oltre a programmazione e trasparenza. Malgrado i segnali di allarme già denunciati dalle opposizioni nei mesi scorsi e a dispetto delle rassicurazioni fornite, puntualmente disattese, siamo nel blocco dei servizi, tamponati con provvedimenti improvvisati. Meno 30 milioni nel periodo 2016 – 2018, questi i dati oggettivi che emergono dal bilancio. A questo dato si aggiungono casi di cattiva gestione di alcuni servizi, come la gestione delle case famiglia, sulle quali anche la Procura indaga, e la mancanza di politiche di integrazione dei migranti, nell’ambito di una progettualità politica asfittica che gestisce “a vista” le problematiche.
Per il consigliere Pietro Rinaldi (Sinistra Napoli in Comune a Sinistra) è impossibile decontestualizzare il problema del welfare cittadino: occorre liberare il dibattito da interessi di parte, per confrontarsi su temi condivisi. Non basta uno sforzo estremo del Comune per risolvere il dramma delle sofferenze di ampie fasce della popolazione, da inserire nelle più ampie traiettorie che sta seguendo il sistema-paese segnato dalla crisi e dalla povertà crescente. Ha poco senso quindi parlare di soldi spesi in assoluto, ma quanto si spende rispetto alla propria capacità di spesa, e su questo tema è possibile definire le effettive priorità dell’amministrazione. Il Consiglio Comunale può trasversalmente, in sede ANCI, porre le opportune questioni su come risolvere queste problematiche, tenendo anche conto delle disparità tra nord e sud dell’Italia. Sul tema specifico dei 106 operatori delle cooperative in attesa di risposte sulle proprie sorti lavorative, Rinaldi ha ricordato il lavoro sinergico di maggioranza e opposizione svolto nelle ultime settimane, e ha auspicato l’assunzione di un impegno chiaro del Consiglio, per tutelare le professionalità coinvolte. Rivolto all’assessore al Bilancio, ha concluso chiedendo che sia riadeguato il tema della fragilità, con l’auspicio che il nuovo bilancio deve necessariamente rivedere i fondi per le politiche sociali.
Matteo Brambilla (Movimento 5 Stelle), ricordando che non sono stati rispettati gli impegni presi nel corso della discussione sul bilancio, ha citato una serie di esempi, quali lo spostamento delle attività di Welfare a Napoli Servizi con la sostanziale scomparsa di servizi come il trasporto disabili, l’esenzione dalle tasse per occupazione di suolo pubblico concessa ingiustificatamente, il reddito di cittadinanza rimasto lettera morta, tutti casi nei quali si evidenzia la mancanza di pianificazione e programmazione e, con riferimento al Welfare, la non conoscenza della città e degli effettivi fabbisogni da parte degli amministratori.
Per Mario Coppeto (Sinistra Napoli in Comune a Sinistra) occorre il rispetto della verità dei numeri: ad esempio, nel caso della classifica sulla qualità della vita nelle città, occorre riflettere sul fatto che i migliori risultati si raggiungono in specifiche aree geografiche, senza ignorare che i dati sull’occupazione, al sud, soprattutto di quella giovanile e femminile, sono drammatici; occorre, qui, lavorare ancora di più perché siano consolidati i diritti, assumendo come situazione concreta e strutturata, non come piagnisteo del Sud, la mancanza di politiche per il lavoro e la farraginosità delle procedure, ad esempio per l’utilizzazione dei Fondi di Azione e Coesione; ha concluso augurandosi di trovare luoghi di discussione non pregiudiziali, con ampio coinvolgimento, per fare un passo in avanti e poter fornire, anche grazie all’interlocuzione con Regione e Ufficio scolastico regionale, risposte chiare e la certezza che possano andare a scuola i bambini che finora non hanno avuto la possibilità di farlo.
Rosario Andreozzi (Dema) ha esordito dicendo che chi vive nei territori ha consapevolezza, al di là del dibattito politico, dove spesso si registra un uso strumentale dei temi, delle condizioni reali dell’inclusione sociale; una società liberista e produttrice di tagli ne è responsabile, ha continuato, facendo risalire ai provvedimenti del governo Berlusconi e ai governi successivi i tagli, che hanno danneggiato gli enti locali, riportando il Comune di Napoli ai valori del 2012, senza peraltro fare politiche per l’occupazione; ha auspicato che i veri bisogni emergano e siano oggetto della discussione della città, coinvolgendola pienamente in tutte le sue articolazioni e riscostruendo il clima positivo della cittadinanza attiva, con uno sforzo di maggior coinvolgimento anche del Consiglio.

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Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

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