Israele non ha alcuna intenzione di fermarsi.
Il bombardamento di questa notte in Libano, con oltre 500 morti e migliaia di feriti, ne è solo l’ultima ed evidente dimostrazione.
Dovrebbe essere ormai chiaro a chiunque che tutto ciò non ha nulla a che fare con la legittima difesa.
Perché il diritto a difendersi non permette di violare sistematicamente il diritto internazionale, né di bombardare scuole, ospedali e campi profughi o negare aiuti umanitari, cibo e assistenza medica.
E non permette alcuna “strage preventiva” o “reazione sproporzionata”, così chiama Israele la sua dottrina militare. Soprattutto se al prezzo di migliaia di morti civili.
La verità è che l’obiettivo di Israele è un altro
Da una parte ridefinire i rapporti di forza nella regione e imporre il proprio dominio, forte del sostegno incondizionato dell’occidente.
Dall’altra, tenere in vita il governo di Benjamin Netanyahu, che non durerebbe un secondo di più in tempo di pace.
L’unica cosa da fare è imporre il cessate il fuoco ad Israele. E questo significa sanzioni economiche, ritiro degli ambasciatori e stop ad ogni fornitura militare, anche derivante da accordi precedenti.
Il genocidio del popolo palestinese e una possibile guerra totale in Medioriente non sono motivi abbastanza validi per agire?