ANGUILLARA – ALLE CONSULTAZIONI ELETTORALI FUORI TUTTI! “CUI PRODEST”?



Wikipedia, l’aiuto universale cui spesso ricorriamo, aggiunge uno splendido chiarimento alle parole della Medea di Seneca, completandone il concetto così come di seguito: “Ma anche nella vita di ogni giorno, domandarsi sempre “cui prodest?” aiuta a rintracciare i fini ultimi e i reali interessi che leggi, decreti o semplici decisioni nascondono, al di là degli alti ideali che sembrano proporsi e garantire”.
Mai espressione poté dimostrarsi più chiara ed esaustiva: una sorta di implacabile vaticinio in un momento politico che oggi tutto esprime fuorché chiarezza.
In un Paese democratico sarebbe assurdo non parlare di regole, e per fortuna noi ne abbiamo in abbondanza, vedansi ad esempio quelle che consentono ai magistrati di mettere in libertà pluriomicidi magari solo perché manca un timbro, o una firma, o qualcosa di altrettanto importante.
Si direbbe una spiccata predilezione della magistratura quella finalizzata a salvare un’ottusa “forma” a scapito di una ben più razionale “sostanza”.
Comunque ben vengano le leggi, soprattutto se accompagnate dalla loro osservanza. Tuttavia, quello su cui varrebbe la pena di soffermarsi solo un attimo, è che stiamo parlando di leggi scritte da mano umana e non di tavole date a Mosè sul Monte Sinai! Leggi terrene quindi, e forse suscettibili di errori o modificabili nella sostanza. Perché no?
Comunque oggi, guai a derogare, c’è la Legge, e in un Paese che si definisce democratico, al diavolo la sostanza, si deve salvaguardare la forma, altrimenti si rischia l’anarchia o peggio ancora, provvedimenti “ad personam”…..
Il garantismo e il senso della democrazia che nei radicali funziona evidentemente a corrente alternata, oggi contribuisce ad impedire a migliaia e migliaia di elettori di manifestare il proprio voto. Il tutto con buona pace dei tanti proclami che ci vengono propinati tra una dieta e l’altra!
Legittimo chiedere il rispetto delle norme così come legittimo potrebbe essere chiedere, in una più che auspicabile resa dei conti al vertice del Pdl, la testa di chi ha sbagliato, indipendentemente dai motivi che ne sono stati la causa.
Concordiamo e condividiamo: uno stato di diritto e la sua democrazia, vanno difese a tutti i costi, perché la Legge è uguale per tutti, o …..quasi.
Lungi dalle intenzioni di chi scrive, quella di chiedere con questa nota di non tener conto delle regole e delle leggi, per cui, chiarito questo punto fermo su cui sono sicuro tutti concordino, affacciamoci agli scenari che a questo punto però si presentano ai nostri occhi.
Per più del 40% degli elettori della Provincia di Roma infatti, non c’è Legge che tenga, non c’è tutela. Il diritto/dovere ad esprimere il proprio pensiero nell’unica manifestazione che consente di partecipare attivamente alla vita politica, viene negato da ….errori.
Degli errori di cui non sono correi a meno che qualcuno non sia in grado di dimostrarlo, e allora perché punirli? I vertici del partito cui si sono affidati perché rappresentassero la loro connotazione politica hanno sbagliato, probabilmente in qualche modo pagheranno ma trascineranno con loro anche chi ha come unica colpa solo quella di voler esercitare liberamente e democraticamente un suo preciso diritto. All’interno della nostra “splendida” democrazia, chi tutelerà i loro diritti? Impensabile chiederlo ai radicali che questa volta hanno tutto l’interesse a voltare loro le spalle per cercare di “vincere facile”, così come è impensabile chiederlo al Presidente cui la limitatezza della carica lo fa sembrare più un Ponzio Pilato che a un Re Salomone.
Allora non ci restano che i magistrati (quelli di cui abbiamo parlato più sopra) affinché analizzino carta per carta se esistono firme e timbri relativi. Probabilmente le loro risposte contribuiranno a falsare il risultato elettorale (a questo punto ci dispiace per Pagnoncelli che in tv non potrà presentarci le sue statistiche comparative), ma per fortuna la democrazia sarà salva, con buona pace di coloro che sono garantisti solo quando fa loro comodo o quando semplifica le competizioni.
Tra le tante incertezze che ci aspettano nei prossimi tempi, una certezza per fortuna ci rimane. Quando la Bonino avrà vinto, per lei non sarà sicuramente una “vittoria amara” come scrive qualcuno, ma piuttosto una “vittoria facile per mancanza di antagonisti”, e proprio per questo quindi non potrà mai avere la faccia tosta di dichiararsi il “governatore di tutti”!

Renato Magrelli [foldergallery folder=”cms/file/BLOG/1345/” title=”1345″]

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