Scanzi su Zalone: “Non trasformiamolo per forza in ciò che non è e neanche vuole essere”

zalone

Così Andrea Scanzi sulla sua pagina Facebook:

Ho letto in Rete una frase molto efficace: “C’è differenza tra Checco Zalone e Pio e Amedeo” Checco, imitando l’italiano medio, lo percula sottilmente. Pio e Amedeo SONO l’italiano medio”.
Perfetto. Zalone (che non esiste, ma è un personaggio deliberatamente gretto e idiota creato da Luca Medici per perculare l’italiano medio) non c’entra nulla con Pio e Amedeo. Ma proprio nulla. Zalone (Medici) è molto bravo, istrionico, furbo, divertente, talentuoso. E la maschera di Checco Zalone funziona oltremodo. Di sicuro al botteghino o nello share, quindi economicamente e quantitativamente. A volte anche qualitativamente.

C’è però un discorso, importante, da fare

Un discorso che, tanto per cambiare, i “semplificatori di professione” non amano fare perché le sfumature sui social funzionano meno del parmigiano sul tiramisù. Zalone “percula sottilmente” l’italiano medio, e in quel “sottilmente” c’è tutto. Nel bene e nel male. La satira di Zalone non fa mai male davvero, quindi non è satira ma comicità. Che va benissimo, sia chiaro, ma in questo modo Zalone si ferma quasi sempre in superficie. Non smuove mai davvero le acque, non fa mai denuncia sociale (e magari neanche gli interessa).
Soprattutto: Checco Zalone è così “sottilmente” sgradevole da risultare per contrasto gradevole. Quindi, in un cortocircuito evidente, Zalone rischia di rendere simpatici i tratti peggiori dell’italiano medio, di fatto sdoganandoli. E il pubblico, fatto di italiani medi, si autoassolve perché Zalone fa ridere. Quindi fanno ridere e sono simpatici anche loro. Quindi viva l’italiano medio.

Altro che denuncia: casomai alibi e perdono

Zalone (Medici) si guarda bene dal risultare scomodo o realmente sgradevole, perché se lo diventasse non farebbe cassa e non lo chiamerebbero (giustamente strapagato) a Sanremo. È bravo, è simpatico, è intelligente. Ma non facciamolo passare per “uno che veicola messaggi forti” o un “artista scomodo”. Ma de che? Quello era Monicelli, che con Amici miei (e non solo) faceva ridere in superficie ma ti scorticava la pelle e l’anima. Quello era Villaggio con Fantozzi. Quello era il miglior Sordi.
Zalone (Medici) è un bravissimo artista. Che è già tanto. Non trasformiamolo per forza in ciò che non è e neanche vuole essere.

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