Riceviamo e pubblichiamo:
Una caratteristica essenziale del popolo romano è proprio quella di non prendere nulla troppo sul serio. A Roma si riesce a scherzare su tutto, si dileggia di tutti, Re, Principi, Papi.
Anche il boia era nel dialetto romano soprannominato con un termine che invece di paura metteva allegria: “Mastro Titta”.
Uno dei termini più divertenti dell’idioma che il Belli ha innalzato a lingua, è “Fregnacciaro”. Significa: “colui che spara fregnacce, che spaccia fandonie”. Doppiamente derivato dall’organo genitale femminile, è meno irriverente rispetto al termine sinonimo che prende invece spunto dall’organo maschile (leggi ca**aro), forse più conosciuto come termine fuori dalla capitale, ma certamente meno ironico e volendo anche più volgare.
Fregnacciaro invece non è volgare. Irriverente, certo, ma quasi nobile.
Ad Anguillara, come in altre cittadine della provincia, la cultura romana la fa da padrona più che quella viterbese anche a causa dell’influenza che da sempre la città ha generato sulla campagna circostante; negli ultimi anni anche per via del sovrappopolamento da parte di “esuli” della capitale, tutti i cittadini dei dintorni possono considerarsi ormai “quasi romani”.
Noi in giunta comunale abbiamo una figura che è esemplare di questo connubio di culture, almeno per le cose che dice, o meglio che non dice.
Come quando scrive su un giornale on line commentando un articolo in cui si chiedono spiegazioni riguardo al mercatino di Natale (può essere letto QUI), che è a disposizione al suo indirizzo e-mail per dare chiarimenti.
Premesso che la domanda posta dal lettore ha una valenza pubblica, per cui secondo me l’assessore avrebbe dovuto fornire una risposta pubblica e non una risposta privata, l’assessore del caso di specie non è credibile, perché io ho ripetutamente posto una questione relativa ad un argomento del suo assessorato. Più esattamente una domanda riguardo al funzionamento (o meglio al malfunzionamento) della struttura sportiva di Ponton dell’Elce. Mai nessuna risposta. Domanda peraltro ripetuta a voce una volta incontrato. Nulla. Dopo l’articolo sopracitato ho reiterato la domanda. Mutismo completo.
A questo punto mi chiedo: è solo il suddetto lettore che merita una risposta, sono io che non ne merito nessuna, oppure le “fregnacce” sono diventate un altro dei prodotti tipici di Anguillara?
Anche il boia era nel dialetto romano soprannominato con un termine che invece di paura metteva allegria: “Mastro Titta”.
Uno dei termini più divertenti dell’idioma che il Belli ha innalzato a lingua, è “Fregnacciaro”. Significa: “colui che spara fregnacce, che spaccia fandonie”. Doppiamente derivato dall’organo genitale femminile, è meno irriverente rispetto al termine sinonimo che prende invece spunto dall’organo maschile (leggi ca**aro), forse più conosciuto come termine fuori dalla capitale, ma certamente meno ironico e volendo anche più volgare.
Fregnacciaro invece non è volgare. Irriverente, certo, ma quasi nobile.
Ad Anguillara, come in altre cittadine della provincia, la cultura romana la fa da padrona più che quella viterbese anche a causa dell’influenza che da sempre la città ha generato sulla campagna circostante; negli ultimi anni anche per via del sovrappopolamento da parte di “esuli” della capitale, tutti i cittadini dei dintorni possono considerarsi ormai “quasi romani”.
Noi in giunta comunale abbiamo una figura che è esemplare di questo connubio di culture, almeno per le cose che dice, o meglio che non dice.
Come quando scrive su un giornale on line commentando un articolo in cui si chiedono spiegazioni riguardo al mercatino di Natale (può essere letto QUI), che è a disposizione al suo indirizzo e-mail per dare chiarimenti.
Premesso che la domanda posta dal lettore ha una valenza pubblica, per cui secondo me l’assessore avrebbe dovuto fornire una risposta pubblica e non una risposta privata, l’assessore del caso di specie non è credibile, perché io ho ripetutamente posto una questione relativa ad un argomento del suo assessorato. Più esattamente una domanda riguardo al funzionamento (o meglio al malfunzionamento) della struttura sportiva di Ponton dell’Elce. Mai nessuna risposta. Domanda peraltro ripetuta a voce una volta incontrato. Nulla. Dopo l’articolo sopracitato ho reiterato la domanda. Mutismo completo.
A questo punto mi chiedo: è solo il suddetto lettore che merita una risposta, sono io che non ne merito nessuna, oppure le “fregnacce” sono diventate un altro dei prodotti tipici di Anguillara?
Silvio Rossi [foldergallery folder=”cms/file/BLOG/5309/” title=”5309″]