Nel primo fine settimana del Cashback voluto dal governo Conte, che sarà in vigore anche nel 2021 e 2022, iniziano a emergere tutte le contraddizioni del caso.
Al di là degli ormai tristemente prevedibili problemi tecnici relativi alla registrazione, la Cgia di Mestre nota come nei prossimi due anni il Cashback ci costerà ben 4,7 miliardi di euro, favorendo di fatto chi già può spendere di più.
Il provvedimento, secondo le statistiche, andrà nella sostanza a favorire soprattutto professionisti con una situazione economica medio-alta che vivono nelle grandi aree urbane del Nord.
Altri scopi
I quasi 5 miliardi in più di indebitamento pubblico dovuti a questo provvedimento saranno utili, insomma, per aumentare le spese di chi già oggi spende di più, ma non incideranno su chi sta già pagando, e continuerà a pagare, il prezzo di questa crisi.
Ma non sarebbe stato più utile utilizzare questi soldi per altri scopi, magari nella direzione della redistribuzione della ricchezza, piuttosto che favorire chi già vive, e spende, senza particolari patemi?
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