ANGUILLARA – SERGIO MANCIURIA (UDC) TENTA LA SCALATA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI



Mai come per queste consultazioni elettorali, questo territorio è stato così prolifico di “appassionati della politica”. Prima che si chiuda la possibilità di parlare di candidature, incontriamo l’attuale Consiliere di opposizione Sergio Manciuria per conoscere le motivazioni che lo hanno spinto ad un esame così difficile.

Geometra Manciuria, l’irrinunciabile scudo crociato sembra un faro più per gli anziani che per i giovani. E’ così?
“Nell’elettore più esperto e maturo sicuramente c’è maggiore contezza delle qualità dello scudo crociato come simbolo di aggregazione rispetto all’elettorato giovanile. Contrariamente ai luoghi comuni, militano molti ragazzi di valore come ad esempio nella città di Anguillara, Mario Fantauzzi ed Alessio Giontella che attraverso la passione politica e la condivisione dei principi fondanti, ritengono questo simbolo un faro ispiratore. Preferisco questa tipologia di giovani all’interno dell’UDC piuttosto che i tanti arrivisti presenti negli altri che spesso durano il battito di un ala  e lasciano una scarsa o  pessima traccia del loro operato amministrativo”.
In un suo comunicato di dicembre, Lei ha assunto un tono molto critico nei confronti dell’UDC affermando: “UDC chiami il territorio a rappresentarla  in parlamento”. Il Suo inserimento nella lista per la Camera è il risultato di questo Suo suggerimento?
“Sarebbe riduttivo chiamarlo suggerimento, piuttosto lo definirei il meritato riconoscimento frutto del lavoro condotto all’interno del partito sia a livello provinciale sia regionale. Basta ripercorrere l’attività politica svolta dalla locale sezione UDC, inaugurata nel marzo 2009, ed verificare i risultati conseguiti. Credo nel rinnovamento della classe dirigente e nella meritocrazia principi che hanno prevalso nella selezione dei rappresentanti del Territorio per la Camera dei Deputati. Al netto di tutto questo avrei di gran lunga preferito la preferenza al porcellum”.
Sempre nel Suo comunicato affermava: “Il nostro partito deve aprire alla cosiddetta società civile in modo franco e convinto”. Di nuovo sembra che il Suo invito sia stato recepito dall’UDC visto l’apparentamento con la lista di Monti. Quest’ultimo però ha tra i diversi slogan, pure uno che recita: “E’ l’ora della scelta civica” quasi a significare che bisogna abbandonare i partiti propriamente detti. Come la mettiamo?
“In realtà ho sempre sognato un partito e un gruppo di lavoro impegnato in politica che andasse oltre il 5-6% nazionale. Nonostante la lenta disgregazione dei due poli che nella sostanza hanno rappresentato il fallimento della Seconda Repubblica, ho fatto presente al Vertice Nazionale l’elemento dissonante che non permetteva di crescere alla nostra offerta politica : troppi generali orfani delle truppe mentre l’area moderata preferiva confluire nel limbo dell’astensione .
Ampliare alla società civile ha rappresentato il primo passo per costruire quel polo moderato, responsabile e riformista che permetta all’Italia di vivere un presente dignitoso e un futuro migliore. Tutto ciò non significa l’abbandono dell’idea di essere insieme un partito aperto, strutturato e presente sul territorio”.
Lei fa parte di un Partito che in termini scolastici non raggiunge la sufficienza, in altre parole il 95% degli elettori italiani non vi da il suo voto. Ritiene accettabile l’immagine che voi date di  continuare a sperare di poter essere l’ago della bilancia e quindi entrare in una coalizione solo dopo aver visto il risultato elettorale?
“Il progetto per il quale ho iniziato la mia battaglia va oltre quella mentalità di essere l’ago della bilancia. Questa idea credo abbia più fatto comodo ai due poli per accaparrarsi maggioranze in questa o quella città, provincia o regione che alla crescita dei consensi nell’UDC. E’ ora di scegliere e ritengo che il percorso intrapreso sia quello giusto e quantomeno innovativo visto che i due partiti PD e PDL hanno preferito riabbracciare, pur di vincere ad ogni costo, Vendola da una parte e la Lega dall’altra rinnegando la propria spinta riformatrice avviata con la nascita del Governo Monti”.
Una “coalizione a due” (Fli non sembra possa fornirvi un grande aiuto) che stando ai sondaggi probabilmente non avrà i numeri per governare. Come vi apparenterete con la sinistra di cui fa parte Vendola inviso a Monti o con il centro destra di cui fa parte Berlusconi inviso a Casini?

“Qui esprimo la mia posizione personale che riproporrò nell’UDC all’indomani del risultato elettorale. Se le urne come credo, non consentiranno a nessuna delle coalizioni di avere una maggioranza in grado di governare concretamente il Paese, stabilite tra quelle forze responsabili tempi e modalità per conseguire quelle tre-quattro riforme essenziali (compresa quella elettorale) ritengo fondamentale dare nuovamente la parola ai cittadini. L’idea di aggregarsi a questo o quello per qualche poltrona o per guidare l’Italia a vista, mi fa semplicemente inorridire”.

La frantumazione dei voti  spalmata su una miriade di ‘partitini coriandolo’, secondo Lei aiuta la democrazia (governabilità) o rende più facile ottenere un posto al sole e inciuciare all’interno di instabili apparentamenti?
“La nascita di tanti partitini coriandolo è conseguenza innegabile del fallimento del bipolarismo che ha forzatamente aggregato tutto e il contrario di tutto per vincere e occupare il potere. Il clima rissoso ha fatto il resto. Non aiuta certamente la democrazia a crescere cosi come non l’hanno aiutata le coalizioni eterogenee contraddittorie di questo ventennio”.

Vi definite riformisti, ma allora, non sarebbe il caso di alzare la percentuale di sbarramento pro domo due sole identità politiche, così come in tutti i paesi moderni?

“Se procediamo all’analisi dei vari sbarramenti europei non troviamo la soluzione calzante per il sistema italiano. Pensare che l’Italia possa immaginarsi con solo due identità politiche è utopistico e per il bene del Paese prima viene archiviato questo periodo di decadenza e meglio è per tutti. Vedo bene un sistema proporzionale suddiviso per collegi territoriali omogeneì con sbarramento del 6% e premio di maggioranza per il primo partito ma solo se raggiunge la soglia del 40%”.
Lei è inserito nella lista alla Camera (Lazio 1) con il numero 8. Quanto conta la posizione in questa classifica? Lei che possibilità crede di avere di rientrare tra gli eletti?
“Col Porcellum la posizione è fondamentale così come sono basilari le percentuali conseguite all’interno del Collegio di appartenenza (LAZIO 1) ed il numero dei Deputati eleggibili (42). Per citare un esempio pratico il solo PD per raggiungere il 24° posto dovrebbe conseguire il 40% dei consensi sugli elettori di Roma e Provincia. Per un ottavo posto sarebbe sufficiente il 15% che si riduce se il capolista opta per altri collegi. L’unica variabile è dovuta dal calcolo dei resti che su base Nazionale consentono di suddividere il premio di maggioranza. Mi ritengo una persona pragmatica e con i piedi per terra: sarebbe stato più equo non il posizionamento ma la reintroduzione della preferenza, cosi come avviene per le amministrative e regionali, per stabilire il grado di fiducia da parte dei cittadini”.
All’interno del depliant che promuove la Sua immagine, c’è uno slogan che recita: “Diamo valore al territorio”; per raggiungere questo scopo, non sarebbe più logico lavorare nella Regione anziché alla Camera? A cosa è dovuta questa sua scelta?
“Oggi il Porcellum ha cancellato quel rapporto diretto col comprensorio che portava l’eletto a presidiare il collegio di appartenenza. Purtroppo con questo sistema elettorale, da abiurare nei primi cento giorni di legislatura, prevalgono le logiche del capopartito e del servilismo che nulla hanno a che fare con la buona politica. Per invertire questa tendenza ho scelto di correre per lo scranno della Camera dei Deputati e affermare il valore del Territorio in sede parlamentare. Dopotutto è la sostanza che fa la differenza e non l’ambito di appartenenza e in questa fase storica dove la Regione Lazio è commissariata in ambito sanitario (80 % delle risorse economiche) e ambientale sulla gestione dei rifiuti sarei più utile a Montecitorio per la risoluzione dei problemi dei cittadini laziali. Inoltre c’è da rispettare il lavoro svolto dall’amico Pietro Sbardella, che invito a votare nella scheda verde con la lista civica per Bongiorno Presidente, dove legittimamente chiede la conferma alla Pisana. Abbiamo preferito giocare di squadra dividendo le sfere di azione agendo uniti per il bene comune dopo l’eventuale elezione”.
Sempre all’interno del suddetto depliant, non c’è alcun cenno alla cancellazione dei rimborsi elettorali (ex finanziamento pubblico ai partiti inutilmente cancellato da un referendum popolare). Non crede invece che sia arrivata l’ora di dare un segnale preciso contro i carrieristi politici?
“Il carrierismo politico più che la cancellazione dei rimborsi elettorali dove mi batterò per il ridimensionamento sostanziale e una regolamentazione seria e trasparente per evitare il ripetersi dei casi Fiorito e Maruccio, si combatte con la limitazione dei mandati come avviene per i sindaci (al massimo due mandati consecutivi) ed estendendo l’incompatibilità a tutti i livelli tra le diverse cariche elettive. Inoltre vanno aboliti tutti i privilegi che non sono in linea con l’espletamento del mandato. Ora mi consenta di affrontare gli argomenti che caratterizzano il depliant  e che la prossima legislatura dovrà affrontare incisivamente nei primi cento giorni : Valore alla Famiglia con incremento delle agevolazioni fiscali su IMU, TARSU e natalità sino al decimo anno, Valore alla Salute con salvaguardia eccellenza S. Filippo Neri e riconversione tagli ospedali di provincia in DEA 1° o 2° livello, Valore al Lavoro con detrazione cuneo fiscale per nuova occupazione sino a 35 anni e riassunzione over 50 anni, Valore allo Sviluppo con semplificazione e snellimento procedure per servizi infrastrutturali di collegamento viario e ferroviario e incentivi fiscali per strutture turistiche e artigianali e Valore alla Politica con riduzione del 50% dei seggi e costi indennità . Io credo nella buona politica del territorio che vive e affronta con passione tra mille difficoltà le problematiche quotidiane: ora scegliamo per un presente dignitoso e per un futuro migliore. Scegliamo UDC barrando solo il simbolo e non esprimendo la preferenza”.

Renato Magrelli [foldergallery folder=”cms/file/BLOG/7455/” title=”7455″]

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