Era in fuga sull’isola di Skiathos, nel cuore dell’Egeo, cercando di passare inosservato tra i turisti. Ma un dettaglio ha tradito l’uomo accusato dell’omicidio della piccola trovata morta a Villa Pamphili: il suo telefono.
Il blitz della polizia greca
È stato proprio il segnale agganciato dalle celle telefoniche a fornire la conferma decisiva agli investigatori. Nelle prime ore di venerdì mattina, è scattato il blitz delle forze dell’ordine greche sull’isola di Skiathos, dove l’uomo si era rifugiato pochi giorni dopo i delitti. Una cattura rapida, arrivata a meno di ventiquattro ore dall’identificazione ufficiale da parte della squadra mobile italiana.
Un passaporto americano, ma parla italiano
Il sospettato è un cittadino in possesso di passaporto statunitense, la stessa nazionalità della donna e della neonata ritrovate senza vita. Secondo quanto riferito da diverse testimonianze, parlava però fluentemente italiano. Le sue connessioni con le vittime, il suo passato in Italia e le ragioni dietro la fuga sono attualmente al vaglio degli inquirenti.
Una rete di indizi e testimonianze
Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Antonio Verdi e dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, si sono rivelate complesse e frammentate sin dall’inizio. La svolta è arrivata grazie a diverse testimonianze, raccolte tra chi frequenta abitualmente Villa Pamphili: qualcuno ha visto l’uomo la notte prima del ritrovamento, con una bambina in braccio.
Altri elementi chiave sono emersi dalle immagini di videosorveglianza delle mense per i poveri, dove l’uomo aveva lasciato le proprie generalità. Fondamentali anche le descrizioni di un’addetta del parco e di alcuni commercianti del mercato di via San Silverio: tutti confermano di aver visto l’uomo in compagnia della donna e della bambina, parlavano inglese, e lui mostrava atteggiamenti aggressivi, al punto che la donna appariva intimorita, soprattutto quando l’uomo si avvicinava alla piccola.
Il precedente a Campo de’ Fiori
A completare il puzzle è stato un intervento della polizia avvenuto nella notte del 20 maggio in piazza Campo de’ Fiori: una volante aveva risposto a una segnalazione per lite in strada tra una coppia. L’uomo, ubriaco, aveva aggredito la donna. Nessuna denuncia fu sporta, ma quel verbale è ora un tassello determinante nella ricostruzione dei fatti.
Una verità ancora da chiarire
Ora che l’uomo è stato fermato, sarà fondamentale accertare con esattezza il suo coinvolgimento nelle morti della bambina – deceduta, secondo le prime ipotesi, a causa di percosse e soffocamento – e della madre, ritrovata poco distante alcuni giorni prima. La giustizia italiana attende l’estradizione per proseguire con l’interrogatorio e le indagini formali.
Il giallo di Villa Pamphili, che ha sconvolto la capitale, potrebbe essere vicino a una svolta definitiva. Ma restano ancora molte ombre da dissipare.