BRACCIANO – CONSIGLIO COMUNALE: “L’INCONTRO CON IL NULLA”?



Riceviamo e pubblichiamo:

Durante lo svolgersi del Consiglio Comunale di martedì 25 ottobre 2011 ho ricordato Leonardo Sciascia; a proposito delle sue esperienze politiche diceva: “andiamo a vedere da vicino come vanno veramente le cose” e le definiva: “l’incontro con il nulla”.
La nostra Amministrazione Comunale presenta un ordine del giorno sulla cementificazione, da loro chiamata edilizia, mentre, nel mondo, impazza la bufera economica e in Italia siamo all’indigenza e al disastro ecologico, con morti, smottamenti, crolli e alluvioni, provocati dal maltempo e dalla speculazione selvaggia a cui sono sottoposte le nostre terre; imperterriti ci raccontano di edilizia, piani territoriali e costi e osservazioni e riduzioni sempre riguardanti la cementificazione del territorio di Bracciano, ormai sfigurato e ostinatamente considerato come unica risorsa economica (ma per chi?).
Alla seduta del Consiglio Comunale personaggi e parole riflettevano un mondo lontano da noi, una rappresentazione che non ci rappresenta più. Chi siamo, noi cittadini di Bracciano? Su circa 18000 abitanti, nella sala Consiliare erano presenti fra il pubblico solamente una ventina di persone. Quale smemorata inerzia ci vince e non ci fa curiosi di sapere chi sono in realtà quelli che ci rappresentano, come si comportano e ciò che vanno via via combinando?
Prima di qualsiasi considerazione, dobbiamo chiederci, ancora una volta, perché non si fanno ben funzionare i microfoni: si deve stare attentissimi per decifrare le parole dei relatori, spesso percependo un indistinto bofonchiamento che parrebbe ad esclusivo uso di chi vuole che fra il pubblico non si capisca un’acca. Quale rispetto è questo per le persone sedute ad ascoltare, in silenzio, nella sala Consiliare del proprio Municipio?
Ha aperto la discussione il Consigliere Tondinelli, dell’opposizione di destra, iniziando con una diffida alla Regione Lazio a verificare la Variante del Piano Regolatore di Bracciano. Chiede: “una opportuna e doverosa verifica sulla regolarità dell’intero iter amministrativo e dei provvedimenti, delibere e pareri emessi da funzionari e/o organi del Comune di Bracciano, nonchè alla verifica dello stato di fatto e giuridico tecnico esistente realmente, nel territorio del Comune di Bracciano, in contrapposizione a quanto falsamente rappresentato dallo stesso Comune di Bracciano alla Regione Lazio…”
Cose da far venire la tremarella. Naturalmente, il Consiglio Comunale non accoglie, ma il Consigliere deciso continua, parlando di gravi conflitti nell’ufficio tecnico, e non solo.
Poi è la volta di Cavini, ex vice sindaco dimissionario (lo è ancora? Non si capisce), ingegnere, dunque esperto in numeri e di quelli subito si mette a parlare e di soldi, detrazioni, minori introiti e penalizzazione economica dei comuni tutti, maggiori spese, manutenzione parchi (?) e chi più ne ha più ne metta. Pensate, dice, solo per gli acquedotti si sono spesi 50.000 euro! E che ci volevano fare stare senz’acqua, oltre che con l’arsenico?
Parla perfino di Bracciano Ambiente deficitaria e delle spese di avvocatura sostenute dal Comune: le cause e i legali costano molto, si sa. Ci dice perfino che far quadrare i conti costa molto. Figuriamoci, come se non lo sapessimo anche noi a casa nostra; naturalmente, ci dice Cavini, il Comune di Bracciano incassa sempre meno. Vero. Ma cosa dobbiamo fare noi cittadini, una colletta? Ci pensi lui a far quadrare i conti, onestamente, è il suo precipuo compito.
In fondo visto che si trattava di questioni di soldi e di cemento, a parte il birbaccione Tondinelli, gli altri due unici presenti dello schieramento di destra, Pezzillo e Riccioni, (gli assenti avendo altri impegni!), sembravano quanto mai cauti nel creare dibattito o scontro alcuno. L’argomento è scivoloso… non si sa mai; è pur sempre in discussione il piano regolatore, le zone paesaggistiche, il piano casa, i consorzi edilizi per terreni facenti parte di piani per lottizzazioni convenzionate. E chi mette becco in queste faccende? Meglio sorvolare. Ci vorrebbe un temerario pronto ad una sfida fino all’ultima carta (o forse già c’è?).
Vinti dalla stanchezza, o dalla mancanza di stile personale, al tavolo della sinistra si chiacchierava, si rideva, si giocava col telefonino, incuranti e allegri. Vorrei proprio capire come diavolo si riesce a stare allegri in simili circostanze; quando ci passa sotto gli occhi il pericolo del declino, il degrado del territorio e del paesaggio; quando, in un paese di pendolari che viaggiano su sgangherati treni, non si hanno risorse di lavoro e i giovani sono senza speranza nel futuro. In una Bracciano dove i negozi chiudono, la Biblioteca pubblica ha orari da ridere e le strade sono tutte sfossate. Ci vuole coraggio per ridere, come fanno questi signori. Forse ridono per non strapparsi i capelli.

Adriana Pedone (associazione Salviamo Bracciano)
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