Processo Cucchi, ha fallito l’Italia della giustizia



Ennesima vergogna italiana, ennesima vicenda che ha lasciato con l’amaro in bocca  tanti cittadini italiani, il dolore ancora più forte ai familiari e che ha dimostrato nuovamente che ci sono dei limiti invalicabili che i “normali” essere umani non possono oltrepassare.

Dalla strage di Bologna ad Ustica passando per la scuola Diaz e finendo con gli scontri durante il corteo degli operai delle acciaierie di Terni, c’è sempre un comune denominatore che fa si che le colpe e le condanne siano minime e spesso inesistenti. Il caso Cucchi è l’ennesima riprova del fatto che dopo anni di processi sia arrivata la conclusione più ovvia e cioè che non ci sono stati colpevoli, perchè il fatto non sussiste, perchè il giovane Stefano al momento del decesso pesava 37 chili, aveva diverse ecchimosi alle gambe, al viso, all’addome e al torace, due fratture alla colonna vertebrale e una alla mascella e che è stato giustificato dal sindacato di polizia come “vita dissoluta e quindi ne ha pagato le conseguenze.”

Nessuno mette in dubbio che chi sia in possesso di droga debba essere arrestato, ma esistono leggi, esistono i processi esistono delle procedure che devono essere rispettate perchè il cittadino deve prendere esempio, deve avere delle regole ma  chi deve far rispettare questi meccanismi deve essere ligio al dovere e sopra ogni sospetto. Non puntiamo il dito contro le forze dell’ordine ma contro un sistema che ha delle falle terribili che per l’ennesima volta ha portato alla morte di un ragazzo che, a prescindere dal suo stile vita, è entrato sulle sue gambe e ne è uscito in una bara.

In questi anni di processi rimangono solo due immagini forti contrapposte l’una all’altra la gigantografia del volto di Stefano Cucchi e quei “diti medi” alzati  a fine processo verso i familiari e agli amici  giustificati da alcuni come “uno sfogo”.

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Informazioni su Emanuele Bompadre 16695 Articoli
Emanuele è un blogger appassionato di web, cucina e tutto quello che riguarda la tecnologia. Motociclista per passione dalle sportive alle custom passando per l'enduro, l'importante è che ci siano due ruote. Possessore di una Buell XB12S è un profondo estimatore del marchio americano.

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