
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999 ha istituito una giornata dedicata a rammentare in tutto il mondo gli abusi, le brutalità e le ingiustizie subite dalle donne (risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre) ed ha chiesto ai governi, alle organizzazioni internazionali e alle associazioni di predisporre azioni mirate per coinvolgere la popolazione.
Anche il legislatore ha dimostrato negli ultimi mesi maggior attenzione sulle norme per il contrasto della violenza di genere che hanno portato l’approvazione di nuove norme specifiche finalizzate alla prevenzione del femminicidio e della protezione delle vittime. In particolare la recente Legge n. 119 approvata il 15 ottobre ha delle norme più efficaci dal punto di vista penale per la repressione dei fenomeni di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e stalking (CLICCA QUI!).
I dati dei maltrattamenti sono preoccupanti. L’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da) ha dichiarato che una donna su tre nel mondo è vittima di violenza fisica e/o sessuale da parte del partner o di sconosciuti e il 38% dei femminicidi avviene per mano del proprio compagno, ma il 24% delle vittime non parla con nessuno dell’accaduto.
A proporre l’iniziativa è stato l’assessore ai Servizi sociali, Pierluigi Mochi, al quale abbiamo chiesto un parere: C’è una grande mobilitazione in questi ultimi mesi da parte dei media nei confronti delle conseguenze sulla violenza delle donne. Quant’è importante coinvolgere anche le istituzioni pubbliche con campagne ad hoc come “Noino” per una diffusione capillare delle informazioni ai soggetti considerati “deboli”?
Ritengo importantissimo coinvolgere le istituzioni per agire sul target di genere maschile che è quello che maggiormente va sensibilizzato alla tenuta di comportamenti uomo-donna paritari. L’educazione alla differenza è un’educazione che fin dalla più tenera età deve essere proposta ai bambini attraverso comportamenti che rifiutano in modo cristallino la violenza come elemento di relazione.
Finora si è agito invece sulle donne scoraggiando comportamenti ritenuti pericolosi o scarsamente consoni a una femminilità vista esclusivamente nelle sue caratteristiche fisiche e secondo parametri maschilisti.
L’intervento va oggi giustamente operato in tutti i contesti nei quali uomini e donne si trovano ad interagire fin dai primi anni di vita: scuole, aziende, location ricreative nonché negli stessi luoghi istituzionali. La campagna Noi no è in questo senso estremamente importante: noi uomini diciamo chiaramente e ad alta voce che siamo contro che pensa di poter picchiare, umiliare, perseguitare, perfino uccidere una donna, perché la considera di sua proprietà o in qualche modo inferiore. Basta, in questo senso i mezzi di comunicazione sono chiamati ad assumersi le loro responsabilità veicolando messaggi chiari in questo senso. Noi, come Istituzione, lo facciamo.
Simonetta D’Onofrio
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