Di Battista richiama Mattei: “La viltà è diventata il tratto distintivo della nostra claudicante democrazia”

di battista



Così Alessandro Di Battista sulla sua pagina Facebook:

Augurandovi buon 25 aprile vi invito a leggere questa parte del mio libro “Scomode verità”. Riguarda Enrico Mattei, un partigiano, un grand’uomo. Buona lettura.
“Il politicamente corretto ha divorato la politica. La viltà è diventata il tratto distintivo della nostra claudicante democrazia. Il conformismo dilaga, così come il terrore di schierarsi o di dire qualcosa che possa risultare indigesto alla Casa Bianca. L’ipocrisia è ovunque.

Piano Mattei

La Meloni definisce “piano Mattei” gli interventi (a oggi fantasma) che il suo governo intende realizzare per lo sviluppo dell’Africa e per tamponare i flussi migratori. Vuole evidentemente far credere di apprezzare Enrico Mattei, colui che venne incaricato di liquidare l’agip (l’Azienda Generale Italiana Petroli), la compagnia petrolifera pubblica fondata durante gli anni del fascismo. La richiesta arrivò direttamente dal Dipartimento di Stato americano e venne presentata al governo italiano da Alexander Comstock Kirk, all’epoca ambasciatore degli Stati Uniti in Italia. Le multinazionali petrolifere usa del resto non accettavano che un Paese uscito sconfitto dalla Seconda guerra mondiale mantenesse un’impresa petrolifera pubblica. Mattei non solo non liquidò l’agip, ma la rilanciò fino a fondare, nel 1953, l’Ente Nazionale Idrocarburi. L’eni, ancora oggi, è fondamentale per la tenuta energetica ed economica del nostro Paese. Mattei, a differenza della Meloni che si mette sull’attenti appena Biden apre bocca, portò avanti politiche energetiche autonome e sovrane. Mattei firmò accordi su accordi direttamente con i Paesi produttori di petrolio, pagando le forniture di più di quanto non le pagassero le Sette sorelle, le compagnie petrolifere mondiali che facevano cartello strozzando qualsiasi tentativo di concorrenza. Mattei riuscì a ottenere forniture di petrolio dall’Iran negli anni in cui l’Anglo-Persian Oil Company (oggi British Petroleum) era potente e pericolosa. All’epoca (come oggi, d’altro canto) toccare gli interessi delle grandi multinazionali del petrolio significava rischiare la vita.

1953

Nel 1953, anno della morte di Stalin e della nascita dell’eni, proprio su richiesta dell’Anglo-Persian Oil Company, la cia e l’mi6, i servizi segreti britannici, organizzarono a Teheran, in Iran, un colpo di Stato per rimuovere Mohammad Mossadeq, il premier iraniano, legittimamente eletto, che aveva appena nazionalizzato l’industria petrolifera del Paese compresa l’immensa raffineria di Abadan, la più grande al mondo. Mattei lo sapeva eppure continuò a lavorare per garantire all’Italia una maggiore indipendenza energetica, dunque politica.
Negli anni Sessanta, in piena guerra fredda, grazie al deputato comunista Luigi Longo, suo vecchio amico negli anni della Resistenza, ottenne forniture di greggio dall’Unione Sovietica. Lo stesso Mattei, dimostrando una lungimiranza politica fuori dal comune, sostenne apertamente ed economicamente la causa indipendentista algerina invitando i dirigenti della resistenza anti-francese a Metanopoli, la cittadina costruita dall’eni alla periferia di Milano, per fornire loro supporto, assistenza e formazione politica e imprenditoriale.

Quello sì che era sovranismo, nulla a che vedere con quello meloniano

Mattei ha pagato con la vita la sua indipendenza e il tentativo, in parte riuscito, di rafforzare il nostro Paese. Non è chiaro se i mandanti dell’attentato che gli costò la vita siano stati i pezzi grossi dell’industria petrolifera mondiale o i servizi segreti francesi (tra il 1961 e il 1962, anno dell’incidente di Bascapè nel quale Enrico Mattei perse la vita, l’Organisation de l’armée secrète, una struttura paramilitare collegata ai servizi di spionaggio della République, assassinò centinaia di persone che lottavano, a vario livello, per la liberazione dell’Algeria dall’occupazione francese). Quel che è certo è che venne assassinato per il suo impegno in favore dell’interesse generale.
Cosa è rimasto oggi di quell’Italia? Solo qualche fiction o qualche mostra fotografica in ricordo di Berlinguer o Mattei, alle quali partecipano decine di sepolcri imbiancati della politica italiana che tradiscono quotidianamente i loro insegnamenti.”

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Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

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