LADISPOLI – “IL GECO” NON STA DALLA PARTE DEI PARTITI POLITICI RISSOSI



Assistiamo stupefatti a ciò che è accaduto in occasione del confronto tra i candidati sindaco per Ladispoli, tenuto la domenica scorsa, 22 aprile, e soprattutto per le strane e scomposte reazioni che forniscono la misura sul senso di civiltà dei politici locali, persino nel momento della massima eleganza, la campagna elettorale.
Per fare fronte ai costi dell’incontro (promozione, organizzazione, service, ecc), come è noto, gli organizzatori, hanno richiesto “formalmente” a ciascun candidato un compenso economico, proprio per rispettare le norme vigenti che non consentono l’acquisizione di risorse occulte, né in misura diversa all’interno della stessa competizione.
Si può discutere sulla misura del compenso, ma forse è bene chiedersi se è sufficiente a sostenere i costi sopportati. Ed è poi lecito rilevare che le elezioni dovrebbero essere un’occasione “seria” che non può essere aperta ad avventure che ne falsano il confronto, illudendo di potere cambiare il mondo senza organizzazione e senza risorse. E’ auspicabile, invece, che chi si rivolge ai cittadini per chiederne il consenso, abbia costruito una rete di sostenitori capaci di affrontare impegno e costi. E soprattutto che dimostrino, per primi, di volere investire nel proprio progetto che altrimenti rimane soltanto un’aspirazione senza alcuna possibilità di futuro.
Risulta, inoltre, che gli organizzatori, interessati a ottenere la più ampia partecipazione, abbiano tenuto diversi contatti con tutti i candidati, finalizzati a favorirne la partecipazione, anche proponendo formule di compensazione, per assicurare, in ogni caso la “par conditio”.
E’ successo, invece, che alcuni candidati e qualcuno in particolare, pur non avendo manifestato alcuna riserva nei lunghi giorni in cui era stata annunciata l’iniziativa, hanno pensato “bene” di acquisire maggiore visibilità assurgendo, in quella circostanza, a paladini della libertà di espressione, proprio impedendo agli altri di esprimersi e trasformando un’iniziativa finalizzata al confronto in ciò che a loro è più consono: una rissa.
Non sorprende che ciò sia avvenuto, perché per la nostra città, ormai, ciò rappresenta soltanto una “normale” manifestazione dell’agire politico di alcuni che hanno persino il coraggio di presentarsi alla città promettendo legalità e cambiamento. Rammarica, invece, verificare che qualche candidato “per bene” si sia fatto trascinare nella contestazione da intenti di visibilità che altrimenti non avrebbe avuto.
E’ da notare, inoltre che qualche candidato aveva già disertato altri incontri, a partecipazione gratuita, ma in quell’occasione non aveva trovato il modo di “farsi notare” perché mancava il pretesto.
Certamente, però, la palma della peggiore caduta di stile va assegnata al partito democratico che ormai a corto di argomenti, visibilità e credibilità, dopo aver partecipato con il proprio candidato, successivamente, per non lasciare agli altri la piazza, con un comunicato ha manifestato una rimostranza contro gli stessi organizzatori. E poi, ancora, forse in un lampo di coerenza, ha informato di volere ritirare il comunicato, per poi, con la solita “correttezza”, fare in modo che venisse comunque pubblicato perché, la protesta, comunque tira e magari porta consensi.
E pensare che questo è il periodo in cui i partiti politici, pur di essere votati, danno il meglio di sé.

Il Presidente dell’Associazione
       Santo Fabiano
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