Purtroppo anche quella della società moderna, basata su tecnicismi e burocrazia, conferma e conforta l’assunto citato. Da qui un semplicissimo assioma: anche la società civile è una jungla, per cui il termine ‘civile’ va letteralmente a farsi benedire.
Tra i vasi d’acciaio rappresentati dal potere politico (leggi Regione Lazio) e un fornitore di servizi (leggi Trenitalia), si trova quello di coccio rappresentato dal pendolarismo su ferro, la parte più debole quindi, destinata inevitabilmente a soccombere, esattamente come nella jungla.
I disservizi lamentati quotidianamente sulla linea Fr3 (tra l’altro in copia conforme di quelli registrabili sulla Fr1 e sulla Fr5) sono di vecchia data, al punto che dopo anni di vere e proprie angherie, peraltro sopportate più che civilmente dai “signori” pendolari, l’Associazione Paspartù decise di rivolgersi alla Magistratura. Stiamo parlando del mese di aprile del 2011, quando cioè la suddetta Associazione, dopo aver raccolto alcune centinaia di adesioni, diede mandato all’avvocato La Tempa di dare il via alle procedure necessarie per portare Trenitalia davanti ad un magistrato.
Stiamo parlando della “class action” che l’Associazione di Anguillara Paspartu’ ha faticosamente intentato nei confronti dell’inadeguatezza (un blando eufemismo), perdurante da lustri, dei vertici di Trenitalia.

Avvocato La Tempa, può darci qualche ulteriore indicazione sul prossimo futuro della Class Action?
“Nei processi civili, chi ‘agisce’ (Paspartù) presenta dei documenti così come chi ‘resiste’ (Trenitalia), che ha tempo fino al giorno dell’udienza per fare altrettanto e quindi per difendersi, cosa che è stata fatta dallo studio legale che rappresenta l’azienda ferroviaria. La Legge assegna un termine per dare la possibilità a chi ha ‘agito’ di rispondere alla costituzione di controparte. Se nell’udienza di lunedì scorso il PM avesse potuto essere presente, ci sarebbe stato comunque un rinvio chiesto da me per avere il tempo di studiare e rispondere alla documentazione prodotta dai legali di Trenitalia, con un successivo inevitabile rinvio necessario poi a Trenitalia per rispondere alle mie deduzioni”.
In termini di tempo, anche con approssimazione, di quanti mesi ancora ci sarà bisogno per sapere se la Class Action promossa da Paspartù potrà essere accolta?
“Nella prossima udienza di febbraio, il Giudice dietro richiesta, può concedere alle parti i seguenti termini perentori: un termine di ulteriori 30 gg per il deposito di memorie limitate alle sole precisazioni o modificazioni delle domande per l’eccezione delle conclusioni già proposte. Un termine di ulteriori 30 gg per replicare alle domande ed eccezioni nuove o modificate, un termine di ulteriori 20 gg per le sole indicazioni di prova contraria. Per cui, è possibile che da febbraio si debbano aggiungere altri 80 gg prima di poter avere una risposta in merito all’ammissibilità o meno della nostra richiesta di Class Action. Il Giudice comunque può anche non ritenere necessario concedere queste proroghe e pronunciarsi magari addirittura nella stessa udienza di febbraio”.
Avvocato La tempa, i pendolari non saranno certo contenti di questo slittamento.
“Me ne rendo perfettamente conto. Una buona notizia la posso tuttavia fornire: quando lunedì mattina il PM si stava accomiatando da noi per gli impegni accennati prima, ha comune avuto modo di dirmi che non si sarebbe opposto all’ammissibilità della Class Action e avrebbe dato quindi parere favorevole. A me, anche se è comunque il Giudice a dover decidere, sembra una nota assolutamente positiva”.
Dopo l’incontro con l’avvocato La Tempa, abbiamo raggiunto telefonicamente Salvatore Barbato Presidente di Paspartù per un suo commento in merito.
“Mentre i tecnicismi giuridici fanno il loro corso, noi non assumeremo certo una posizione attendistica. Stiamo infatti continuando a mantenere un livello di attenzione altissimo e a raccogliere documentazione quotidiana sui gravi disservizi che avvelenano la vita di tutti i pendolari su ferro. Non abbiamo inoltre mai interrotto i contatti con la nostra interlocutrice all’interno di Trenitalia con la quale ci relazioniamo frequentemente”.
Presidente Barbato, avete spesso lamentato come alle vostre battaglie non ci sia mai stato un concreto supporto politico. Solo promesse non mantenute, come sempre, a parte qualche lettera di diffida che lascia il tempo che trova visto che Trenitalia non sembra esserne impensierita minimamente.
“E’ vero che attualmente non c’è un governo regionale, ma è anche vero che noi pendolari non abbiamo mai avuto niente di più che promesse dalla classe politica. Con la data della prossima udienza fissata a febbraio 2013, sicuramente qualche buontempone di candidato cercherà di cavalcare l’onda delle nostre proteste alla ricerca di voti. Se vogliono partecipare in maniera attiva alla nostra Class Action forse ne potremo parlare”!
Renato Magrelli [foldergallery folder=”cms/file/BLOG/7168/” title=”7168″]