Il sistema della corruzione



Il sistema della corruzione” è l’ultimo libro di Piercamillo Davigo, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati e di Sezione della Corte Suprema della Cassazione. Un testo ricco di spunti, analisi e riflessioni, che fotografa il peggiore dei mali della nostra amata nazione, la corruzione.

Ecco alcuni dei pensieri raccolti, parole che nella mente di un cittadino libero ed onesto dovrebbero indurre a dire no alla radice dei nostri malesseri civili.

La corruzione ha due caratteristiche: è seriale e diffusiva. E’ seriale in quanto coloro che sono dediti a questi illeciti tendono a commetterli ogni volta che ne hanno occasione. E’ diffusiva in quanto corrotti, corruttori e intermediari, al fine di assicurarsi la realizzazione dei patti illeciti e di evitare di essere scoperti, tendono a coinvolgere altre persone, creando una fitta rete di relazioni illecite. Appare, quindi, un grave errore considerare i reati di corruzione come episodi isolati, anziché calarli nel contesto generale in cui si compiono.

 

 

Il sistema della corruzione prevede collegamenti ad altri reati quali quelli fiscali, riciclaggio e turbative d’asta. Il rispetto delle regole nel mercato della corruzione è affidato al mercato illegale stesso; il rispetto delle regole è assicurato dal potere di intimidazione che promana dalle organizzazioni criminali e dall’uso della forza. Tali meccanismi sono efficaci solo se gli attori illegali li percepiscono come stabili nel tempo. Gli accordi di corruzione e gli scambi politici ed elettorali sono rinsaldati dalla tutela mafiosa, che garantisce l’omertà. La partita tra guardie e ladri, è sbilanciata a favore dei ladri. Gli interventi di natura preventiva non sembrano risolutivi, ma si incanalano nella soffocante burocrazia. Sono assenti, poi, i controlli di prodotto, idonei a verificare quali beni siano stati forniti alla Pubblica Amministrazione, a quale prezzo, in quanto tempo e di che qualità.

 

 

La carriera politica si fa mostrando di avere un seguito, e siccome spesso questo seguito non c’è, ecco che lo si inventa. Un farabutto inventa iscritti che non esistono, con il risultato che finirà sempre per battere il politico onesto, perché se questi ha convinto mille elettori, il disonesto creerà mille e cento tessere e vincerà comunque. Maggioranza e opposizione si spartivano le mazzette. Si comportavano come i “ladri di Pisa” che di giorno facevano finta di litigare e di notte rubavano insieme. Le liste elettorali sono redatte da chi ha il controllo del partito perché ha vinto il congresso. Ma chi vince il congresso? Lo vince chi ha maggiori voti congressuali (leggi tessere comprate). Tutto questo può accadere perché in Italia i partiti politici sono associazioni non riconosciute, non hanno cioè alcuna regola, nemmeno le minime che valgono per una società di persone.

 

 

La principale attività della politica per oltre vent’anni non è stata quella di rendere più difficile commettere reati di corruzione, ma quella di rendere più difficili indagini e processi su quei delitti. Per ottenere risultati duraturi contro la corruzione non basta l’intervento penale, ma è necessario un netto e diffuso impegno culturale. Oggi non sono più i partiti ad aggregare il consenso, ma l’informazione, o meglio la disinformazione ad essa sottostante. Spesso i fatti vengono manipolati, filtrati, nascosti da un sistema controllato in maniera ferrea. Il commento fuorviante prevale sulla cronaca, relegata in posizioni marginali per consentire ai media di parlar d’altro. Occorre introdurre anche da noi la figura dell’agente sotto copertura (previsto dalla Convenzione Onu). Il rispetto delle leggi nei fatti e nella sostanza non appare il primo doveroso requisito della politica. Seriale, diffusa, contagiosa, organizzata: la corruzione è il male antico che in Italia arriva a minare le fondamenta del vivere civile.

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Informazioni su Alfredo Di Costanzo 27840 Articoli
Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

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