Le recenti interruzioni che hanno colpito i servizi di AWS, Microsoft Azure e Fastweb hanno messo in luce un elemento comune: problemi nella risoluzione DNS. Sebbene i disservizi siano stati risolti in tempi rapidi, gli effetti si sono fatti sentire su migliaia di utenti e aziende in tutto il mondo, con perdite economiche e operative che, in molti casi, non potranno essere recuperate.
Quando un DNS si blocca, si ferma anche l’economia digitale
Il Domain Name System (DNS) è una delle infrastrutture più antiche e fondamentali di Internet, attiva dal 1983. La sua funzione è quella di tradurre i nomi di dominio in indirizzi IP e viceversa, permettendo a utenti e applicazioni di raggiungere server e servizi in rete senza dover ricordare stringhe numeriche.
Come ha spiegato la stessa Amazon dopo il blackout dei propri servizi, un problema anche minimo nella risoluzione DNS può innescare un effetto domino capace di compromettere la stabilità di intere reti. È accaduto, ad esempio, con il malfunzionamento degli endpoint DNS di DynamoDB nella regione statunitense di N. Virginia (us-east-1), che ha provocato un blocco temporaneo dei servizi cloud AWS a livello globale.
Analogamente, disservizi nei sistemi DNS di Fastweb e Azure hanno causato difficoltà di accesso a reti intranet, applicazioni aziendali e piattaforme pubbliche. La lezione è chiara: anche una breve interruzione può tradursi in perdite economiche e reputazionali significative.
Attacchi e vulnerabilità del DNS
Il DNS non è immune da attacchi informatici. Anzi, rappresenta uno dei bersagli più frequenti per hacker e gruppi criminali.
Attraverso attacchi di tipo DNS hijacking o cache poisoning, un malintenzionato può alterare la corrispondenza tra dominio e indirizzo IP, reindirizzando l’utente verso siti falsi o malevoli senza che se ne accorga. È una tecnica subdola e altamente efficace, che sfrutta il DNS come porta d’ingresso per la diffusione di malware, ransomware o phishing mirato.
Per questo motivo, i servizi di risoluzione DNS devono essere robusti, aggiornati e ridondati, ossia in grado di spostare automaticamente il traffico su server alternativi in caso di malfunzionamento o attacco.
Le buone pratiche per un DNS sicuro
Per garantire la continuità operativa e ridurre i rischi di interruzione, ogni azienda dovrebbe assicurarsi che il proprio provider o carrier adotti standard elevati nella gestione del DNS.
Le principali raccomandazioni individuate da FlashStart sono:
-
Verificare i servizi DNS utilizzati dal fornitore e la loro collocazione geografica;
-
Richiedere piani di recovery e backup con tempi di risposta definiti;
-
Pretendere un DNS di riserva in grado di attivarsi automaticamente in caso di guasto.
Il DNS deve essere veloce, resiliente e ridondato, perché un singolo punto di vulnerabilità può compromettere la produttività di intere reti aziendali.
FlashStart: sicurezza e prestazioni a livello globale
In questo scenario, la società italiana FlashStart, leader nella protezione della navigazione Internet, offre soluzioni DNS sicure e performanti adottate da aziende, scuole e istituzioni pubbliche in oltre 160 Paesi, attraverso una rete di 700 partner internazionali.
Secondo le rilevazioni del benchmark indipendente DNSPerf, il DNS Resolver di FlashStart risulta tra i più veloci al mondo, con un uptime superiore al 99,5% e una copertura che consente la navigazione sicura di oltre 32 milioni di utenti su scala globale.
Oltre alla rapidità e all’affidabilità nella risoluzione dei nomi di dominio, FlashStart offre un “DNS sicuro”, in grado di bloccare automaticamente malware, ransomware e contenuti indesiderati.
Le aziende, i provider e le pubbliche amministrazioni che adottano il sistema possono definire politiche di navigazione personalizzate e monitorare la sicurezza della propria rete attraverso report e alert in tempo reale.
Una rete globale per la protezione digitale
FlashStart dispone di oltre 70 nodi nel mondo, localizzati nelle principali capitali e nei punti di interscambio del traffico Internet (IXP).
In Italia, la presenza è già consolidata con server attivi a Milano, Roma e Bologna, e presto anche a Napoli.
Questa rete consente di garantire piani di backup, disaster recovery e gestione delle emergenze, elementi indispensabili per mantenere operativi i servizi anche in caso di guasto o attacco informatico.
In un’epoca in cui la continuità digitale è sinonimo di sopravvivenza aziendale, la lezione offerta dai recenti blackout di AWS, Azure e Fastweb è evidente: affidarsi a servizi DNS sicuri e aggiornati non è un optional, ma una necessità strategica.











