Il razzismo c’è e non riguarda solo qualche imbecille



Il 25 aprile è alle spalle così come la stucchevole retorica che da sempre contraddistingue una certa parte politica. Alle spalle, però, non è la concreta minaccia di un becero razzismo che ha visto come nemici dapprima i meridionali poi i diversi, non solo per il colore della pelle.

Si è ritornati, addirittura, ad assistere, ad opera anche di divorziati, di riempitori di corna e di cornuti, alla difesa della “famiglia naturale”…Come se l’amore fosse solo un contorno inutile, perché a contare è solo la genetica. Strano, perché probabilmente alcuni di questi sostenitori della famiglia al naturale, sono padri di figli non loro ma che continuano a considerarli tali.

Emblematico del periodo buio che viviamo è quanto accaduto allo stadio San Siro nella semifinale di Coppa Italia che ha visto scendere in campo il Milan contro la Lazio. Chi vi scrive c’era, in particolare nella Curva Sud.

Orbene, dalla parte della curva riservata ai tifosi della Lazio, più volte si sono alzati fischi, cori e buu contro il giocatore Bakayoko. Non voglio criminalizzare i tifosi biancocelesti, ma se in uno stadio con 60.000 spettatori, si sentono forte e chiari i cori ed i fischi nonché i buu anche dall’altro lato del perimetro, vuol dire che gli autori di questo schifo non erano affatto “qualche imbecille” come li ha definiti colui che nel 2009 a Pontida festeggiava i napoletani al canto “Senti che puzza scappano anche i cani”.

Ma il capitano Matteo è andato oltre perché alla richiesta del dirigente rossonero Leonardo di far sospendere in questi casi la partita, ha risposto: “I cori di qualche imbecille non vengono fermati con la sospensione delle partire, ma dal 99% dei tifosi che educati e rispettosi”.

Il meglio, però, colui che si vanta di aver chiuso i porti (nel frattempo qualcuno gli ricordi che problemi come la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta continuano a uccidere l’Italia e gli italiani) lo raggiunge con l’affermazione “Che un dirigente di una squadra prestigiosa come il Milan si attacchi alla sospensione delle partire e faccia polemiche con gli arbitri, da tifoso, da italiano e ministro mi sembra bizzarro”.

Farebbe ridere se non fosse che Salvini è appunto un ministro e come tale deve sapere che la legge è uguale per tutti, è un milanista e come tale dovrebbe aver compreso che il regolamento prevede la sospensione della partita in questi casi. Ha un’attenuante, quella di essere italiano: chi meglio di noi riesce a far finta di risolvere i veri problemi con il famoso metodo all’italiana?

Peccato, poi, che il capitano leghista faccia finta di non aver visto che a San Siro non era affatto l’1% a fare schifo, anzi…Così come certe schifezze non sono circoscritte all’1% dei tifosi di tutte le squadre, visto che anche quando la propria squadra non sfida il Napoli, molti vermi urlano “Vesuvio lavali col fuoco”. Il razzismo nel calcio, così come nella società è un fenomeno trasversale e non limitato a pochi maniaci.

Capisco che anche uno dalla faccia tosta come lui possa aver difficoltà dal passare dal “napoletano cane” al “Prima l’Italia” (quale Italia, quella che ha nell’Emilia Romagna il punto di confine più basso oppure quella che vede il meridione abbandonato a se stesso?) ma perché far finta che il razzismo non è oggi in Italia uno dei mali che l’attanagliano?

Non lamentiamoci poi se a Milano oggi, ripeto oggi, c’è ancora chi fa gli onori a Benito Mussolini oppure se c’è gente che spara alle persone solo perché di colore…Ah, i crimini commessi dai “neri”…Che tristezza, come se esistesse una rappresaglia anche per i reati…Uccide il nero, quindi…no dai, non mi abbasso a questo schifo.

Salvini avrà oggi anche la maggioranza delle intenzioni di voto (come vengono confezionati i sondaggi che vedono il suo partito in testa con oltre il 30% dei voti?), ma l’Italia è da sempre la culla del diritto e la nostra Costituzione è la più bella del mondo non per caso.

Quindi caro Salvini continui pure a far finta di nulla ma tenga in mente le parole del pastore luterano Martin Niemoller:

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non era rimasto nessuno a protestare”.

Di questo passo ci sarà sempre un razzista più razzista che ti renderà vittima del suo razzismo.

Se non vogliamo questo apriamo di nuovo le nostre menti e ritorniamo ad essere umani. Non è obbligatorio essere dei coglioni se si è circondati da tali, anzi…

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Informazioni su Alfredo Di Costanzo 27844 Articoli
Motus vivendi è il suo motto. Ama tutte le declinazioni delle due ruote ed adora vivere nell'universo dei motori. Da quindici anni ha la fortuna di essere giornalista sportivo, occupandosi di tutto ciò che circonda un motore. E' per il dialogo ed il confronto tra chi, pur avendo la stessa passione, ha idee diverse.

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