ANGUILLARA – AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA PER I BAMBINI DEL SAHARAWI



Quando durante i mesi estivi le temperature nel deserto diventano proibitive, arrivano in Italia diversi gruppetti di bambini provenienti dal campo profughi nel deserto algerino vicino Tindouf;  un campo costituito da tende e case di terra dove si è rifugiato una parte del popolo Saharawi da quando il loro territorio è stato occupato dal Marocco. Dal 1975 il popolo Sahrawi si batte per veder riconosciuta la propria autodeterminazione e per la possibilità di ritornare nel proprio territorio.
Con il patrocinio del Comune, ad Anguillara, prima tappa italiana di questo gruppetto, don Augusto, parroco della Regina Pacis, in collaborazione con l’ASAPS di Enzo Mazzarini, provvede ad ospitare il gruppetto in parrocchia, e a coordinare le diverse le associazioni che si occupano di gestire il soggiorno: tra queste gli scouts oltre ad alcuni ristoranti e ditte.
Immancabile naturalmente  la presenza della CRI i cui volontari svolgono anche attività ludiche e ricreative: gite al lago, giochi in parrocchia, laboratori creativi.
Tra i privati cittadini che hanno aderito all’iniziativa di ospitare a pranzo gli amici africani, domenica scorsa è toccato alla famiglia di Marilena e Salvatore Barbato, peraltro non nuovi ad iniziative solidali, che abbiamo incontrato nel loro giardino all’ora di pranzo.
Quello che ci accoglie, è una casa assolutamente normale, magari solo con qualche bambino in più dello standard, perché l’atmosfera che si respira non è quella della straordinarietà, bensì di una normale giornata festiva. I cesti dei giochi dei figli di Barbato sono a disposizione di tutti e per giocare non c’è bisogno del giovane interprete Mohamed, proveniente anche lui dalla regione africana, da due anni in Italia, e che insieme a Debba si occupa di questo gruppetto.
I giovanissimi ospiti infatti sono sparsi per tutto il giardino, impegnatissimi a disegnare, a leggere o a far volare modellini d’aereo.
Il menu di Marilena oggi prevede pasta fredda al pomodoro e mozzarella, pollo con patate al forno e cocomero a gogo’.
Per una popolazione che vive quasi esclusivamente di aiuti internazionali, quello che riescono a fare le varie associazioni di volontariato è solo una goccia nel mare che forse non risolverà la situazione dei più di 200 mila profughi, ma che tuttavia rappresenta una forma di palpabile e concreta solidarietà, semplice sì, ma molto efficace.

 Gianluca Pennino
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