Italia, giù gli iscritti a Giurisprudenza, aumentano gli avvocati stranieri

Giurisprudenza calano iscritti



Il fenomeno è sorprendente, anche (o soprattutto) perché a prima vista imprevedibile: nella patria del Diritto, continua a calare il numero di iscritti alla Facoltà di Giurisprudenza, mentre allo stesso tempo continua a salire la percentuale di avvocati praticanti che arrivano da altri Paesi Europei, a cominciare dalla Spagna.

Avvocati in calo? La tendenza è stata messa in risalto da alcune analisi apparse nelle scorse settimane sulla stampa, e sembra essere “figlia” di una serie di circostanze, a cominciare dalla dinamica delle Università italiane che prevedono la laurea in Giurisprudenza. È Michele Bonetti, Presidente supplente di una delle Commissioni per l’esame di abilitazione alla professione forense presso la Corte di appello di Roma, dalle pagine di Repubblica a raccontare questo fenomeno.

Le cause del fenomeno. “Ad oggi, il numero degli iscritti a Giurisprudenza è in continuo calo“, dice il professor Bonetti, che elenca tra le cause “l’istituzione dal numero programmato a livello universitario e il tramite di test orientativi per l’accesso alla facoltà di Giurisprudenza”. Eppure, il principale ostacolo sembra essere di natura ancor più pratica, ovvero le difficoltà occupazionali anche per chi studia queste materie, come ben sottolineato dallo stesso docente, che si dice persuaso che “la conseguente diminuzione del numero dei laureati in legge sia condizionata dal problema degli sbocchi professionali successivi e dall’accesso alle professioni forensi”. 

I numeri in dettaglio. Per capire la portata di questo discorso basta guardare i numeri: soltanto negli ultimi dieci anni il numero di immatricolati in Giurisprudenza è diminuito del 38 per cento circa, che in termini quantitativi significa più o meno 11 mila studenti in meno. Nell’anno accademico 2006/2007 c’erano infatti 29 mila iscritti, che si sono progressivamente ridotti fino ad arrivare, nel 2016/2017, a “soli” 18 mila immatricolati per tutti i corsi a ciclo unico di Giurisprudenza in Italia.

Una professione senza sbocchi? Segno che l’insieme di professioni nell’ambito legale hanno meno fascino, per i giovani italiani, allontanati anche dalle citate questioni collaterali, come l’accesso ai concorsi pubblici sempre più, gli esami di abilitazione alla professione di avvocato divenuti più complesso e selettivo, senza dimenticare l’arduo percorso del concorso in magistratura, possibile solo dopo la specializzazione biennale.

Le nuove tendenze. Insomma, appare sempre meno attrattiva per i giovani la professione di avvocato, al centro anche di altre tendenze in atto nel mondo attuale che stanno in qualche modo riscrivendo il settore. Ad esempio, si stanno diffondendo anche in Italia le piattaforme online che offrono delle consulenze veloci e specializzate, grazie al supporto di team di esperti: uno dei casi di maggior successo è quello del sito www.avvocatoaccanto.com, divenuto un punto di riferimento in varie branche legali. 

Aumentano gli avvocati stranieri. Altro fronte di “concorrenza”, per così dire, è quella che arriva dai Paesi dell’Unione Europea: sempre nel decennio tra 2006 e 2016, infatti, si registra l’approdo in Italia di oltre 2600 avvocati “stranieri”, che hanno conseguito il titolo di studio all’estero, in maniera prevalente dalla Spagna. Il numero dei legali “importati” in Italia è, secondo le stime della Commissione Europea, molto più basso di quelli esportati: nello stesso periodo, solo 470 neolaureati italiani in Giurisprudenza si sono trasferiti all’estero, con meta preferenziale il Regno Unito.

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