In queste ore in moltissime e in moltissimi stiamo firmando per il Referendum sulla Cittadinanza.
Siamo allo sprint finale e serve uno slancio non solo per raggiungere le 500 mila firme necessarie, ma per superare abbondantemente quella cifra e dimostrare che c’è un’ampia fetta di Paese che rivendica uguali diritti per tutte e tutti, di fronte all’ostilità e/o inazione delle forze parlamentari, maggioranza o opposizione che siano.
Referendum
Ottenere il referendum significherebbe un passo in avanti per una giusta battaglia di civiltà. Concretamente la riduzione da 10 a 5 degli anni di residenza legale necessari per ottenere la cittadinanza permetterebbe a circa 2,5 milioni di persone di migliorare la propria esistenza. 2,5 milioni di persone che da anni vivono, lavorano, costruiscono presente e futuro qui in Italia.
Non solo: per noi si tratta di un passo di una battaglia più complessiva per porre fine al sistema di discriminazione e apartheid che si vive in Italia. Sistema costruito con decenni di leggi e pratiche, messe in campo tanto dalle destre quanto dal centrosinistra che all’opposizione sta provando a ripulirsi la faccia appoggiando questo referendum, ma che quando è maggioranza se la risporca immediatamente.
Primo passo necessario
La proposta contenuta nel Referendum è un primo passo necessario, che deve essere seguito però dalla volontà di rimuovere tutte quelle norme che discriminano e rendono la vita impossibile a troppi nel nostro Paese. Già avere un contratto di lavoro dignitoso, o poter ottenere la semplice residenza, è un muro molto spesso invalicabile per tantissime e tantissimi. Norme che discriminano tra persone di Serie A e di Serie B e che, in alcuni casi, costruiscono anche la Serie C.
Il Referendum sulla Cittadinanza deve servire anche a costruire la forza politica e culturale necessaria a mettere in discussione le modalità dell’accoglienza, la privazione di diritti e salari sui posti di lavoro, la carenza di politiche abitative e sociali.
Per noi è prendere la rincorsa per affrontare con più fiducia e forza le battaglie necessarie a cambiare i rapporti di forza nella società, per unire ciò che Stato e Capitale dividono, e per conquistare salario, casa, salute, futuro!”