ANGUILLARA – PASQUETTA: PROVE DI “TURISMO SOSTENIBILE”



Diciamo subito che siamo perfettamente a conoscenza dell’esistenza del vecchio adagio che recita “la coperta è corta”, così come sappiamo che è una sorta di pane quotidiano per l’attuale Amministrazione, ma quello che ci sfugge è dove si trova, perché noi non abbiamo neanche il piacere di sapere se esiste veramente questa benedetta coperta.
Abbiamo voluto rinunciare ancora una volta alla “gita fuori porta” di Pasquetta per goderci la variegata offerta della “stazione di soggiorno e turismo” sabatina, e una volta di più abbiamo dovuto pentircene e accusare lancinanti fitte al fegato.
Ci sono Comuni che proprio in previsione di Pasquetta e della bella stagione, dispongono, a tutela dei turisti, di posti di primo soccorso, così come ci sono Comuni che sono stati capaci di consolidare collaborazioni con diverse associazioni quali quella dei Carabinieri d’Italia, la protezione civile, le guardie zoofile, i guardiaparco. C’è chi si adopera, magari grazie ad operazioni di volontariato, alla pulizia delle spiagge, chi alla riverniciatura delle varie attrezzature, e chi si cautela contro i possibili “mal vezzi” di un tipo di turismo a cui a volte sarebbe meglio saper rinunciare.
Tutela dei turisti e tutela dell’ambiente quindi, al punto che a Castel Gandolfo per esempio, sono già vigenti ordinanze che impediscono di accendere fuochi, di introdurre materiali di plastica, e di fare picnic fuori delle aree specifiche. Il Commissario del Parco dei Castelli Romani ha addirittura lanciato una campagna informativa rivolta ai gitanti che sono stati sensibilizzati ad attenersi alle prescrizioni previste nelle aree protette al fine di non creare danni all’ecosistema.
Non sappiamo se in quella zona del Lazio le Istituzioni si sono poste il problema di scontentare qualche concittadino pur di ottenere il rispetto della “cosa comune”. Non lo sappiamo e immaginiamo che probabilmente qualche “anarchico a tutti i costi” si sarà risentito nel trovarsi di fronte a disposizioni di legge che tutelano il territorio, ma sappiamo pure che la maggioranza dei “turisti” è composto da persone intelligenti, capaci di assorbire qualche limitazione a fronte di privilegi.
A girare per il territorio sabatino invece, l’aria che si respira è di totale libertà, nel senso che ognuno si fa le regole per conto suo anche perché in questa zona l’amicizia è sacra e guai a scontentare gli amici e gli amici degli amici.
Attraverso la televisione inoltre, abbiamo dovuto prendere amaramente atto, che in altri paesini si sono formate file davanti alle “espressioni storico/culturali locali” offerte ai visitatori mentre qui da noi il “passeggio” sconfina in aree apparentemente interdette o si snoda tra venditori di artigianato ...“strettamente autoctono”. Il quadro è completato da stand con tecnologie di ultima generazione (…) e da spettacoli presentati, così come leggiamo in un comunicato, da un “…teatro ‘utile’, capace cioè di raccontare la società attuale, stimolare il senso di cittadinanza attiva e la riflessione critica…”.
Un ottimismo quello manifestato dai due attori encomiabile sotto tutti i punti di vista, ma siamo sicuri che Anguillara rappresenti la giusta nicchia di mercato?
Avevamo stolidamente sperato che per la gita di Pasquetta le nostre Istituzioni avrebbero potuto programmare (con la dovuta promozione naturalmente) visite guidate alla villa romana oppure al museo della piroga, ma forse l’attenzione è da tempo tutta rivolta al “guitar festival” previsto, udite udite, per …la metà di luglio!
A proposito della piroga, ma dopo la denuncia dello stato di abbandono in cui versava per evidente colpa della precedente amministrazione, come mai non è stata ancora riaperta al pubblico? Ancora mancanza di risorse economiche?
Lasciamo perdere la cultura, probabilmente non è pane per i nostri denti, e torniamo al …”turismo sostenibile” sabatino (sic!).
Una delle definizioni più calzanti afferma che al “turismo sostenibile” dovrebbe far capo il “rispetto e la salvaguardia dell’ambiente, avendo particolare cura di proteggere ecosistema e biodiversità, e nel contempo minimizzare quell’impatto ambientale causato da strutture e attività che sono in qualche modo legate al turismo”.
Bene, bastava salire oggi a Monte Chiodo per verificare come la volontà di fare “turismo sostenibile” qui ad Anguillara sia una mera utopia. Un centinaio di autovetture nel parcheggio, la solita storica fontanella che (fortunatamente) non eroga acqua, un paio di sportelli di sicurezza di cui evidentemente non si sente più il bisogno, una batteria che potrebbe sempre tornare utile, residui di un barbecue e due tavoli da pic nic privi di panche (saranno serviti per la …braciata?).
A qualcuno potrà pure sembrare strano, ma al cosiddetto “turismo sostenibile” fanno normalmente capo anche il “rispetto e la salvaguardia della cultura tradizionale delle popolazioni locali”, così come pure tra i requisiti troviamo il “consenso informato da parte delle popolazioni locali sulle attività intraprese a scopo turistico”, e “last but not least”, la “partecipazione attiva delle popolazioni locali nella gestione delle imprese ecoturistiche” e la “condivisione dei benefici socio-economici derivanti dal turismo”!
Guardare la zona di Martignano e negare l’esistenza di un qualunque piano di “turismo sostenibile” qui ad Anguillara è tutt’uno.
Se questa è l’offerta turistica, visto e considerato che da tempo la Città è sede di set cinematografici, si potrebbe pensare di chiamare Stanley Kubrick e chiedergli di girare “2013: Odissea nel …sabazio”.
Infine, proprio per restare comunque in tema festaiolo, abbiamo l’impressione che ad Anguillara è sempre attivo il gran cottio, solo che da una padella siamo purtroppo passati alla …brace!

Renato Magrelli [foldergallery folder=”cms/file/BLOG/7613/” title=”7613″]

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