La produzione industriale torna in territorio negativo. I dati diffusi dall’Istat indicano che a ottobre l’indice registra una flessione dell’1% rispetto a settembre e dello 0,3% su base tendenziale, evidenziando un nuovo rallentamento dopo il lieve recupero del mese precedente.
Il commento dell’Unione Nazionale Consumatori
Una fotografia che l’Unione Nazionale Consumatori definisce senza mezzi termini “pessima” e in grado di accendere un segnale d’allarme sull’andamento dell’economia reale. Il presidente Massimiliano Dona sottolinea come il calo più marcato riguardi i beni di consumo, un dato che confermerebbe — secondo l’associazione — le difficoltà delle famiglie nel sostenere la spesa quotidiana.
Quando il potere d’acquisto si indebolisce, osserva Dona, si innesca una catena che colpisce l’intero sistema produttivo: “Se le famiglie non hanno soldi, i commercianti non vendono e le imprese non producono”. Una dinamica che, unita al prolungato periodo di cali registrati tra febbraio 2023 e marzo 2025, contribuisce a delineare un quadro definito “a dir poco allarmante”.
L’appello: “Serve una manovra di bilancio incisiva”
Secondo l’Unc, l’insieme di questi elementi rende necessario un intervento strutturale per rilanciare la crescita e sostenere i consumi. “Occorre una manovra di bilancio seria, capace di ridare slancio al Paese,” conclude Dona, ribadendo l’urgenza di misure in grado di intervenire sia sul lato della domanda che della produttività.
L’andamento della produzione industriale verrà osservato con attenzione nei prossimi mesi, in attesa di capire se il calo di ottobre rappresenti un episodio isolato o l’inizio di una nuova fase di rallentamento per il sistema manifatturiero italiano.











