Duro affondo di Danilo Toninelli contro Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. L’ex ministro ed esponente storico del Movimento Cinque Stelle è intervenuto alla trasmissione “Controinformazione” su Radio Cusano Campus, criticando la partecipazione di Conte ad Atreju e commentando senza mezzi termini le indiscrezioni su un possibile incarico di Di Maio alle Nazioni Unite.
Le critiche a Conte dopo Atreju
Secondo Toninelli, la presenza di Giuseppe Conte alla manifestazione di Fratelli d’Italia si è rivelata un boomerang politico. “Ad Atreju ho visto Conte urlare e diventare rosso nel confrontarsi con la platea, ma a nessuno è importato, perché tanto con la sua presenza ha solo accreditato e incentivato Fratelli d’Italia”, ha affermato.
L’ex ministro ha parlato di un “doppio vantaggio” per Giorgia Meloni, sostenendo che l’unica vera notizia emersa dalla partecipazione di Conte sia stato l’attacco al Partito Democratico. Un attacco che, secondo Toninelli, appare contraddittorio, dal momento che il PD sarebbe nei fatti un alleato strutturale di Conte, nonostante le dichiarazioni pubbliche di segno diverso.
“È l’unico, insieme a Renzi, a non aver capito che da Atreju sono uscite vincitrici Meloni e Schlein”, ha aggiunto Toninelli, sottolineando come l’evento abbia rafforzato gli equilibri politici che Conte intendeva invece contrastare.
L’affondo su Di Maio e l’ipotesi Onu
Toninelli ha poi commentato le voci su un possibile ruolo di Luigi Di Maio all’Onu come vice segretario generale e coordinatore speciale per il processo di pace in Medio Oriente, con il via libera del governo Meloni. “Non mi stupisce. Di Maio è il più grande traditore della storia politica italiana”, ha dichiarato.
Secondo Toninelli, il peso del tradimento sarebbe ancora maggiore perché Di Maio rappresentava “una bandiera di grandi valori”. Un percorso che, a suo dire, continua ancora oggi. L’ex ministro ha ricordato come Di Maio, dopo un periodo di assenza, sia tornato sulla scena pubblica elogiando Meloni e Tajani prima della sua partecipazione ad Atreju, per poi vedere emergere la notizia della candidatura all’Onu.
“Il fatto che ha lisciato il pelo al centrodestra ha portato al via libera del governo”, ha sostenuto Toninelli, leggendo la vicenda come una scelta legata più all’interesse personale che a una visione politica.
Il ruolo di Di Maio nella leadership del M5S
Nel suo intervento, Toninelli ha proseguito con giudizi durissimi sulla figura di Di Maio, definendolo “il politico più odiato d’Italia”, sia dagli ex esponenti del Movimento Cinque Stelle sia dagli avversari politici. “È il solito Di Maio che pensa a sé stesso, aveva bisogno di un altro incarico”, ha detto, aggiungendo che, da ex amico, è persino sollevato per lui, considerando il clima che troverebbe tornando in Italia.
Toninelli ha infine replicato alle dichiarazioni di Di Maio sul presunto legame tra il crollo del M5S e la crescita di Fratelli d’Italia, attribuito ai leader. “Forse si scorda che Conte è leader del Movimento 5 Stelle a causa sua”, ha affermato, ricordando come nel 2021 Beppe Grillo avesse espresso chiaramente la volontà di allontanare Conte perché distante dai valori originari del Movimento.
Secondo Toninelli, furono proprio Di Maio e Roberto Fico a convincere Grillo, in modo “molto spinto”, a fare di Conte il leader del M5S, una scelta che oggi l’ex ministro considera tra le cause principali delle difficoltà del Movimento.










