Di Battista: “Sarebbe bello se la stessa attenzione dimostrata per la questione Zaki fosse riservata anche alla questione Assange”

zaki



Così Alessandro Di Battista sulla sua pagina Facebook:

Patrick Zaki domani tornerà in Italia. È una splendida notizia. Ieri Zaki era stato condannato (condanna che grida vendetta) a 3 anni di carcere. Oggi il Presidente Al-Sisi gli ha concesso la grazia. Pare che il governo italiano si sia già intestato il successo “siamo stati decisivi”. Benissimo comunque. Zaki venne arrestato all’aeroporto del Cairo il 7 febbraio del 2020. Alcuni giorni dopo venne trasferito in carcere dove è rimasto fino al 7 dicembre del 2021, giorno della terza udienza durante la quale i giudici hanno ordinato la sua scarcerazione. Si è fatto quasi un anno di carcere. In una prigione egiziana.

Una tragedia

Politici e autorità si sono mossi immediatamente, in Italia e in Europa. Ricordo manifestazioni, fiaccolate, dirette televisive, servizi giornalistici, centinaia di articoli di stampa. Si è mosso il Parlamento europeo. Si sono mossi tutti i nostri ministri degli Esteri. Di destra, di sinistra e dannatamente democristiani. Il Comune di Roma, con voto unanime, gli ha conferito la cittadinanza onoraria. Appena scarcerato (ma costretto a restare in Egitto), il 12 dicembre 2021 Fabio Fazio l’ha giustamente invitato a Che Tempo Che Fa. Poi appelli, interrogazioni parlamentari, raccolte firme.

Fino alla grazia di oggi

Ecco sarebbe bello se la stessa attenzione dimostrata da politici e giornalisti per la questione Zaki fosse riservata anche alla questione Assange. Ne basterebbe il 10% per creare pressione e imbarazzo alle autorità USA e britanniche. Invece da 12 anni (salvo rare eccezioni) vedo solo silenzio, ipocrisia e pavidità. I servizi su Assange, il più grande giornalista vivente che sta marcendo in un carcere a Londra per aver pubblicato notizie vere e di pubblico interesse, si contano sulle dita di una mano. Politici che hanno preso posizione praticamente zero. Fazio (e con lui molti altri) non è riuscito ad invitare neppure una volta la moglie di Assange nonostante sia venuta in Italia ripetutamente per sensibilizzare la pubblica opinione su questa vergogna. Assange sta morendo in una cella 3X4. Una cella che si trova nel cuore del democratico e libero occidente a pochi km da Wimbledon dove il giorno della finale c’erano centinaia forse migliaia di giornalisti. Ma più che la prigionia lo sta assassinando il silenzio dei difensori dei diritti umani a giorni alterni. Sepolcri imbiancati che dovrebbero vergognarsi ma che preferiscono contare i soldi e gli scatti di carriera ottenuti grazie a bocche chiuse e penne e coscienza lasciate nel cassetto.

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Informazioni su Alfredo Di Costanzo 27857 Articoli
Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

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