
Il gesto di un folle, così come verrà acclarato dalle indagini condotte nei mesi successivi, ha squarciato la tranquillità che deve accompagnare un luogo destinato alla sana crescita delle future generazioni di questo paese. Gesto accompagnato, come spesso accade in queste occasioni, dalle consuete dietrologie su presunti coinvolgimenti di servizi segreti deviati, sempre pronti a distrarre la pubblica opinione in caso di crisi politica.
Quella mattina una ragazza di sedici anni, Melissa Bassi, ha perso la vita, nove persone rimasero ferite, tra cui due compagne di scuola della vittima in maniera grave. Giovanni Vantaggiato, autore dell’attentato, è attualmente sotto processo, il PM Motta ha chiesto la pena dell’ergastolo per omicidio e strage. Oggi, un anno dopo, due ministri (Massimo Bray titolare del dicastero dei beni e le attività culturali, e Maria Chiara Carrozza, sua collega per la pubblica istruzione) hanno partecipato alla commemorazione, indossando la maglietta bianca con la scritta “Io non ho paura”, voluta dai compagni di scuola di Melissa, assieme ai ragazzi della scuola di Scampia intitolata alla giovane vittima.
Conseguentemente all’accertamento della responsabilità dell’imprenditore che ha causato tanti danni alla comunità brindisina, molti attori sociali hanno iniziato a cercare le eventuali giustificazioni per sgravare dalle proprie responsabilità l’attentatore. Si è parlato di come egli si sia sentito oppresso dal tribunale (antistante alla scuola) per delle cause civili che l’hanno visto soccombere. Si è cercato di dimostrare come egli aveva buone ragioni per immedesimarsi come vittima della società.
La stessa cosa, in quest’anno, è accaduta, con forme e modi diversi, anche in altre situazioni. Pochi mesi fa a Perugia un imprenditore cui era stato negato un prestito, ha fatto un’irruzione negli uffici regionali uccidendo due impiegate. Il giorno del giuramento del governo Letta un disoccupato ha fatto fuoco, ferendo in maniera grave il brigadiere Giangrande.
Giustificare uno qualsiasi di questi gesti significa giustificare anche gli altri. Il disoccupato di Monte Citorio, l’imprenditore di Perugia e Giovanni Vantaggiato avranno anche potuto avere le loro ragioni per essere arrabbiati. Nessuno di loro però è giustificato nell’usare le armi per risolvere i propri problemi.
Silvio Rossi
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