Mala tempora currunt care lettrici e cari lettori! Viviamo una fase storica-politica che definire imbarazzante e triste è dir poco. Tristezza e imbarazzo che negli ultimi anni è diventata una schifezza di normalità. Schifezza che ha tolto spazi all’etica, al rispetto verso tutti, specie dei più deboli e indifesi e che, soprattutto, ha trasformato un cittadino normale che rispetta la legge e vive in maniera rispettosa e che nutre senso civico in un povero coglione.
Viviamo un’epoca intrisa di elogio della schifezza e della furbizia (specie quella a scapito dei poveri cristi) che spernacchia chi cerca di vivere dignitosamente nel rispetto delle regole e dei principi di uno stato democratico.
Pensavo che si fosse raggiunto il fondo con la vicenda che ha visto negli ultimi giorni protagonista quella prenditrice ops imprenditrice che ha la puzza sotto al naso (rifatto) se malauguratamente dovesse incrociare nel suo cammino un povero.
Invece no!
A rendere questo luglio insopportabile non solo per il caldo ci ha pensato Ignazio Benito La Russa, presidente del Senato.
Faccio una premessa: nessun imputato può considerarsi colpevole sino a quando non c’è una sentenza definitiva di condanna. L’articolo 27 della Costituzione (Carta che alcuni richiamano mentre guardano, magari lusingati, i busti del duce che hanno in casa) è chiaro in merito.
Detto ciò, la seconda carica della Repubblica dovrebbe pesare bene le parole poiché quando dette da lui hanno un peso specifico maggiore; un conto è se le dico io un altro è se le dice il presidente del Senato.
La cronaca dice che è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Milano per violenza sessuale Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato. È la conseguenza della denuncia presentata da una ragazza di 22 anni che lo scorso 29 giugno ha dichiarato di essere stata violentata dal figlio dell’esponente di FdI; il fatto sarebbe avvenuto nella notte del 18 maggio.
Cosa ha detto in merito il presidente del Senato?
Queste le sue parole: “Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo quaranta giorni dall’avvocato estensore che – cito testualmente il giornale che ne dà notizia – occupa questo tempo ‘per rimettere insieme i fatti. Dopo averlo interrogato a lungo, ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante. Lascia oggettivamente molti dubbi il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figlio. Un episodio di cui Leonardo non era a conoscenza. Una sostanza che lo stesso Leonardo sono certo non ha mai consumato in vita sua. Inoltre incrociata al mattino, sia pur fuggevolmente da me e da mia moglie, la ragazza appariva assolutamente tranquilla. È la prima volta che una persona accusata di un reato lo spiega alla presunta vittima che dice di non ricordare nulla”.
Parole gravi
E’ comprensibilissimo il dolore del padre di fronte all’accusa mossa contro il figlio ma, a parer mio, non dovrebbe sindacare sulle vicende giudiziarie a maggior ragione se riguardano il figlio. Questo, secondo me, perché si potrebbe creare un cortocircuito istituzionale tra magistratura e seconda carica dello Stato. A dimostrazione, poi, dell’assoluta innocenza di Leonardo La Russa c’è l’interrogatorio del padre. Praticamente il presidente del Senato si è sostituito all’organo giudicante e dall’alto della sua Sezione giudiziaria ha sentenziato che è innocente. Se ho compreso male correggetemi, ma a me queste affermazioni sembrano incomprensibili. Così come incomprensibili sono le tesi per cui la vittima dell’eventuale reato non sarebbe credibile perché avrebbe usato cocaina e perché ha denunciato lo stupro molti giorni dopo.
Opposizioni che insorgono
Le opposizioni, nel frattempo, insorgono e lui chiarisce: “Sono stato frainteso”. Praticamente una pezza peggio del buco perché caro presidente c’è poco da fraintendere stante la chiarezza di quanto da lei detto. Se ho compreso male chiedo venia ma quella parole lasciano poco spazio ad altro… Un “Scusate ho sbagliato perché scosso da quanto vive mio figlio” forse sarebbe stato meglio. Le sue parole, a mio parere, screditano le donne che trovano il coraggio di denunciare una violenza molti giorni dopo…A La Russa ricordo che secondo i dati Istat una donna su tre è stata vittima almeno una volta nella vita, dell’aggressività di un uomo. Nella maggior parte dei casi le violenze non sono denunciate: circa il 96% delle violenze commesse da un “Non partner” e il 93% di quelle da partner. I centri antiviolenza, poi, sottolineano che mediamente una donna prima di attuare un percorso di uscita dalla violenza e di denuncia, passa molti anni in una relazione violenta che la danneggia sul piano fisico e psichico.
Elly Schlein
Faccio mio il pensiero della Schlein: “Al di là delle responsabilità del figlio, che sta alla magistratura chiarire, è disgustoso sentire dalla seconda carica dello Stato parole che ancora una volta vogliono minare la credibilità delle donne che denunciano una violenza sessuale a seconda di quanto tempo ci mettono, o sull’eventuale assunzione di alcol o droghe, come se questo facesse presumere automaticamente il loro consenso. Il Presidente del Senato non può fare vittimizzazione secondaria. È per questo tipo di parole che tante donne non denunciano per paura di non essere credute. Inaccettabile da chi ha incarichi istituzionali la legittimazione del pregiudizio sessista”.
In piedi signori davanti ad una donna
Al di là del caso giudiziario e delle relative responsabilità restano, purtroppo, le parole gravi dette da chi riveste la seconda carica dello Stato. A queste (ribadisco nulla a che vedere sulle responsabilità giudiziarie che accerterà la magistratura e sulle quali non entro nel merito) rispondo con quelle di William Shakespeare: “Per tutte le violenze consumate su di lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le sue ali che avete tappato, per tutto questo: in piedi, signori, davanti ad una donna”.