Imposta di bollo sul conto deposito: cos’è e chi la paga

Imposta di bollo sul conto deposito: cos’è e chi la paga



I conti deposito sono tra i prodotti finanziari preferiti dagli italiani. Perché sono facili da aprire, non è necessario spendere cifre elevate per la loro gestione e perché ormai molti istituti di credito permettono di prelevare qualsiasi somma in tempo zero, ogni volta che è necessario. Stiamo quindi parlando di un prodotto finanziario che ci permette di ottenere degli interessi, senza dover pagare penali o costi salati nel caso in cui si decida di utilizzare in altro modo il proprio denaro. L’unica spesa sempre presente è la famigerata imposta di bollo conto deposito.

Cos’è l’imposta di bollo

Si tratta di un’imposta, quindi di un tributo che paghiamo allo Stato e non alla banca, che ammonta allo 0,2% della somma in giacenza. Tale tassazione viene applicata in forme diverse, a seconda del tipo di contratto stipulato con lo specifico istituto di credito. L’imposta di bollo sul conto deposito si salda nel momento in cui si riceve l’estratto conto; fatto che avviene in genere una solta volta all’anno, ma che alcune banche inviano a scadenza mensile, trimestrale o quadrimestrale. Stiamo comunque parlando di cifre minime trattandosi del 2 per mille della cifra depositata. Esistono però importanti differenze nel caso in cui l’intestatario sia una persona fisica o meno. Per le persone fisiche infatti non esiste un tetto massimo; per i soggetti diversi invece l’imposta non può superare i 14.000 euro.

Come non pagare l’imposta di bollo

Negli ultimi anni, per quanto riguarda questo tipo di tassazione, le cose sono molto cambiate. Nel 2014, infatti, la tassa è stata aumentata dallo 0,15 allo 0,2 %; al contempo però è stato eliminato l’importo minimo, che ammontava a 34,20 euro per i conti deposito di ammontare superiore ai 17.000 euro. Si deve poi considerare che moltissimi istituti di credito offrono ai propri clienti trattamenti diversi a seconda dei casi. Ci sono infatti banche che saldano per conto dei propri clienti le imposte di bollo, altre che lo fanno solo per le cifre vincolate sul conto deposito. In ogni caso, per il piccolo investitore che ha a disposizione cifre non cospicue stiamo parlando di un risparmio che non è poi così elevato, data la percentuale minima dovuta allo Stato.

Calcolare quanto si guadagna sul conto deposito

Resta comunque il fatto che chi deve pagare l’imposta di bollo sul conto deposito dovrà considerare in modo preciso la cifra da saldare, in ordine al conteggio effettivo, netto, degli interessi ottenuti dall’investimento. Diciamo che, ad oggi, le percentuali di interessi che si possono godere su un conto deposito non sono altissime; molti italiani ritengono, però, questo metodo di investimento particolarmente interessante, dato che sui conti correnti non si ottiene alcun tipo di interesse sulle cifre che vi rimangono depositate, anche se ciò avviene per lunghi anni. In alcune banche poi, al guadagno netto degli interessi sul conto deposito si deve togliere, oltre alle imposte, anche le eventuali spese per la gestione del conto stesso. Meglio quindi trovare un istituto che non richiede questo tipo di spesa.

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