Il nuovo regolamento pubblicitario sul gioco d’azzardo in Italia

Il nuovo regolamento pubblicitario sul gioco d'azzardo in Italia



Il divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo italiano è diventato legge con la sua approvazione da parte del Senato e che ha aperto degli scenari nuovi non certo favorevoli agli operatori del settore.

Infatti, un noto motto recita che “la pubblicità è l’anima del commercio” quindi senza di essa, riesce difficile adottare delle strategie di marketing atte a divulgare ad ampio raggio i giochi online come ad esempio quelli da casinò e palinsesti di scommesse sportive.

Il nuovo Decreto Legge

Il 7 agosto 2018 è stata dunque una giornata drammatica per l’Italia con l’approvazione da parte del Senato del cosiddetto Decreto sulla Dignità che, a parte le disposizioni sul divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo peraltro, confermate senza grandi cambiamenti, introduce altre disposizioni molto controverse.

A questo punto è dato sapere che cosa prevede il divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo italiano e quali sono le disposizioni di legge che lo prescrivono.

I divieti di pubblicità nei dettagli

Il nuovo regolamento sul gioco d’azzardo vieta qualsiasi tipo di pubblicità relativa a giochi con vincite in denaro e Casino su Mobile Legali in Italia compresa la pubblicità indiretta, eseguita su qualsiasi canale, inclusi eventi sportivi, culturali, artistici, programmi televisivi o radiofonici, stampa, pubblicazioni, cartelloni pubblicitari tradizionali, elettronici e canali telematici compresi i social media.

La normativa prevede anche l’eliminazione di marchi pubblicitari di casino o siti di scommesse da altri veicoli come ad esempio divise di società sportive, sponsorizzazione di eventi, attività, dimostrazioni, programmi o servizi e per qualsiasi altro tipo di comunicazione di contenuti promozionali, inclusi messaggi visivi.

Il divieto in tal caso sarà applicabile a partire  dal 1 ° gennaio 2019; e in relazione agli accordi pubblicitari in corso, le precedenti norme pubblicitarie sul gioco d’azzardo si applicano per un anno (ovvero fino al 14 luglio 2019).

Inoltre ogni pubblicità si riferirà a problemi derivanti da giochi con vincite in denaro come ad esempio ” disturbi da gioco d’azzardo ” è “il gioco causa dipendenza”.

A tale proposito va sottolineato che e potenziali ammende sono state aumentate fino al 20% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità e in ogni caso arrivano ad un importo di almeno € 50.000. 

Perché il divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo italiano può essere messo in discussione?

Tuttavia non c’è dubbio che gli operatori di giochi che fanno investimenti nel settore, vogliono avere certezze sulla possibilità di fare pubblicità in futuro.

Questa opzione può ora passare solo attraverso i tribunali e le autorità competenti poiché non è richiesta alcuna ulteriore discussione da parte del Parlamento.

Esistono quindi diversi motivi per cui il divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo approvato dal governo italiano può essere contestato, infatti, è in contrasto con il principio enunciato nella Costituzione italiana sulla libertà di fare impresa.

Tale decreto inoltre impedisce agli operatori di gioco online di fare affari e vendere i loro prodotti e servizi a clienti consapevoli del rischio a cui vanno incontro.

Sempre in riferimento a ciò è altresì importante sottolineare che il decreto non è stato notificato alla Commissione europea secondo la procedura prevista dalla direttiva (UE) 2015/1535 e che è applicabile a regolamenti tecnici come quello sulla pubblicità per il gioco d’azzardo.

Questo è indubbiamente un punto a favore di chi contesta la legge poiché in contrasto con i principi della stessa UE in materia di fornitura di servizi, ed anche perché sta creando una barriera importante all’ingresso dell’Italia nel mercato dei giochi a livello mondiale. 

Le iniziative delle parti lese

La strategia degli operatori di gioco potrebbe essere duplice. Si aprirà quindi con assoluta certezza una nuova stagione di controversie e allo stesso tempo gli operatori potrebbero diventare “creativi” per supportare la propria attività.

I canali potenziali per contestare la legge approvata dal parlamento italiano sono entrambi a livello europeo e precisamente direttamente davanti alla Commissione europea e (indirettamente) alla Corte di giustizia europea ma anche a livello nazionale dinanzi alla Corte costituzionale che in passato ha già annullato ampi divieti più o meno simili.

A margine va aggiunto che data la lunghezza del processo dinanzi a tali autorità, per gli operatori che contestano tale divieto, è necessario procedere rapidamente in quanto il 16 luglio 2019 non è troppo lontano!

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Informazioni su Emanuele Bompadre 16718 Articoli
Emanuele è un blogger appassionato di web, cucina e tutto quello che riguarda la tecnologia. Motociclista per passione dalle sportive alle custom passando per l'enduro, l'importante è che ci siano due ruote. Possessore di una Buell XB12S è un profondo estimatore del marchio americano.

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