Il caso della cosiddetta “famiglia del bosco” rappresenta, a mio avviso, una chiara testimonianza delle criticità che attraversano il nostro sistema giudiziario, soprattutto quando interviene nella sfera più intima della vita delle persone: la famiglia. Non si tratta di un episodio isolato, ma di un segnale preoccupante di pratiche che, talvolta, sembrano oltrepassare i limiti imposti dalla Costituzione e dai diritti fondamentali.
La giustizia, come altri eventi drammatici della vita, viene spesso percepita come un problema lontano finché non tocca direttamente qualcuno. Solo allora si prende piena coscienza delle sue possibili distorsioni e delle difficoltà che possono derivare dall’azione istituzionale. Quanto accaduto a questa famiglia, a mio avviso, rappresenta soltanto la parte visibile di un sistema che in alcune circostanze sembra operare senza un controllo pienamente efficace.
Sistema non uniforme
Esistono magistrati seri e rispettosi della legge; tuttavia, va riconosciuto che non sempre il funzionamento del sistema appare uniforme. La giustizia minorile mostra, in alcune situazioni, criticità significative: decisioni invasive, sospensioni della responsabilità genitoriale adottate con eccessiva facilità, famiglie trattate più come soggetti da monitorare che come soggetti da sostenere.
Secondo me, l’intervento pubblico dovrebbe essere limitato ai casi di comportamenti realmente dannosi per i minori o gravemente lesivi della loro integrità. L’educazione dei figli resta prerogativa dei genitori, che ne sono i principali responsabili.
In alcune circostanze, la magistratura può apparire meno imparziale e il ruolo dei servizi sociali può essere percepito come eccessivamente rigido. Ciò non significa attribuire colpe generali, ma evidenziare la necessità di maggiore attenzione, equilibrio e professionalità nell’applicazione delle norme.
Extrema ratio
In alcuni casi e senza generalizzare, il ruolo dei servizi sociali, poi, può essere percepito come eccessivamente rigido o poco equilibrato, soprattutto quando si tratta di allontanare minori dalle loro famiglie.
I provvedimenti più drastici devono restare un’extrema ratio, mentre le famiglie dovrebbero essere accompagnate e sostenute, non percepite come oggetto di repressione.










