Si celebra domani, 10 febbraio, secondo quanto stabilito purtroppo solo nel 2004 dal nostro Governo, una giornata per conservare il ricordo delle atrocità di cui furono vittime migliaia di italiani di Fiume dell’Istria durante l’ultima fase della seconda guerra mondiale.
Solo da pochissimi anni quindi, i parenti degli “infoibati” sono riusciti ad ottenere quel riconoscimento storico che da qualche parte ancora si cerca di nascondere se non addirittura dileggiare.
Se da un lato la shoah commemorata alcuni giorni orsono, continua ad avere insulsi negazionisti che fondano sul niente le loro tesi oscurantistiche, dall’altro persiste l’offesa della memoria delle “vittime titine” che, seppur di numero considerevolmente inferiore, non può ugualmente essere scusata e tollerata.
Strana democrazia la nostra, così permissiva e così deliberatamente “a senso unico”!
Sarebbe infatti impensabile per la nostra democrazia accettare strade o piazze intitolate ai leader del nazifascismo, eppure almeno una decina di strade in diverse città italiane sono intitolate al famigerato maresciallo nonostante diversi sindaci abbiano formalmente chiesto di cambiare la toponomastica delle loro città. Ne è stato investito persino il Quirinale dal quale guarda caso, non sembra sia mai arrivata alcuna risposta.
Viviamo quindi “democraticamente” in un Paese che da un lato commemora le disgraziate vittime delle foibe mentre nel contempo non si vergogna di onorare chi fu il loro boia.
E non basta la disattenzione di oggi che segue quella di più di cinquant’anni, c’è purtroppo di peggio, di molto peggio.
Esistono infatti siti web (non li citeremo mai per non fare loro pubblicità) in cui si parla di “presunti massacri delle foibe” frutto di “propaganda revisionistica, neonazionalistica e fascistoide” che cerca di difendere non dei poveri italiani ma dei “sostenitori dell’anteriore regime fascista ed i collaborazionisti filo-nazisti”!
A questo siamo arrivati e forse questo é lo scotto della democrazia che, seppure preferibile a qualunque forma di totalitarismo, dalle nostre parti è manifestamente malata visto che educa a certi sconfinamenti morali assolutamente vergognosi.
E non è tutto! C’è pure chi parla di una ricorrenza istituita “per dare un contentino a uno stuolo di vecchi lamentosi”, così come chi si diverte a giocare con la zona delle foibe definendola una serie di “località vacanziere preferite da fascisti e anticomunisti; fiore all’occhiello del turismo istriano e carsico, sono così glamour da esser state definite da molti storici contemporanei come “il Porto Cervo del Friuli” . ”C’è solo un rasserenante silenzio che permette ai fortunati ospiti di rilassare le membra e ritemprare l’animo”.
Ecco, questo è quello che genera l’ignoranza e la falsa democrazia: la infame capacità di giocare con le tragedie spacciando il peggior dileggio come se fosse la migliore ironia.
I martiri, tutti i martiri, è questo che meritano da noi?
Solo da pochissimi anni quindi, i parenti degli “infoibati” sono riusciti ad ottenere quel riconoscimento storico che da qualche parte ancora si cerca di nascondere se non addirittura dileggiare.
Se da un lato la shoah commemorata alcuni giorni orsono, continua ad avere insulsi negazionisti che fondano sul niente le loro tesi oscurantistiche, dall’altro persiste l’offesa della memoria delle “vittime titine” che, seppur di numero considerevolmente inferiore, non può ugualmente essere scusata e tollerata.
Strana democrazia la nostra, così permissiva e così deliberatamente “a senso unico”!
Sarebbe infatti impensabile per la nostra democrazia accettare strade o piazze intitolate ai leader del nazifascismo, eppure almeno una decina di strade in diverse città italiane sono intitolate al famigerato maresciallo nonostante diversi sindaci abbiano formalmente chiesto di cambiare la toponomastica delle loro città. Ne è stato investito persino il Quirinale dal quale guarda caso, non sembra sia mai arrivata alcuna risposta.
Viviamo quindi “democraticamente” in un Paese che da un lato commemora le disgraziate vittime delle foibe mentre nel contempo non si vergogna di onorare chi fu il loro boia.
E non basta la disattenzione di oggi che segue quella di più di cinquant’anni, c’è purtroppo di peggio, di molto peggio.
Esistono infatti siti web (non li citeremo mai per non fare loro pubblicità) in cui si parla di “presunti massacri delle foibe” frutto di “propaganda revisionistica, neonazionalistica e fascistoide” che cerca di difendere non dei poveri italiani ma dei “sostenitori dell’anteriore regime fascista ed i collaborazionisti filo-nazisti”!
A questo siamo arrivati e forse questo é lo scotto della democrazia che, seppure preferibile a qualunque forma di totalitarismo, dalle nostre parti è manifestamente malata visto che educa a certi sconfinamenti morali assolutamente vergognosi.
E non è tutto! C’è pure chi parla di una ricorrenza istituita “per dare un contentino a uno stuolo di vecchi lamentosi”, così come chi si diverte a giocare con la zona delle foibe definendola una serie di “località vacanziere preferite da fascisti e anticomunisti; fiore all’occhiello del turismo istriano e carsico, sono così glamour da esser state definite da molti storici contemporanei come “il Porto Cervo del Friuli” . ”C’è solo un rasserenante silenzio che permette ai fortunati ospiti di rilassare le membra e ritemprare l’animo”.
Ecco, questo è quello che genera l’ignoranza e la falsa democrazia: la infame capacità di giocare con le tragedie spacciando il peggior dileggio come se fosse la migliore ironia.
I martiri, tutti i martiri, è questo che meritano da noi?
Renato Magrelli [foldergallery folder=”cms/file/BLOG/7405/” title=”7405″]