“Ne usciremo migliori”. L’esercito social dei morti di fama

morti



Poco tempo fa riecheggiava la frase “Ne usciremo migliori”. Alla luce degli ultimi accadimenti di cronaca ne siamo usciti male anzi malissimo.

La morte del bimbo di 5 anni ucciso per mano di un ventenne alla guida di un SUV Lamborghini risultato positivo ai cannabinoidi, mi e ci hanno addolorato.

Un dolore profondo, sentito come se fosse uno di famiglia. Ogni volta che guardo la foto delle lamiere delle due auto, mi piange il cuore.

Possibile mai che oggi ci sia chi trascorra la propria vita in un mondo virtuale dove conta più di ogni altra cosa acchiappare like?

Possibile mai che tantissimi, non solo giovani, hanno come obiettivo dare una bella mostra di se sui social media anche a scapito di essere delle merde sulla faccia della terra, quella vera?

Morti di fama

Morti di fama che provocano morti reali e francamente non riesco a comprendere le dinamiche che animano alcune menti.

Credo che questo sia il frutto di anni di disgregazione delle funzioni della famiglia, della scuola e delle istituzioni.

Da anni si preferisce lasciare i bambini solo davanti alla tv o al computer perché bisogna andare al lavoro o perché tutti lo fanno o perché devo uscire con gli amici o con le amiche.

Pochi anni fa spopolava un video gioco dove lo scopo era quello di rubare auto e fuggire. Se durante il tragitto, poi, si ammazzava qualcuno, si guadagnavano addirittura dei punti. Non c’è stato bambino/a che non ci ha giocato. Che messaggio educativo ha lasciati questo video game?

Famiglia

Cazzo devo lavorare tutto il giorno perché vivo per lavorare! Quindi “caro a mammina/papino fai i compiti e guarda la tv o gioca con la console. Fai il bravo!”. Secondo voi quanto tempo sarà dedicato allo studio e quanto alla tv ed alla console? Ma, soprattutto, cosa impara un bambino/a vittima del sistema che ci costringe a vivere per lavorare (anche con paghe da fame)? Tra l’altro ci sono genitori che spingono i propri figli alla sovraesposizione mediatica per avere il guadagno facile senza pensare che tutto ciò va a scapito sia dei figli sia di chi li segue.

Scuola

Scuola: tra taglio delle classi e del personale e le classi pollaio cosa si insegna ai ragazzi/e? Oggi la scuola non solo non educa più ma si limita ad istruire (male) i ragazzi/e ad un approccio alla vita dove conta solo il lavoro (tra l’altro con progetti scuola-lavoro che vedono “ogni tanto perire” qualche malcapitato). Il dubbio, la curiosità, il sapere, il confronto, il ragionamento, l’analisi, la critica, il senso civico, il rispetto delle regole, il bilanciamento tra diritti e doveri, le analisi sono sacrificati sull’altare della competitività. Questo crea automi privi di etica e morale nonché profondamente ignoranti.

Istituzioni

Le istituzioni non fanno altro che avallare politiche di taglio dei costi. Tagli che hanno portato alla chiusura di asili nido, di biblioteche, di parchi gioco e di strutture sportive pubbliche.

Nel frattempo un nuovo modello ha preso piede nella società, grazie anche ad uno che pochi giorni fa ci ha lasciato. Modello che fa suo il motto “apparire conta più della sostanza”.

Fa nulla che appaio come un rincoglionito: mi perculano in tanti però grazie a queste perculate faccio like e guadagno in poche facilmente cifre che un operaio neanche dopo 12 mesi riesce a guadagnare.

I social sono pieni di rincoglioniti che seguono altrettanti rincoglioniti (leggi influencer) che si inseguono a colpi di video creati ad hoc per fare visualizzazioni. Fa nulla se in quei video sono mortificati luoghi o persone; conta il risultato ossia il like.

L’esibizionismo ha preso il sopravvento sulla conoscenza

I followers pesano più dei libri. Alla fine si crea un essere strafottente, narciso/a, irriverente, che disprezza chi guadagna solo 1.500 euro al mese, amanti del bel fisico (guai se hai la panza o sei calvo o se le tette sono piccole…)

Così in molti hanno perso il senso del reale e con esso la percezione del pericolo. Idiozia e pericolo, anzi, sono il mix perfetto per far salire i like e quindi far guadagnare tanti soldini. Un mondo capovolto dove i fessi sono quelli che la mattina si svegliano presto per andare a lavorare, che pagano le tasse, che rispettano le leggi e che, soprattutto rispettano le persone e il mondo che li circonda.

A voi questo piace? A me no.

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Informazioni su Alfredo Di Costanzo 27855 Articoli
Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

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