Collot: “Uber e le pressioni sui governi ovvero la farsa del libero mercato”

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Qualche giorno fa il lobbista irlandese Mark MacGann, ex dirigente di Uber, ha fatto trapelare 124 mila file dell’azienda con i quali si è scoperchiato un vaso di Pandora di cui però non bisogna sorprendersi. Pressioni e negoziazioni con vari politici, tra cui Macron, Neelie Kroos, ex vicepresidente della Commissione UE, e il nostro Matteo Renzi, per ottenere condizioni di favore in più di 40 paesi.

Ruolo egemone

L’obiettivo era assumere un ruolo egemone sul mercato dei taxi, a discapito anche degli autisti, e la loro protesta è scattata in tutta Italia, con alcuni che si sono incatenati a Montecitorio. Queste rivelazioni arrivano mentre già la protesta nella categoria era montata contro l’articolo 10 del famigerato dl concorrenza, ovvero il decreto con il quale il governo si appresta a svendere tutti i servizi pubblici alle grandi multinazionali.
Il caso Uber mostra come funziona in realtà il tanto glorificato libero mercato. Oltre al tema del controllo pubblico delle piattaforme digitali, si rende evidente che le liberalizzazioni favoriscono in realtà solo monopoli e oligopoli, di cui i vari rappresentanti politici eseguono gli ordini. Sotto la retorica della sharing economy vi è la realtà della turistificazione delle città, sempre meno a misura di chi le abita e di chi ci lavora.
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Informazioni su Alfredo Di Costanzo 27852 Articoli
Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

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