ANGUILLARA – CONSIGLIO COMUNALE APERTO PER OSPEDALE BRACCIANO



E tregua sembra essere tra le varie forze politiche del Comune, anche se non è mancato un breve ma alquanto sonoro battibecco tra i consiglieri Francocci e Gasperini.
Tutti i capo gruppo hanno avuto modo di intervenire con dichiarazioni di voto, e tutti assolutamente contrari alla paventata chiusura dell’ospedale di Bracciano così come pure unanimamente  grati all’Amministrazione per aver convocato questo Consiglio straordinario che dovrà servire ad  impegnare il Comune di Anguillara  a porre in essere tutte quelle azioni necessarie a scongiurare i provvedimenti previsti per il Padre Pio nel “decreto Polverini”.
Nel corso del Consiglio sono intervenuti anche privati cittadini oltre al consigliere provinciale Minnucci e al sindaco di Bracciano Giuliano Sala. Quest’ultimo invoca una necessaria “battaglia di territorio e non politica”. Subito dopo però sottolinea il dissenso all’interno della maggioranza regionale fornendo come esempio quello dell’assessore Lollobrigida che si trova ad avallare il piano Polverini che coinvolge proprio la città di Subiaco che lo ha eletto.
Lo stesso Sala racconta la sua versione su quanto accaduto in Regione dove venerdi mattina i sindaci delle città coinvolte hanno cercato di superare i “tornelli” pensando che le loro fasce tricolori potessero sostituire la “tessera del tifoso” e garantire loro l’accesso sempre e comunque in qualunque palazzo governativo. Altre versioni dei fatti parlano invece di sistemi da “centri sociali” usati da chi, proprio indossando la fascia tricolore dovrebbe invece dare l’esempio al resto dei cittadini.
A chi scrive interessa poco avvalorare questa o quella verità, sappiamo però cosa potrebbe succedere ad un manipolo di cittadini che anche se a ragione, pretendessero di essere ricevuti in Comune da uno qualunque di quei sindaci che hanno “manifestato” in Regione!
Battaglia sì, ma all’interno della legittimità, sempre!
E di territorio si è ancora discusso quando qualcuno ha addirittura ipotizzato che tra tutti i Comuni interessati, la spunteranno solo quelli che faranno la voce grossa, quelli che terranno i toni più alti. Non siamo d’accordo naturalmente, perché se è indispensabile il coinvolgimento della popolazione, non è certo quest’ultima che deve sostituirsi agli amministratori.
E qui bisognerebbe capire se il termine “territorio” significa ‘senza colori politici’ oppure ‘sollevazione popolare’.
Noi crediamo debbano essere i nostri “votati” a confrontarsi su basi di legittimità, senza colorazioni partitiche e senza campanilismi veri o tantomeno temporanei solo per “cavalcare l’onda”. Serve sicuramente una riconversione seria all’interno della sanità laziale, ma non deve tenere conto  secondo noi, dalla cocciuta pretesa di avere un nosocomio per ogni singolo Comune.
Serve prendere atto in Regione che esiste un decentramento di residenze dalle grandi città verso le provincie e i servizi non possono e non devono essere in controtendenza. Ma serve anche rispettare quegli standard economici che qualunque azienda orientata alla competività non può ignorare.
E sugli standard, anzi sui numeri che ne sono parte integrante, forse l’Ospedale di Bracciano da qualche tempo, non rappresenta sicuramente l’eccellenza: sopravvive, ma non vive certamente di una vita ottimale.
La stessa dottoressa Francocci, nel suo intervento, parla di Bracciano come di un ospedale con “produttività in linea” ma conferma anche che “un ospedale per paese è antieconomico soprattutto perché dovrebbe essere un complesso mosaico di figure interdipendenti”.
Poste all’attenzione dei presenti anche le innumerevoli difficoltà che subirebbero pazienti e loro congiunti qualora dovessero rivolgersi agli ospedali di Civitavecchia o di Roma, ma stranamente nessuno parla dei lavoratori del nosocomio di Bracciano che non avranno certamente piacere da domani, a trasformarsi in pendolari…
C’è chi non dimentica che il debito della sanità laziale “viene da lontano”, così come chi lamenta che il “decreto Polverini” non sia mai stato discusso con le amministrazioni locali alle quali è stato letteralmente “calato dall’alto”.
C’è anche chi, come il consigliere Casasanta, cerca di riportare il discorso sui dati che hanno determinato, secondo la logica dei tecnici che non possono non aver studiato il caso, l’inclusione dell’ospedale di Bracciano nel piano in discussione; fornisce numeri tutt’altro che positivi sull’attività dell’ultimo anno del Padre Pio che tuttavia, gli fa notare la dottoressa Francocci, devono avere la giusta chiave di lettura.
La votazione per l’impegno del Comune è unanime, così come è unanime in quasi tutti i presenti il pessimismo che il giorno 13 ottobre il temuto “piano Polverini” non potrà che essere approvato dal Governo.
Chiudiamo questo brevissimo resoconto rimanendo tra i numeri. Se gli abitanti di Anguillara sono circa 19 mila, i presenti all’ultimo Consiglio Comunale “aperto” (ben quarantacinque persone), rappresentano lo 0,23% dei cittadini interessati (interessati si fa per dire) al destino dell’ospedale Padre Pio. Non ce ne voglia il sommo padre Dante se in sua memoria motteggiamo, ricordando l’impegno degli azzurri nell’Irlanda del Nord, “più che l’amor per l’ospedale poté  il digiun da nazionale”.

Renato Magrelli

[foldergallery folder=”cms/file/BLOG/2596/” title=”2596″]

Per una stampa libera


sostieni il nostro lavoro con una donazione

ANGUILLARA – CONSIGLIO COMUNALE APERTO PER OSPEDALE BRACCIANO

Le donazioni con PAYPAL sono sicure al 100%



Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.