ANGUILLARA – PRIMARIE CENTRO SINISTRA: E BERSANI FU



Facile profezia quella da noi espressa lunedì scorso: troppo innovative le richieste del sindaco di Firenze per essere apprezzate dal sistema partitico. I privilegi della casta non si toccano e da domenica sera il pericolo per i facenti parte della stessa è passato. Almeno per il momento. La più spaventata di dover fare la valigia ci è sembrata la Signora Bindi che come nessun altro ha saputo manifestare la sua avversione contro il rottamatore sempre con livore o quanto meno con acidità. Essere stata parte dell’Azione Cattolica non deve averle insegnato granché!
Solo contro tutti il giovane Renzi non aveva molte chances e solamente la regione Toscana è stata in grado di gratificare il suo coraggioso tentativo. Contro si è trovato la struttura del partito, quattro competitors compatti (?) e uno statuto più blindato delle Tavole della Legge che Mosé ricevette sul Monte Sinai. L’intoccabile statuto ha quasi raggiunto il suo scopo; modificato per consentire a Renzi di partecipare alle primarie (un passaggio obbligato secondo noi per evitare di apparire eccessivamente sfacciati nel non consentirlo), ha tuttavia messo dei paletti pesanti che hanno limitato l’exploit di Matteo Renzi ma che non gli hanno tuttavia impedito di consolidare sulle sue idee una percentuale di consensi molto più compatta di quella che manifestano ancora troppi “partiti coriandolo” che servono solo a raccogliere quote di finanziamento pubblico.
A noi comunque Matteo Renzi non sembra proprio un coriandolo  anche se la sua aria giovanile non gli conferisce quel rassicurante “physique du rôle” indispensabile per diventare credibile agli occhi dei più e andare a governare questo Paese perennemente sull’orlo del baratro.
Credevamo anche che le primarie dovessero servire a compattare intenti paralleli, ma da queste appena terminate ci sembra invece che risulti una spaccatura all’interno del PD non proprio di poco conto. C’è chi “partigianamente” non si limita a parlare di vittoria ma assegna a Bersani un vero e proprio trionfo. Noi qualche dubbio ancora ce lo abbiamo su questo rionfo perché secondo noi il capitolo Renzi non è affatto chiuso, anzi si è appena aperto. Il giovane Sindaco fiorentino lo ha detto e ripetuto: “se sconfitto appoggerò il vincitore”. A bocce ferme però, restano tante perplessità quali la convergenza di idee di Bersani con quelle di Vendola e con quelle di Casini e di Di Pietro, diametralmente opposte a quelle che hanno caratterizzato le esternazioni del giovane sindaco fiorentino in questi giorni. Ragion per cui un dubbio è più che legittimo: la buona volontà manifestata da tempo da Matteo Renzi riuscirà a convincere i suoi sostenitori ad appoggiare le idee di Bersani contaminate dall’integralismo di Vendola (povera Bindi) e dall’opportunismo di sempre di Casini e Di Pietro?
Riuscirà Matteo Renzi a suggerire al suo milione e passa di sostenitori di appiattirsi sotto l’egida di quel Bersani che hanno cercato di combattere fino a ieri? Dimenticheranno i motivi che li hanno spinti a seguire il Sindaco che di fatto ha tracciato un solco profondissimo all’interno di un sistema che tutto sembra fuorché coeso?
Forse nel momento migliore per battere una destra frammentata da desideri più o meno palesi di schegge impazzite che non sembrano voler rinunciare alla loro posizione, una coesione della sinistra avrebbe fatto comodo al segretario Bersani, ma evidentemente continua ad essere di attualità il vecchio adagio che recita “ se Atene piange Sparta non ride”.
Al di là della fluidità degli scenari politici nazionali di cui a breve vedremo gli effetti, il centro sinistra locale certamente cercherà di usare il “trampolino primarie” per lanciarsi al comando della Città Metropolitana e della Regione. Alle primarie si sono candidati in cinque per contarsi (e per contare), riusciranno a restare coesi quanto basta?
Lasciamo un ipotetico scenario sovracomunale e torniamo a fornire qualche indicazione sulle votazioni nei tre seggi di Anguillara per scoprire se qui Bersani ha trionfato oppure ha semplicemente e forse solo temporaneamente battuto il nuovo che avanza.
Apparentemente si ripete anche nellacittadina sabatina il risultato nazionale: Bersani vince infatti con il 69,03% dei consensi contro il 30,73% di Renzi. (vedi QUI in formato pdf il confronto tra i due turni).
A guardare meglio i dati tuttavia, i risultati dei tre seggi sabatini ci sembrano la prova provata che non sempre gli elettori obbediscono pedissequamente agli ordini dei diversi apparati anzi, probabilmente pensano con la loro testa e vediamo perché con qualche simulazione.
Ad Anguillara tutti e due i candidati hanno migliorato la performance del primo turno: Bersani aggiunge 118 voti (passa da 466 a 584) e Renzi solo 9 (da 251 a 260).
Al primo turno tuttavia, i candidati erano “tutti contro tutti” mentre al secondo turno la situazione evolveva in un “quattro contro uno”. In teoria questo avrebbe dovuto significare qualcosa.
In questa seconda tornata, il blindato statuto non solo non ha consentito maggiori presenze ai seggi, ma ha invece contribuito a dare un bel taglio all’affluenza: – 9,2%.
Ma la stranezza che balza agli occhi è che se tutti i votanti del primo turno fossero tornati a votare e avessero obbedito alle indicazioni di partito, avremmo dovuto avere per Bersani un incremento di 213 voti (2 di Tabacci, 16 di Puppato e 195 di Vendola) per un totale di 679, voti mentre per Renzi si sarebbe dovuto ripetere lo stesso totale di 251, e se fosse andata così, secondo quanto suggerito dai leaders del quadrunvirato per non fare vincere il sindaco di Firenze, al primo si sarebbe consolidata una percentuale del 73% e al secondo quella del 27%. Vedi simulazione nello specchietto che segue.

ANGUILLARA – PRIMARIE CENTRO SINISTRA: E BERSANI FU

Così non è andata invece, e al conteggio dei potenziali voti di Bersani (679) ne mancano parecchi a significare che i relativi aventi diritto al voto o non hanno deciso di seguire le indicazioni dei loro capi, oppure hanno pensato non fosse indispensabile andare di nuovo alle urne in quanto il risultato era già acquisito. Alla faccia della partecipazione e soprattutto della coesione!
Resta incontrovertibile comunque un dato: ad Anguillara Renzi non solo mantiene i consensi ma ne acquisisce almeno altri nove (dagli oppositori della settimana precedente o da nuovi votanti del secondo turno?), mentre Bersani rispetto al potenziale ne perde addirittura 95 (dai suoi elettori o da quelli dei suoi alleati?).

Sul resto del territorio i recatisi alle urne si sono comportati più o meno nello stesso modo: a Bracciano il 8,2% non è tornato a votare nel secondo turno e Bersani passa da 578 voti a 692 (19,7%) mentre Renzi guadagna 10 voti salendo da 391 consensi a 401.

A Canale la disaffezione al secondo turno è del 14,2%, a Manziana del 13,2%, a Oriolo del 10,9%, e a Trevignano del 15,1%. In quest’ultimo paese tuttavia si è verificata l’unica inversione di tendenza: rispetto al primo turno infatti Renzi perde il 6,3% consolidando 13 voti in meno, mentre Bersani realizza 74 voti in più con un incremento percentuale del 44,6% ribaltando il risultato della prima tornata (leggi QUI in formato pdf prospetto riepilogativo comprendente anche alcune simulazioni sulla mancata coesione).
Nei sopracitati comuni c’è ovunque un risultato che dimostra come lo spostamento dei voti da Vendola, Puppato e Tabacci verso Bersani, non sia stato tangibile come forse la sinistra si aspettava.
Adesso dietro l’angolo ci sono ben tre consultazioni elettorali, dove quello che non mancherà saranno sicuramente i candidati!
Via quindi alla “Fiera della Vanità” e alla conquista di un posto al sole, tanto a pagare sarà sempre Pantalone!

Renato Magrelli

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