Ciro Ridolfini, si addormenta il Poeta.
Scompare Ciro Ridolfini, maschera del teatro dell’arte, profondamente poeticamente e veracemente vivianea.
Con Ciro, Maestro “plebeo, aristocratico pensante” si apre una ferita in quel vasto patrimonio di umanità, non disumanata, genuinamente partenopea per la cui il Maestro combatteva con la potenza espressiva della sua anima e fisicità magnogreca.
Il ricordo di Massimiliano Verde
Lo ricorda un suo allievo ed amico, Massimiliano Verde al quale il Maestro aveva regalato preziosi consigli e testimonianze di vera cultura nell’opera di promozione della lingua napoletana che Verde porta avanti da numerosi anni. Con Massimiliano Verde si era creata una verace amicizia tutta radicata nel comune appassionato impegno di difendere ad oltranza l’eredita storico – culturale campana e soprattutto sensibilizzare i giovani partenopei alla vera bellezza e valore della loro terra.
Il Maestro aveva così accettato di collaborare al progetto internazionale dell’Accademia Napoletana, per la tutela della lingua e cultura napolitane e, numerosi erano stati eventi, congressi e semplici quanto di altissimo spessore culturale e democratico, incontri cui il Maestro aveva voluto partecipare con il suo carisma e vena poetica, in Napoli e non solo. Eventi che parimenti sono all’attenzione UNESCO.
In questo senso il sostegno del Maestro alla causa del riconoscimento della lingua napoletana come bene immateriale culturale dell’Unesco (2018) propugnata da Verde, con il Suo “putarriamo”, invitando con un altro verace poeta , Ferdinando Russo a “ssentì ‘o suono ‘e sti pparole” per una non mortificata grafia del Napoletano.
Di Ciro Ridolfini e questo basterebbe a comprenderne il valore e purtroppo la perdita, solo terrena però, ebbero a tesserne tra gli altri, le lodi Pier Paolo Pasolini e Roberto De Simone.
Umiltà
Ciò non aveva per un attimo intaccato la grandezza della sua umiltà come quando invitava con fermezza certi presuntuosi intellettualoidi invero servi del sistema a “scennere acopp’ô sciarabballo”
Onoriamo allora e ricordiamo il Maestro in maniera semplice e ferinamente con il monito di Raffaele Viviani ch’Egli interpretava autenticamente con i solchi del tempo del suo volto, i candidi riccioli, le contrazioni e gli slanci recitativi che si libravano nello spazio-tempo nella resistenza all’oppressione sociale e per la dignità del nostro popolo: “Site uommene vuje? No, fino a quanno nun sarrate libberate d’ ‘a schiavitù, vuje site pecure!”
Una Maschera non muore mai.
Per una biografía e bibliografía del Maestro:
http://www.ciroridolfini.it/